01 settembre 2020

INCENDI? PROBLEMA MONDIALE. IL FUOCO IN ITALIA E IL ‘CASO’ SICILIA (LEGGERE ATTACCO ALL’AGRICOLTURA). PROVATE A PENSARE – COME PENSIAMO NOI – CHE GLI OPERAI DELLA FORESTALE SICILIANA NON C’ENTRINO PROPRIO NULLA CON GLI INCENDI


Dal sito www.inuovivespri.it

01 Settembre 2020
Negli ultimi anni gli incendi stanno devastando mezzo mondo: Australia, Nord Europa, Siberia, California, Amazzonia. Anche l’Italia è sotto attacco, se è vero che il fuoco sta distruggendo il verde di quasi tutte le Regioni del nostro Paese. La Sicilia non è un caso a sé. Come tutto il Sud Italia subisce l’attacco di chi vuole fare fallire gli agricoltori per scippargli i terreni per quattro soldi. L’ombra della Ue liberista

L’aspetto stucchevole dei giorni dopo i grandi incendi che hanno devastato la Sicilia sono le parole dei politici. I danni, nella nostra Isola, sono stati tanti, a cominciare da Altofonte per proseguire con la Riserva naturale dello Zingaro, fino a Messina. Si parla tanto di piromani, descritti come delinquenti, assassini dell’ambiente e via continuando. Nell’analisi sembra mancare una visione generale di un problema che è globale, proprio come la pandemia di Coronavirus, o come la globalizzazione dell’economia, aspetti diversi d’un’unica crisi.

Il concetto di globalizzazione ci porta a una prima considerazione. Il fenomeno degli incendi sempre più diffusi e sempre più estesi è mondiale. Un anno fa – Agosto 2019 – davanti agli incendi che hanno devastato l’Amazzonia, la Siberia, l’Australia e la California abbiamo ipotizzato una strategia:

“Purtroppo con gli incendi la tentazione di trovare ‘colpevoli’, magari di comodo per fare quadrare gli interessi politici di bottega, è fortissima. Ricordiamo che gli incendi che stanno devastando la Foresta Amazzonica fanno seguito agli incendi che hanno colpito la Russia (in particolare, tre Regioni della Siberia) e gli incendi che hanno colpito la California. E anche l’Australia”.

“Questo nuovo Efesto si dà da fare un po’ ovunque: in America, in Russia, in Australia e nella Foresta Amazzonica. E deve avere anche un particolare legame con la Sicilia e con la Sardegna. Lungi da noi difendere i liberisti che, soprattutto da qualche decennio a questa parte, sono la rovina del mondo in cui viviamo. Ma nutriamo qualche dubbio sul fatto che Bolsonaro, per la frenesia di creare nuovi spazi a chi deve speculare sul territorio brasiliano, sia il responsabile degli incendi nella Foresta Amazzonica. Così come nutriamo dubbi sul fatto che Putin si sia divertito  ad incendiare la Siberia. E, volendo, nemmeno Trump deve essere felice per gli incendi della California. Con molta probabilità, i primi a non capire quello che sta succedendo nel mondo sono proprio i politici. O, forse, qualcuno di loro sa qualcosa che noi non sappiamo“.

Seconda considerazione: il dolo. Davanti agli incendi – che sono quasi tutti di natura dolosa, anche se aiutati dal clima caldo – una buona regola dovrebbe essere quella di provare a capire chi è che ci sta guadagnando qualcosa o che ci guadagnerà in futuro. Se non si parte da questo – considerato che il fenomeno è mondiale – si rischia di non fare molta strada.

In Sicilia, per esempio, dove gli incendi nelle aree veri non sono mai mancati, ma dove sono diventati devastanti negli ultimi sei-sette anni, non sono mancate le analisi sbagliate. Come la semplificazione che vede negli operai forestali i possibili responsabili. Niente di più errato.

Provate a pensare – come pensiamo noi – che gli operai della Forestale siciliana non c’entrino proprio nulla con gli incendi che negli ultimi anni hanno devastato tante aree verdi della Sicilia. Pensate che soddisfazione, per la banda di criminali che sta dietro questi incendi, vedere l’opinione pubblica siciliana e il Governo della nostra Isola che attaccano gli operai della Forestale: non solo hanno incenerito centinaia di ettari di boschi, ma si godono anche lo spettacolo di un’opinione pubblica e di un Governo regionale che, invece di capire quello che sta succedendo, se la prendono con soggetti che non c’entrano nulla!

