La Sicilia brucia ancora, brucia da almeno trent’anni con intensità crescente e ormaiintollerabile. I siciliani e tutti coloro che conoscono ed amano questa terra ricca dibellezze naturali e paesaggistiche, sono stanchi di assistere allo scempio costante delsuo patrimonio boschivo e della sua preziosa biodiversità. Negli ultimi anni l’Isoladetiene il triste primato nazionale del maggior numero d’incendi e della più estesasuperficie totale (più di 6.000 Ha) percorsa dal fuoco. Il 2020 non sarà da meno,come gli ultimi gravissimi incendi di Selinunte, Riserve di Monte Cofano e Zingaro,Altofonte, Parco dell’Etna, Noto, Bosco di San Pietro, Peloritani (solo per citarnealcuni) dimostrano chiaramente.
Con tutta evidenza la politica antincendi è fallimentare e va cambiata dallefondamenta!
Già tre anni fa un coordinamento di associazioni ambientaliste e liberi cittadini avevaportato all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica nazionale il problemadegli incendi in Sicilia con varie iniziative, culminate nella marcia dei 3.000 alloZingaro e aveva denunciato, con un dettagliato dossier consegnato alla Procura diTrapani, l’inefficienza della politica forestale siciliana.
Tutto inutile. Solo promesse alle quali non sono seguiti i fatti.
Tre anni dopo si ripete il triste rito degli incendi e delle lacrime di coccodrillo di chi,tanto a livello politico che tecnico-operativo, non è stato in grado di garantire latutela del patrimonio boschivo e la sicurezza dei cittadini.
Il dossier per le indagini è ammuffito nel cassetto, ignorato dalla Magistratura, ivertici dirigenziali degli Enti preposti alla tutela non sono cambiati, la gestionepolitica regionale è rimasta inconcludente ed inefficace. L’uso di nuove tecnologie peril controllo del territorio non è mai stato avviato, né c’è stato il necessario ricambio diuomini e mezzi, né adeguata prevenzione. Senza queste misure di rinnovamento lapolitica di contrasto agli incendi è un’arma spuntata e la Forestale, già abbandonataa se stessa, è sempre più un pesante carrozzone clientelare.
Crediamo nella gestione pubblica dei beni comuni, tra i quali i boschi e riserve, eriteniamo che debbano essere respinti i tentativi di inserire criteri di privatizzazionenella loro gestione.
NON SERVONO PIÙ PAROLE, NÈ FACILI PROMESSE, MA ATTI CONCRETI!
CHIEDIAMO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA:
- CHE LA SALVAGUARDIA E LA TUTELA DELLE RISERVE NATURALI E DELPATRIMONIO BOSCHIVO DELLA SICILIA DAGLI INCENDI DIVENTI UNAPRIORITA’ NELL’AGENDA POLITICA REGIONALE, A PARTIRE DA UNA NUOVALEGGE QUADRO CHE RIFORMI L'INTERO SETTORE, PRESO ATTO DELCERTIFICATO FALLIMENTO DELL'ASSETTO ATTUALE
- CHE VENGA ISTITUITA UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA REGIONALE CHE SI OCCUPI, SPECIFICATAMENTE, DEL PROBLEMA DEGLI INCENDI, IN QUANTO ATTO TERRORISTICO CONTRO IL PATRIMONIO COLLETTIVO E LA SALUTE DEI CITTADINI, E CHE SI FACCIA PROMOTRICE DI INDAGINI RIGOROSE IN GRADO DI INDIVIDUARE ESECUTORI MATERIALI E MANDANTIE SMASCHERARE GLI INTERESSI CHE RUOTANO ATTORNO ALLA MAFIA DEGLI INCENDI ED EVENTUALI CONNIVENZE POLITICHE
- CHE SI ACCERTINO LE RESPONSABILITÀ INDIVIDUALI SULLA MANCATA O PARZIALE APPLICAZIONE DELLE NORME DI PREVENZIONE E CONTRASTO DEGLI INCENDI E SI PROCEDA ALL'IMMEDIATA RIMOZIONE DEI FUNZIONARI/DIRIGENTI INADEMPIENTI
La questione ambientale è a un punto di svolta, in Sicilia come nel resto del mondo. Ilcambiamento climatico è già in atto e i suoi effetti catastrofici, tra cui l’aumentoesponenziale degli eventi estremi che facilitano gli incendi, sono evidenti. Ora è ilmomento di agire o sarà troppo tardi per tutti.
COORDINAMENTO REGIONALE ‘SALVIAMO I BOSCHI’- SICILIA
Firma quì la petizione
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