30 marzo 2021

LAVORO. MININNI: «SI SONO DIMENTICATI DEI LAVORATORI AGRICOLI». DOMANI LA PROTESTA A MONTECITORIO. NEL DECRETO SOSTEGNI NIENTE PER UN MILIONE DI ADDETTI


Dal sito ilmanifesto.it

Massimo Franchi
EDIZIONE DEL
30.03.2021

PUBBLICATO
29.3.2021, 23:59

Intervista al segretrario Flai Cgil. Il sindacalista: «Domani la protesta a Montecitorio. Nel decreto Sostegni niente per un milione di addetti. E per la regolarizzazione dei migranti ora c’è il leghista Molteni: domande bloccate»

Giovanni Mininni, segretario generale Flai Cgil, domani sarete con Fai Cisl e Uila sotto Montecitorio per protestare contro l’esclusione dei lavoratori agricoli dal decreto Sostegni. Un’esclusione non nuova.
Sì, è dall’aprile scorso che prima il governo Conte due e ora il governo Draghi hanno escluso i lavoratori agricoli da ogni provvedimento di ristoro. Non è stato più fatto nulla per loro, per chi nella pandemia è stato definito «essenziale» e invece non è considerato. Oltre all’esclusione dal decreto Sostegni gli esempi sono purtroppo tanti. E colpiscono un numero impressionante di lavoratori, circa un milione.


Proviamo a farne qualcuno. Il numero più grande riguarda l’esclusione dalla disoccupazione, giusto?
Abbiamo circa 6-700 mila lavoratori che sono esclusi dall’ammortizzatore sociale del nostro settore – la disoccupazione agricola – per una norma che in pandemia non ha senso. Per i lavoratori stagionali per accedere alla disoccupazione serve aver lavorato 102 giorni nell’ultimo biennio. Ma per molti comparti completamente bloccati – come i florovivaisti o gli agriturismi – nel 2020 i giorni sono troppo pochi. Nella stessa situazione si trovano i lavoratori cosiddetti fragili – quelli con problemi di salute – che, anche a causa della mancata firma di un protocollo di sicurezza, hanno smesso completamente di lavorare. Per tutte queste categorie con Fai Cisl e Uila chiediamo di trascinare le giornate di lavoro del 2019 nel 2020 consentendo l’accesso alla disoccupazione: si fece lo stesso per l’emergenza avicola.

Ci sono altre criticità?
Sì, c’è un grosso problema che riguarda i lavoratori cosiddetti della legge 240. Si tratta di coloro che lavorano per grandi cooperative – come la ex Gam del Molise, acquisita da Amadori, o Apofruit – che hanno il contratto dell’industria cooperativa ma i contributi nella previdenza agricola. Il blocco dei licenziamenti per loro non vale: da giugno, se sono esuberi, non avranno nemmeno diritto alla Naspi. Si tratta di circa 15 mila addetti. Infine ci sono i contratti provinciali agricoli scaduti da un anno e tre mesi che riguardano centinaia di migliaia di lavoratori.

C’è poi il ritorno in auge dei voucher: in molti ne chiedono l’utilizzo per la campagna di raccolta estiva, esattamente com e l’anno scorso.
E noi manifestiamo anche per questo. Non consentiremo in alcun modo che tornino i voucher in agricoltura: la precarietà va ridotta, non aumentata.

Un anno fa si parlava di regolarizzazione dei migranti braccianti. Un anno dopo i numeri sono bassissimi. Qual è la situazione?
Non abbiamo numeri aggiornati ma sappiamo che ci sono decine di migliaia di domande bloccate nelle prefetture. Nel frattempo al ministero dell’Interno è arrivato il sottosegretario leghista Molteni, l’uomo che ha scritto i decreti Salvini. Ci appelliamo alla ministra Lamorgese perché intervenga per sbloccare la situazione e esaminare le domande di regolarizzazione.

A proposito di ministri, all’agricoltura ora c’è Patuanelli. Come vanno i rapporti?
Lo abbiamo incontrato dieci giorni fa e con Fai e Uila abbiamo chiesto una sorta di clausola sociale europea. I finanziamenti della Pac vanno dati solo alle imprese che rispettano le norme sul lavoro. Infine come Flai chiediamo di legare la Pac alla transizione ecologica favorendo l’agricoltura ecosostenibile.




Leggi le ragioni della protesta:






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