“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza può e deve essere migliorato rispetto al settore primario e all’ambiente: non è ammissibile illudersi di ripartire con soli 1,8 miliardi di euro per l’agricoltura e 3,77 miliardi per la manutenzione idrogeologica, chiediamo che Camera e Senato intervengano in modo incisivo per correggere la strada intrapresa e consolidare la vocazione green annunciata dal Governo”.
Lo ha detto il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, intervenendo oggi al webinar “Il lavoro che cura: le sfide contro il dissesto idrogeologico”. Rivolgendosi a Massimo Gargano, Direttore Generale dell’ANBI, Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica, e al Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Roberto Morassut, il sindacalista ha espresso perplessità sull’impronta green del piano nazionale approvato questa notte dal Consiglio dei Ministri.
“In realtà – ha detto Rota – per essere veramente green servono molte più risorse per l’agricoltura: quella italiana è al top quanto a diversi indicatori di sostenibilità, ma le imprese necessitano di più sostegni finalizzati alla conversione ecologica, che ovviamente deve impattare positivamente sull’ambiente ma anche su una maggiore sicurezza in tutti i luoghi di lavoro. Non guardare in modo adeguato al ruolo esercitato da tutto l’agroalimentare nella nostra economia, con tre milioni di lavoratrici e lavoratori che stanno continuando a garantire il cibo a tutta la popolazione e stanno tenendo in vita un tessuto economico sempre più fragile a causa della pandemia, è quantomeno paradossale. Se poi aggiungiamo che parte del Next Generation Eu sarà finanziata con un taglio alla PAC, diventa ancora più urgente un incremento delle risorse da destinare al settore primario”.
“Al contempo – ha aggiunto il sindacalista – coerentemente con quanto annunciato dall’Europa con il Green Deal, la strategia Farm To Fork e gli obiettivi 2030 sulla biodiversità, va implementata l’attenzione da riservare agli interventi contro il dissesto idrogeologico e alla gestione sostenibile delle risorse idriche: in un Paese dove 9 comuni su 10 sono a rischio frane e alluvioni, è fondamentale dedicare maggiori risorse sia ai tanti cantieri già avviati che a quelli da avviare per la messa in sicurezza del territorio, che sono una leva anche per garantire qualità e quantità delle nostre produzioni agroalimentari”. Un nuovo sollecito a sbloccare il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori idraulico forestali è stato invece lanciato dalla segretaria nazionale della Fai Cisl Raffaella Buonaguro, che ha ricordato il ruolo del comparto forestale nelle politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico.
Fonte: www.faicisl.it
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