Dal sito www.ildigitale.it
In questi giorni di calo dei contagi in Italia a prendere il posto preminente nelle cronache del coronavirus ci pensano gli incendi che stanno bruciando la nostra penisola, dall’Abruzzo alla Sicilia, complice anche la siccità. Quello che è più inquietante è questo dato della Coldiretti (Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti) che attesta al 60% degli incendi una matrice di stampo doloso. Fa eco anche Legambiente (la più grande associazione ambientalista italiana) nel denunciare la gravità della situazione, riportando numeri che fanno accapponare la pelle, sia per ettari distrutti negli anni sia per l’incremento degli episodi dolosi. Senza contare, possiamo continuare a leggere sul comunicato della Coldiretti che per:
Far rinascere i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno almeno 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.
Gli incendi, una catastrofe fino ad oggi dimenticata
Ogni anno, ogni estate, ritorniamo a questa situazione drammatica che incide sulla nostra economia, sul nostro benessere ambientale e anche sulla nostra sicurezza, senza che il problema venga affrontato in maniera determinante e decisiva. Ogni anno la situazione peggiora. Complice indiscusso il cambiamento climatico, il caldo torrido eccezionale e l’assenza sempre più frequente di piogge (e violentissime quando si presentano). Legambiente in un rapporto sulle ecomafie ci informa che dal 2016 al 2018 sono state accertate in Italia 13.219 infrazioni tra incendi dolosi, colposi e generici, con 1.280 denunce, 57 arresti e 355 sequestri. Durante lo stesso arco di tempo, dal 2016 al 2018, nella penisola sono bruciati 182.806 ettari di superficie, boscata e non. E ciò è catastrofico. Poi si sposta su chi ha la responsabilità della tutela ambientale:
Ad oggi poca prevenzione e controlli. Le Regioni mettano in campo più azioni, mirate ed efficaci di contrasto del fenomeno. I comuni realizzino il censimento delle aree percorse dal fuoco. Nei casi più gravi si applichi la legge sugli ecoreati, configurando il delitto di disastro ambientale.
Una fotografia di un incendio durato ore che ha interessato il Monte Cofano a San Vito lo Capo, Provincia di Trapani, Sicilia, Agosto 2020.
L’Italia che brucia di fronte ai nostri occhi
La Sicilia brucia su tutto il suo territorio. Il sindaco di Piazza Armerina, colpita da diversi incendi importanti afferma: “Cinque incendi che partono insieme non possono che essere dolosi. Qui si tratta di criminali in azione”. La Sardegna non viene risparmiata, 21 incendi domati in poche ore che le prime indagini del nucleo investigativo del Corpo forestale di Nuoro fanno ipotizzare di origine dolosa. Secondo i Carabinieri Forestali dell’Aquila l’ipotesi di un’azione dolosa, viste le dinamiche e le tempistiche, è la più probabile dietro gli enormi incendi che stanno devastando migliaia di ettari di bosco e non intorno al capoluogo abruzzese. E questo solo in questi ultimi giorni, senza contare i casi in Puglia, Lazio e altre regioni italiane. L’intera penisola non viene risparmiata da criminali senza scrupoli, inciviltà dei singoli e una scarsa educazione e sensibilità verso la terra.
I danni degli incendi, morali ed economici
Questo semestre del 2020, che si attesta come il più torrido mai registrato da più di un secolo, con il suo caldo africano e la diffusa siccità creano un ambiente tristemente favorevole ai piromani. Continua la Coldiretti sottolineando che sono evidenti le conseguenze dei cambiamenti climatici che compromettono anche le coltivazioni nei campi, per un costo per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
Campi che bruciano attorno a Bonorva, nel Sassarese, Sardegna, Agosto 2020.
Come sempre ci vogliamo soffermare un minuto su queste tragedie ambientali. Molto spesso dietro agli incendi più devastanti c’è una mente criminale che ha un evidente interesse economico nella devastazione che diffonde. Ma altrettanto spesso gli incendi sono innescati da un’inciviltà diffusa e una scarsa sensibilità verso il l’ambiente che ci circonda. Un mozzicone di sigaretta qui, un barbecue in un posto a rischio là, e così via via sono sempre molte le azioni incoscienti che non possono più essere tollerate. Ci vorranno anni, decenni in alcuni casi per recuperare ciò che è andato perduto. E molti ecosistemi non si riprenderanno mai perché non troveranno le stesse condizioni e equilibri che avevano caratterizzato la loro proliferazione. Deforestazione, siccità, desertificazione, inondazioni e frane. Cercate questi termini su Google e leggete con attenzione, perché più andremo avanti in questa direzione, più saranno presenti nella nostra quotidianità. Siamo lì, a ridosso dei cosiddetti tipping point, punti di non ritorno dei sistemi ambientali a partire dalle quali si originano cambiamenti ambientali rapidi, significativi ed irreversibili che vanno ad interessare anche il sistema climatico globale. Il clima non ha confini, e noi non possiamo disinteressarcene, non abbiamo più questo lusso.
Siamo di fronte a un punto di non ritorno della crisi ambientale senza precedenti nella storia umana e la nostra stessa sopravvivenza dipende dalla protezione della natura.
Leonardo Dicaprio
Fonte: www.ildigitale.it
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