15 settembre 2020

SICILIA, I DIRIGENTI DELLA REGIONE VIVONO SU MARTE: 7,5 MILIONI DI PREMI MENTRE I SICILIANI FANNO LA FAME


Dal sito qds.it

Paola Giordano 15 Settembre 2020 
I burocrati di Palazzo d’Orléans non sentono la crisi: indennità di risultato alla Pa più scassata d’Europa. Siragusa (M5s), “Premi a pioggia sono un favore ai fannulloni e demoralizzano chi ha voglia di lavorare”. L'assessore Grasso, “Non un’elargizione, premi previsti dal contratto fermo da 15 anni”
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A quattro mesi dall’approvazione della Finanziaria regionale, i siciliani non si hanno ancora visto il becco di un quattrino.

Oggi dovrebbe essere il giorno della resa dei conti: l’Assessore all’economia Gaetano Armao relazionerà sul tema all’Assemblea regionale siciliana. Il condizionale è d’obbligo perché “non ci sarà dibattito”, come denuncia il capogruppo del M5s all’Ars, Giorgio Pasqua. Una resa dei conti a senso unico, senza possibilità di contraddittorio.

A chi attribuire la responsabilità del clamoroso ritardo nell’erogazione delle risorse? Alla politica, alla lentezza della burocrazia o ad entrambe? Il dubbio che possa esserci lo zampino di una macchina burocratica siciliana che procede a passo di lumaca è più che lecito: i clamorosi ritardi nella lavorazione delle pratiche Cig sono solo uno degli esempi lampanti che dimostrano quanto la nostra burocrazia sia lontana dall’efficienza.

Del resto, a bocciare l’efficienza della Pubblica amministrazione dell’Isola è anche l’ultima indagine della Commissione europea sul tema, l’EQI (European Quality of Government Index), che relega la nostra Isola alla 177^ posizione su 192 regioni europee.
Non sveliamo nessun mistero, insomma: abbiamo una tra le peggiori pubbliche amministrazioni d’Italia e d’Europa.

Eppure i nostri dirigenti regionali continuano a percepire cospicui premi: sono 7,5, infatti, i milioni stanziati nell’esercizio finanziario 2020 per le indennità di risultato del 2019. Tanto quanto l’anno precedente. Per meriti che si fatica – e non poco – a rilevare.

Con il Decreto Presidenziale n. 517/gab del 20 marzo 2019 su proposta dell’assessore regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, integrato con D.P.Reg. n. 539/Gab del 30 aprile 2019 e pubblicato sulla Gurs n. 28 del 14 giugno 2019, è stato approvato il nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance organizzativa ed individuale del personale dell’Amministrazione regionale siciliana. Tale sistema – si legge sul sito ufficiale della Regione – “disegna un processo di valutazione sistematico ed integrato sul piano gestionale che individua responsabilità e ruoli, assegna responsabilità individuali e promuove la vision di una amministrazione attenta al raggiungimento di elevati standard qualitativi ed economici nell’esercizio delle proprie attività e nell’erogazione di servizi al cittadino, avendo cura di distinguere la dimensione gestionale della performance da quella politica di indirizzo strategico e di produzione legislativa, con particolare riferimento a quelle iniziative legislative che guardano alla semplificazione dei procedimenti, alla disciplina dell’organizzazione e del pubblico impiego ed al regime delle responsabilità, nonché delle innovazioni conseguenti alla già avviata stagione dei rinnovi contrattuali”.

Obiettivi encomiabili se non fosse che tra il dire e il fare ci sia ancora di mezzo tanto mare.

Salvatore Siragusa (M5s), “Premi a pioggia sono un favore ai fannulloni e demoralizzano chi ha voglia di lavorare”

Onorevole Siragusa, risorse della Finanziaria regionale al palo. Di chi è la colpa? È solo una responsabilità politica o il blocco delle risorse dipende dalla lentezza della burocrazia?
“La responsabilità è innanzitutto di un governo regionale che basa e ha basato la Finanziaria – come abbiamo detto ironicamente anche a suo tempo – sui soldi del Monopoli. È chiaro che non puoi venderti la pelle dell’orso prima di averla. Quei soldi erano figli di un accordo da raggiungere con lo Stato: dal dire che ci sono, a completare la trattativa e poi avere lo sblocco di queste risorse di tempo ne passa, sia per ragioni politiche sia per ragioni burocratiche. Bisognava ragionare a quei tempi, ai tempi della Finanziaria, su risorse che dovevano essere un po’ più concrete perché fare proclami e promettere soldi a tutte le categorie, a tutte le persone che sono rimaste in qualche modo colpite dall’emergenza diventa poi difficile da mantenere. Di fatto, quindi, non è una responsabilità né politica né burocratica ma è un insieme di tutte e due: a valle devi farti i conti in modo ben più chiaro e preciso, senza fare proclami”.