La stessa cosa provate a pensarla per la Foresta Amazzonica: provate a immaginare che dietro gli incendi di uno dei ‘Polmoni del mondo’ (per la cronaca, la Foresta Amazzonica produce il 20% dell’ossigeno della Terra: ogni tanto) non ci sia Bolsonaro, ma altri interessi, per esempio terroristici: non sarebbe una bella soddisfazione per questi terroristi vedere tanti leader del mondo che attaccano Bolsonaro mentre loro se la ridono?

Dopo di che, attenzione: i liberisti c’entrano pure.

In tutta l’Italia si tagliano alberi per fare posto alle antenne della tecnologia 5G? (VIDEO)

Terza considerazione: partire dalla realtà che ci sta intorno. La prima cosa da fare è partire dalla realtà che ci sta intorno. Abbiamo ricordato gli incendi di grande estensione registrati nella Foresta Amazzonica, in Australia, in Siberia, in California. Non dimentichiamo gli incendi spaventosi che hanno funestato la Svezia nel 2018. Sempre nel 2018 c’è il caldo record in Scandinavia con una catena di incendi paurosi.

Ecco un elemento importante: dal Polo Nord al Polo Sud, passando per l’Equatore, all’aumentare delle temperature aumentano gli incendi. Fenomeno naturale, si dirà. Naturale fino a un certo punto, però: perché la vastità delle fiamme in ragione del clima non è stato un fatto molto naturale: c’è il dubbio che qualcuno sia intervenuto per propagare il fuoco. E questo è un dubbio che – lo ribadiamo – riguarda tante aree del mondo.

Leggendo i commenti in Sicilia, dopo l’incendio di Altofonte – sicuramente spaventoso – si ha la sensazione che il problema riguardi solo la nostra Isola. Non è così. Qui di seguito trovate la situazione degli incendi in questi tutte le regioni italiane:

QUI UNA SERIE DI ARTICOLI SUGLI INCENDI DI BOSCHI DI CALABRIA  

4200 incendi in Puglia (quasi nessuno spontaneo), la Protezione civile prova a salvaguardare boschi. Pronto il piano per il Gargano

LA SERIE DI INCENDI IN BASILICATA 

Incendi boschivi in Campania, oltre 236 dall’inizio dell’anno: 12 le persone denunciate

Molise devastato dagli incendi, il Presidente: “Ancora non è finita ma grande lavoro di squadra”

CRONACA DEGLI INCENDI BOSCHIVI IN ABBRUZZO

GLI INCENDI IN TOSCANA

SITUAZIONE INCENDI BOSCHIVI IN EMILIA ROMAGNA

QUI TROVATE UNA SERIE DI ARTICOLI SUGLI INCENDI BOSCHIVI NELLE MARCHE 

INCENDI BOSCHIVI IN VENETO

GLI INCENDI BOSCHIVI IN PIEMONTE 

GLI INCENDI BOSCHIVI IN SARDEGNA

GLI INCENDI BOSCHIVI IN LOMBARDIA

Ci sono anche gli incendi boschivi in Francia (come potete leggere qui). E incendi boschivi in altri Paesi europei.

Tornando all’Italia, poniamo una domanda a tanti cittadini siciliani che, sulla rete, hanno attaccato gli operai della Forestale: pensate veramente che i responsabili di questi disastri ambientali siano i forestali? Non vi sfiora l’idea che, dietro questi incendi – che riguardano quasi tutte le Regioni italiane e altri paesi del mondo – ci possa essere una regia? Il fatto che sembra quasi impossibile trovare chi appicca il fuoco non ci dovrebbe fare riflettere?

Andiamo alle domande e alle possibili risposte.

Se dietro questi incendi c’è una regia, ebbene, è evidente che dietro ci debbono essere interessi. Se il fenomeno è globale, è evidente che ci possono essere interessi globali. Ma nella globalità ci possono essere poi delle specificità territoriali.

