PALERMO – Si stringono i tempi per l’eventuale ricorso della Regione Siciliana contro l’impugnativa delle variazioni di bilancio 2020 decisa dal Consiglio dei ministri. Dopo la decisione del governo, da Palazzo Chigi sono passati ai fatti presentando formale ricorso contro la legge regionale 33 del dicembre 2020 (‘Variazioni al bilancio di previsione della Regione per l’esercizio finanziario 2020 e per il triennio 2020-2022′ – Modifiche di norme in materia di stabilizzazione del personale precario’).
La richiesta di dichiarare illegittima la legge regionale è partita dall’Avvocatura dello Stato all’indirizzo della Corte costituzionale e ora l’ufficio legale della Regione indica all’assessorato all’Economia, guidato da Gaetano Armao, il termine ultimo entro cui sarà possibile la costituzione in giudizio: il 10 aprile. Da qui la “necessità di disporre di un esaustivo rapporto” da parte degli uffici per potere “relazionare tempestivamente” al presidente della Regione, Nello Musumeci, “circa la possibilità – si legge in una nota inviata dall’avvocato Generale Giovanni Bologna – di un’utile difesa”.
Secondo l’Avvocatura dello Stato le variazioni di bilancio finite sul banco degli imputati violerebbero l’obbligo di copertura finanziaria delle leggi, sancito dall’articolo 81 della Costituzione. Le quote di ripiano del disavanzo previste per il 2020 “non avrebbero potuto costituire idoneo mezzo di copertura finanziaria in presenza di una norma di attuazione (quella sul ripiano del disavanzo derivante dal riaccertamento
straordinario nel 2019, ndr) che prevede il ripiano anche nel 2020 delle quote di disavanzo accertato con il rendiconto 2018″.
Tra i profili di illegittimità individuati anche il fatto che la formale copertura degli oneri relativi alla legge impugnata, facendo affidamento sull’approvazione di una norma di attuazione che prevedeva il rinvio del ripiano 2020, “contrasta” ancora con la Costituzione: la Carta, infatti, stabilisce che “ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte”. La copertura finanziaria delle spese, quindi, secondo l’Avvocatura dello Stato, “deve essere certa e attuale e tradotta in un formale impegno di spesa sul relativo stanziamento”. Sulla base di questi rilievi “risulta evidente – ancora l’Avvocatura – l’illegittimità costituzionale dell’intera legge regionale”.
L’impugnativa è stata al centro della seduta dell’Ars di lunedì, in cui il Parlamento regionale avrebbe dovuto iniziare l’esame della Finanziaria. Partito democratico e Movimento cinque stelle, però, hanno sollevato il dubbio sulle possibili ricadute dell’impugnativa sulla legge di stabilità 2021. Armao, dal canto suo, ha parlato si rilievi “formali e non sostanziali” che non pregiudicano l’avvio della discussione sulla finanziaria. Dopo un iniziale tira e molla si è andati avanti sulla discussione, che però si è arenata all’articolo 3 davanti ad alcune imprecisioni del testo. Il presidente di Sala d’Ercole, Gianfranco Miccichè, ha quindi deciso la sospensione dei lavori: oggi pomeriggio nuovo round.
16 Marzo 2021
Fonte: livesicilia.it
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