La nostra Costituzione tutela la libertà sindacale
e la contrattazione collettiva.
08 Marzo 2021
Sei un lavoratore subordinato e non sei iscritto a nessuna sigla sindacale. Presso la tua azienda è stato sottoscritto un contratto collettivo aziendale ma tu non vuoi subire l’applicazione di questo accordo. Ti chiedi che cosa puoi fare.
Nell’ordinamento giuslavoristico italiano, i rapporti di lavoro subordinato sono disciplinati, oltre che dalle disposizioni della Costituzione e delle leggi, anche dalle norme dei contratti collettivi di lavoro.
Si tratta di accordi siglati dalle associazioni dei datori di lavoro e dalle organizzazioni sindacali. Ma cosa succede se il sindacato non firma il contratto collettivo? Per rispondere a questo interrogativo occorre distinguere a seconda del livello della contrattazione collettiva. In ambito aziendale, il contratto collettivo è efficace per tutti i lavoratori, con alcune eccezioni.
Indice
1 Cos’è il contratto collettivo di lavoro?
2 Contratti collettivi di lavoro: le tipologie
3 Contratti collettivi di lavoro: a chi si applicano?
Cos’è il contratto collettivo di lavoro?
Durante il regime corporativo fascista, esistevano un solo sindacato ed una sola associazione dei datori di lavoro. La libertà sindacale era negata, al pari dello sciopero.
Con l’avvento della Repubblica, la Costituzione ha sancito il principio della libertà sindacale [1], in base al quale, ogni lavoratore è libero di aderire o non aderire ad una organizzazione sindacale. Inoltre, i sindacati possono essere costituiti liberamente dai lavoratori, senza dover soggiacere ad alcuna forma di controllo o autorizzazione da parte delle autorità pubbliche.
Una delle principali attività svolte dal sindacato è la contrattazione collettiva, ossia, la stipula di accordi con i rappresentanti dei datori di lavoro che disciplinano le condizioni di impiego dei lavoratori e che vanno ad aggiungersi alle norme di legge in materia di lavoro.
I contratti collettivi di lavoro sono degli accordi tra associazioni datoriali e sindacati che riguardano un determinato settore, una determinata zona o una determinata azienda, a seconda del livello in cui avviene la negoziazione.
Contratti collettivi di lavoro: le tipologie
I contratti collettivi di lavoro possono essere suddivisi in tre livelli:
- livello interconfederale: in questo caso, gli accordi sono sottoscritti dalle organizzazioni confederali di rappresentanza del mondo delle imprese (Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, Lega Coop, etc.) e dei lavoratori (Cgil, Cisl, Uil, etc.). Gli accordi interconfederali disciplinano, solitamente, la struttura della contrattazione collettiva e altre materie intersettoriali:
- livello nazionale di categoria: i contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) disciplinano le condizioni di impiego del personale in un dato settore merceologico (es. commercio, metalmeccanico, chimico, turismo, studi professionali, etc.) e si applicano in tutta Italia ma solo nel settore di riferimento;
- livello decentrato: i contratti collettivi di secondo livello possono essere territoriali, se si applicano in un dato territorio, oppure aziendali, se si applicano in una determinata azienda.
Contratti collettivi di lavoro: a chi si applicano?
La Costituzione prevedeva un apposito meccanismo per consentire ai contratti collettivi di lavoro di essere efficaci nei confronti di tutti i lavoratori del settore di riferimento (cosiddetta efficacia erga omnes, verso tutti). Tale meccanismo, però, presupponeva la registrazione dei sindacati presso il Ministero, adempimento che le sigle sindacali non hanno mai voluto porre in essere. Per questo, allo stato, i contratti collettivi di lavoro sono normali accordi di diritto privato che vincolano solo le parti stipulanti e non hanno efficacia generalizzata.
In particolare, i Ccnl si applicano a:
- datori di lavoro e lavoratori che aderiscono alle organizzazioni firmatarie del contratto;
- contratti di lavoro che, a prescindere dall’adesione alle sigle firmatarie, richiamano espressamente l’applicazione del Ccnl;
- rapporti di lavoro in cui, per fatti concludenti, viene data applicazione ad un determinato Ccnl.
Nel caso dei contratti aziendali la regola generale, affermata dalla giurisprudenza costante, è l’applicazione generale degli stessi a tutti i lavoratori, a prescindere dall’affiliazione sindacale.
Ma cosa succede se un contratto collettivo non viene firmato da un sindacato? Secondo l’orientamento della Cassazione, anche molto recente [2], i contratti integrativi aziendali si applicano a tutti i lavoratori dell’impresa, ad eccezione di quelli che siano iscritti ad organizzazioni sindacali non firmatarie che si siano pronunciate in aperto dissenso rispetto agli accordi.
Se, ad esempio, nell’azienda viene stipulato un contratto collettivo aziendale da Cgil e Cisl ma non dalla Uil, che ne contesta apertamente il contenuto, i lavoratori iscritti alla Uil possono invocare la non applicazione del contratto aziendale nei loro confronti.
note
[1] Art. 39 Cost.
[2] Cass. n. 26509/2020.
Fonte: www.laleggepertutti.it
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