Sul sito della Regione siciliana sono stati pubblicati gli importi stanziati nel 2019 per le indennità di risultato dei dirigenti regionali: 7,5 milioni. Se guardiamo alla qualità della nostra amministrazione regionale, ritiene che questi premi siano meritati?

“È chiaro che all’interno dell’amministrazione regionale ci siano molte persone valide, che lavorano. Io vengo da un’azienda privata, lavoravo – adesso sono in aspettativa – per una multinazionale americana dove avevamo dei premi ma c’erano dei metodi di calcolo ben precisi, avevamo delle valutazioni semestrali ben precise e venivamo misurati su quello che erano i reali obiettivi che ci venivano posti a inizio anno e che venivano misurati via via nel corso dell’anno. C’era chi prendeva il premio e c’era chi non lo prendeva: questo è un metro corretto di valutazione, non dare bonus e premi a pioggia. I bonus e i premi sono per chi se li merita: all’interno dell’amministrazione regionale ci sono persone indubbiamente che meritano il premio ma ce ne sono altre che il premio non lo meritano e ce lo hanno lo stesso. Sono assolutamente favorevole che chi svolga il proprio lavoro al meglio, anzi dando anche qualcosa in più di quello che è il proprio obiettivo, debba avere un riconoscimento ma è altrettanto vero che chi non fa questo non deve avere alcun riconoscimento. Il tema dei riconoscimenti a pioggia demoralizza chi ha voglia di lavorare perché se non faccio niente e mi danno x euro e se mi ‘ammazzo’ e mi danno sempre x, allora tanto vale che non faccia niente”.

Bernardette Grasso, assessore regionale alla Funzione pubblica ed Enti locali

Il M5S in più occasioni ha denunciato il fatto che a quattro mesi dall’approvazione della finanziaria regionale i soldi sono rimasti sulla carta. Domani il governo relazionerà all’Ars. Può dirci cosa è successo?
“Diverse delibere stanno seguendo il proprio iter. Penso al discorso legato al bonus per le imprese o al contributo per l’editoria, la carta stampata e le testate on line. Ogni Dipartimento sta lavorando affinché tutte le misure incluse in finanziaria siano attuate attraverso i bandi. Si è perso un po’ di tempo perché si tratta di fondi comunitari, di conseguenza occorre seguire delle procedure specifiche”.

7,5 milioni stanziati per i dirigenti della Regione nel 2019 a titolo di indennità di risultato. Dopo il pasticcio delle pratiche Cig (per le quali il Presidente Musumeci è stato costretto a scusarsi), la domanda sorge spontanea: sono premi un po’ troppo generosi? E soprattutto: sono meritati?
“L’importo deriva dal contratto (fermo da 15 anni). Non è un’elargizione ma una previsione da contratto. La somma globale deriva dal numero di Dirigenti; gli importi individuali sono mediamente più bassi degli analoghi premi previsti per i dirigenti pubblici degli altri comparti, o addirittura di qualche dirigente di Enti locali o città metropolitane. Lo stanziamento non equivale ad erogazione che è subordinata all’approvazione della relazione sulla performance e alla valutazione dei risultati di ciascuno (valutazione che fa l’Oiv per i dirigenti generali e il dirigente generale per i dirigenti di struttura)”.

Dall’inizio della legislatura ad oggi due importanti riforme della burocrazia fortemente volute da vostro Governo ma ancora tanto da fare: cosa, esattamente? Quali gli step successivi?

“Abbiamo completato la parte dell’analisi dei processi e delle competenze, con la mappatura delle competenze e dei processi medesimi. Entro fine anno pubblicheremo dopo tanti anni i primi concorsi regionali, frutto di un lavoro di riorganizzazione. Adesso seguirà la fase operativa, con l’attivazione dei cantieri in base alla richiesta fatta a tutti i direttori dei Dipartimenti, di rilevare e comunicarci le criticità di ciascuna struttura. Inoltre sarà previsto lo snellimento della burocrazia anche attraverso la digitalizzazione dei procedimenti. La riforma di questa macchina elefantiaca è cominciata già dal mio insediamento. Mai nessuno in passato si era preso carico di tale impegno”.

Fonte: qds.it





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