02 luglio 2020

RIQUALIFICAZIONE TIMPA DI LEUCATIA. CARDELLO: “AVVIARE RECUPERO”. PROCESSO CHE POTREBBE ESSERE AVVIATO A BREVE, NON PRIMA PERÒ DI AVER LIBERATO L’AREA DALLE STERPAGLIE CHE LA METTONO A RISCHIO INCENDI


Dal sito livesicilia.it

Sulla collina, dove sono stati rivenuti reperti archeologici, dominano incuria e degrado.

di Melania Tanteri
CATANIA – Un’area a verde ampia e custode di reperti storici di un certo rilievo. Eppure, da decenni, si attende la riqualificazione. È la Timpa Leucatia, collina che sormonta la via Leucatia – a pochi metri dalla grotta all’interno della quale sono stati ritrovati reperti preistorici – e che da quasi dieci anni attende lavori di recupero e valorizzazione. Processo che potrebbe essere avviato a breve, non prima però di aver liberato l’area dalle sterpaglie che la mettono a rischio incendi.

E quanto chiede il consigliere del secondo municipio, Andrea Cardello. “Per il progetto di recupero della Timpa di Leucatia occorre avviare immediatamente un processo di bonifica dalle sterpaglie e di cura del verde che serva a prevenire eventuali incendi – afferma il consigliere che si rivolge a Palazzo degli Elefanti chiedendo di attivare “quei piani di recupero per l’enorme area verde che oggi è solo un pericolo per tutti i residenti della zona”.

Rendere il territorio più vivibile ed a misura d’uomo, l’obiettivo di Cardello che, partendo dalla mozione del presidente della circoscrizione, Ruffino, ha deciso di accendere i riflettori su questa parte della città.

“Al quartiere serve verde e infrastrutture, non discariche a cielo aperto e rischio incendi” – tuona, evidenziando come il polmone verde di via Leucatia sia “da rivalutare e proteggere, tra via Titomanlio Manzella, via Marchese e via Pietro Dell’Ova”.

Riqualificare un’area di 35 ettari con l’obiettivo ulteriore di convogliare le risorse idriche della Timpa di Leucatia e di raccoglierle in due pozzi, come già proposto anni fa, quanto chiede Cardello. “Ci chiediamo – conclude Cardello – che fine abbiamo fatto i progetti per utilizzare quest’acqua e destinarla alla cura del verde in molti altri parchi di Catania. Una richiesta a cui si va ad aggiungere anche la rivalutazione definitiva dell’acquedotto benedettino del ‘600 che oggi è escluso da tutti i circuiti turistici della città”.

1 Luglio 2020

Fonte: livesicilia.it





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