Per non dimenticare. Si ripropone un articolo del 05-05-2016
di Antonino Lomonaco
Aspi di Linguaglossa (CT)
Nelle polemiche riguardo la questione dei lavoratori forestali
siciliani, spesso, viene citato il Canada come contr’altare rispetto
alle condizioni quantitative e qualitative dei boschi siciliani. Questi
paragoni vengono presentati da giornalisti che vivono in città,
all’oscuro, perciò, dalle problematiche inerenti un incendio boschivo.
A Fort McMurray, in Canada, in questi giorni vi è un incendio che ha
costretto gli abitanti della città (circa 88.000 persone) ad evacuare ed
abbandonare le loro abitazioni, alla triste stregua di profughi di
guerra siriani.
Il rischio che l’incendio si propaghi nel centro abitato, evidentemente,
è molto forte.
Fort McMurray si trova sul 56° parallelo a Nord dell’equatore, a soli 10
gradi dal circolo polare artico, il quale si trova, appunto, sul 66°
parallelo Nord.
Da addetto allo spegnimento incendi boschivi, non posso che fare delle
semplici considerazioni. Un incendio, per svilupparsi nelle proporzioni
di cui sopra, ha bisogno, fondamentalmente, di due condizioni: il
ritardo del primo intervento di repressione fiamme e la mancanza di
manutenzione dei boschi, almeno nella parte attigua la stessa città.
Anche se a queste condizioni si aggiungesse la presenza di vento e una
particolare siccità climatica, la celerità organizzativa del primo
intervento è fondamentale nell’evitare l’espansione delle fiamme.
Certamente, la vastità del territorio Canadese è immensa, ma il
monitoraggio dei boschi vicini alle città sarebbe davvero opportuna.
Il clima di questa località, ed in genere dell’intero Canada, è
denominato come clima boreale delle foreste e, come si faceva notare
prima, si trova ai margini della zona a clima sub-artico, perciò con
inverni lunghi e molto freddi, estati brevi e miti, e umido in tutte le
stagioni.
Le temperature basse e la presenza di umidità sono condizioni che poco
favoriscono un incendio boschivo, poichè sono condizioni che disperdono
il calore. In Sicilia, infatti, nei periodi invernali, autunnali e
primaverili, gli incendi boschivi sono davvero una rarità.
La Sicilia si trova sul 37° parallelo Nord, cioè a dire a soli 37 gradi
dall’equatore!
Ben diciannove gradi più a sud di Fort McMurray!
Ed il nostro clima non è sub-artico ma sub-tropicale!
Da noi l’emergenza incendi si presenta in estate, quando le temperature
raggiungono, e superano, i quaranta gradi e la siccità inaridisce
l’ambiente e le piante. Operare su di un incendio, con queste
condizioni, non è la stessa cosa di operare con temperature di almeno
venti gradi in meno. Eppure in Sicilia, non si è mai verificato un
incendio così catastrofico. Temperature così alte significa meno
dispersione di calore, quindi una maggiore capacità di propagazione del
calore di un incendio.
I monti Peloritani, Nebrodi, Madonie, la stessa Etna, hanno dei boschi
che sono il residuo dell’ultima era glaciale, boschi formati da
conifere, faggi, cioè a dire boschi che possono ben avvicinarsi alle
caratteristiche dei boschi canadesi. Eppure non è mai capitata una
catastrofe come quella odierna di Fort McMurray. Forse si tratta di
fortuna?...
Oppure si tratta della presenza dell’attività di manutenzione di questi
bistrattati lavoratori forestali, e delle loro capacità di intervento di
repressione incendi?...
In questo senso, con tutti i loro limiti, questi lavoratori sembra che
svolgano un compito davvero adeguato ed, evidentemente, all’altezza
della loro funzione, forse come poche altre attività in Sicilia!
Eppure tutto ciò non viene capito! Non viene valorizzato! E questi
lavoratori li si vorrebbe “estinguere” come inutili.
C’è da chiedersi se tale incomprensione sia dovuta ad una difficoltà nel
sapersi esprimere, da parte di questi stessi lavoratori, oppure,
invece, alla scarsa capacità nell’intendere tutto ciò, della parte
politica che dovrebbe legiferare a riguardo (Senza considerare, infine,
le capacità di intendere, di taluni giornalisti, i quali dovrebbero
almeno informarsi, ed informare, sulla differenza fra il clima
sub-artico ed il clima sub-tropicale).
Un grande abbraccio a tutti i miei colleghi.Antonino Lomonaco
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