Noi non abbiamo la sfera di cristallo. Ci limitiamo soltanto a qualche ipotesi.

La prima ipotesi è che gli interessi che stanno dietro al fuoco possono essere di natura economica o geopolitica. Noi non crediamo che dietro le fiamme che hanno devastato mezzo mondo, che hanno devastato il verde tante regioni italiane e, quindi anche la Sicilia, ci siano dei semplici piromani.

La nostra idea e che, dietro gli incendi dei boschi – lo ribadiamo – ci sia una strategia globale che si articola in tante iniziative territoriali.

“LA SOCIETA’ OPULENTA” DI GALBRAITH – Perché il fuoco? Perché con il fuoco si possono cambiare gli equilibri geopolitici. C’entra il liberismo che oggi sta provando a conquistare il mondo? Probabilmente sì, ma non una spiegazione contenuta in un saggio del grande economista americano di origini canadesi, John Kenneth Galbraith. Il saggio è stato pubblicato nel 1958. Il titolo è La società opulenta. 

In questo saggio Galbraith demolisce i miti dell’economia politica tradizionale e, in particolare, il mito del liberismo economico. E spiega che i liberisti, in realtà, non sono altro che soggetti che, utilizzando l’economia di mercato a proprio uso e consumo, puntano ad eliminare gli avversari per diventare monopolisti, cioè proprietari di tutto. 

Che è quello che sta succedendo – per esempio – con l’agricoltura del Sud Italia. I liberisti dell’Unione europea stanno utilizzando la globalizzazione dell’economia (e le stesse leggi italiane sul lavoro nero) per distruggere l’agricoltura del Sud Italia e impossessarsi, per quattro soldi, dei terreni degli agricoltori del Sud Italia. La vicenda del grano duro del Sud Italia e siciliano, in questo senso, è paradigmatica.

E’ un caso se il fuoco, nel mondo, colpisce prevalentemente i Paesi che si oppongono all’ideologia criminale dei liberisti? Putin si oppone al liberismo. L’America di Trump si oppone al liberismo. Le socialdemocrazia del Nord Europa cercano di resistere al liberismo.

L’Italia, Paese ormai alla deriva, fa storia a sé. E’ un caso se l’Italia subisce, contemporaneamente, una sorta di invasione dei migranti e gli incendi a ripetizione in tante Regioni? Il fatto che non si parli degli incendi in tante Regioni italiane fa sparire il problema? Semmai a mancare è l’informazione sull’andamento generale del fenomeno.

E arriviamo, così, alla Sicilia, che fa storia a sé. Chi legge I Nuovi Vespri non dovrebbe avere dubbi sul fatto che l’agricoltura siciliana sia sotto attacco. E chi conosce un po’ la storia economica della nostra Isola non può non chiedersi perché è ‘vietato’ far fruttare le miniere di zolfo e, soprattutto, di le miniere solfato di potassio della Sicilia. Così come non si capisce il perché, negli ultimi anni, una forza misteriosa e oscura ha frenato il rilancio della Terme di Sciacca e di Acireale. O perché i tedeschi della Lidl hanno potuto aprire in Sicilia oltre 50 Centri commerciali.

Le fiamme che stanno distruggendo il verde della Sicilia rientrano nella ‘colonizzazione’ in atto? Un fatto è certo: con la globalizzazione dell’economia i signori della Ue stanno distruggendo l’agricoltura siciliana. L’obiettivo è portare gli agricoltori dell’Isola con l’acqua alla gola.

Ma qualcosa non sta funzionando. Perché, nonostante tutto – nonostante i controlli a tappeto e nonostante i tentativi di di distruggere le tre coltivazioni tipiche della Sicilia; grano duro, vite da vino e olio d’oliva – gli agricoltori siciliani resistono.

L’obiettivo, l’abbiamo già sottolineato, è distruggere il reddito degli agricoltori e, contestualmente, fare in modo che il prezzo dei terreni diminuisca. Il fuoco nelle aree verdi della nostra Isola, piaccia o no, deprezza i terreni e impoverisce il territorio.

Bisognerà capire, adesso, come reagirà la politica siciliana.

Gli incendi in Amazzonia, in Siberia, in California e in Australia

Fonte: www.inuovivespri.it





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