Dal sito filodirettomonreale.it
Scritto Da Luigi Gullo 22 Ott 2020
“Siamo definiti parassiti o assistiti. Ed invece vogliamo un lavoro dignitoso”.
Ha destato molto scalpore il servizio di Striscia la Notizia, andato in onda su Canale 5 il 20 ottobre, nel corso del quale la popolare trasmissione prendeva di mira i forestali impiegati in Sicilia. Sopratutto in relazione all’incapacità di prevenire o di combattere in modo efficiente gli incendi che hanno devastato la Sicilia anche quest’anno.
“La Sicilia – spiegava Stefania Petyx nel servizio – spende oltre 200 milioni di euro l’anno per 800 guardie forestali e per 18.000 forestali stagionali di vario tipo, 4 milioni di euro a stagione per l’affitto di 8 elicotteri. I canadair li paga lo Stato. Ci sono più forestali in Sicilia che in Canada, eppure si lamentano che ne mancano”.
Il governatore Nello Musumeci, intervistato dalla Petyx, dichiarava che a metà novembre sarebbe stato convocato un vertice per valutare l’adozione di un sistema moderno di intercettazione degli incendi, ma anche per adottare la riforma del settore dei forestali, così da poterli utilizzare anche in altri comparti, anche a disposizione dei comuni, come per la cura del verde.
“Mi dispiace che il servizio sia stato fatto da nostri conterranei che dovrebbero meglio conoscere la realtà siciliana – lamenta Salvo La Corte, vicesegretario regionale dello SNAF (Sindacato Nazionale Autonomi Forestali) -. Si spara sul forestale quando in realtà è una risorsa che non viene valorizzata”.
Per il sindacato autonomo, che rappresenta circa l’8% dei lavoratori sindacalizzati, non ci sarebbe la volontà politica di sistemare il settore, nonostante i proclami fatti durante le varie campagne elettorali. “Costituiamo un importante bacino di voti, ogni governo fa promesse in tutte le maniere. È il momento che questo governo, che si è preso l’impegno sulla stabilizzazione, lo porti avanti. Abbiamo 19.000 lavoratori precari che equivalgono a 6.000 lavoratori a tempo indeterminato, sia in termini di costo che di ore lavorate.
Abbiamo presentato anche al governatore Musumeci la nostra proposta di stabilizzazione – prosegue il sindacalista -, che consentirebbe l’utilizzo degli operai anche per fare prevenzione dai rischi idrogeologici, per la pulizia degli spazi pubblici abbandonati dopo la chiusura delle province. E invece veniamo tenuti in uno stato di precariato”.
Per La Corte la situazione non cambia anche perché i governi regionali vanno a braccetto con i sindacati confederali “che hanno tutto l’interesse a mantenerci in questo stato di precariato”.
“Un precariato che avvantaggia tutti quelli che prendono la disoccupazione per un lungo periodo durante il quale vanno a svolgere un’altra attività in nero, togliendo così lavoro ad altri “padri di famiglia””.
La Corte spiega poi come la maggior parte degli incendi provenga dai terreni privati lasciati sporchi nonostante le ordinanze dei sindaci. “Sono una polveriera. Dietro gli incendi non c’è la mano del forestale, quando si brucia un albero viene meno il nostro lavoro. Noi siamo gli angeli custodi dei boschi, le sentinelle. Abbiamo tutto l’interesse a salvaguardare i boschi”.
Per La Corte il numeroso bacino di operai forestali è una risorsa non adeguatamente impiegata: “Al nostro interno ci sono diverse competenze che non vengono utilizzate: elettricisti, muratori, meccanici, operatori specializzati che potrebbero essere utilizzati per quei lavori che vengono commissionati a ditte esterne”.
“Noi autonomi siamo pronti a scendere in piazza, se quanto promesso non verrà mantenuto. E chiediamo ala Petyx di sostenerci nel confrontarsi direttamente con i forestali e nel portare avanti le nostre ragioni”.
Fonte: filodirettomonreale.it
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