05 luglio 2020

REGIONE, IL CONTO DEL COVID: PIL MENO 7,8 PER CENTO E I DISOCCUPATI AUMENTANO DEL 4,8 PER CENTO


Dal sito palermo.repubblica.it

Il documento di economia e finanza regionale per il periodo 2021-2023 presentato dall'assessore Armao: "La pandemia ha aggravato una situazione già preoccupante"

di CLAUDIO REALE - 04 luglio 2020

La Sicilia avrà un calo del Prodotto interno lordo del 7,8 per cento a causa del coronavirus e perde il 4,8 per cento di occupati. E in questo andrà meglio del resto del Paese. È la stima contenuta nel Documento di economia e finanza regionale 2021-2023 presentato dall'assessore regionale all'Economia Gaetano Armao: “A fronte di un -8 per cento di Pil a livello statale – osserva Armao nella prefazione - in Sicilia la perdita risulta di poco inferiore (-7,8 per cento)”. Il dato, però, per ammissione dello stesso Armao non è del tutto positivo: “Tale dato – osserva l'assessore all'Economia - non deve risultare confortante sia per la maggior tenuità del rimbalzo previsto per il prossimo anno +3,4 per cento contro il più consistente +4,7 per cento dell'economia nazionale, ma soprattutto poiché si aggiunge alle perdite dal 2008 (quasi un -15 per cento)”.
Per Armao, poi, “la pandemia da Covid19 e gli effetti economici congiunturali hanno determinato un aggravamento della già persistente precarietà sociale con effetti inibitori sul desiderio di avvenire. E tale pernicioso effetto indotto dispiega i propri effetti pregiudizievoli sulle famiglie come sulle imprese”. C'è innanzitutto un problema occupazionale: “I dati – si legge nella prefazione - evidenziano infatti che da febbraio 2020 nel Paese livello di occupazione è diminuito di oltre mezzo milione di unità e le persone in cerca di lavoro di quasi 400 mila, a fronte di un aumento degli inattivi di quasi 900 mila unità. La rilevazione registra in Sicilia 1 milione 320 mila occupati, in flessione congiunturale del 4,8 per cento rispetto al trimestre precedente a fronte di una contrazione dell'1,3 per cento a livello nazionale”.
L'obiettivo, dunque, è chiaramente risalire la china. “Per invertire la tendenza – dice Armao - sono necessari sostegni finanziari efficienti e tempestivi nell’immediato, proprio per far fronte agli effetti più devastanti e paralizzanti della chiusura delle attività e della vita sociale, ma sopratutto investimenti che rimettano in moto l’economia regionale che corre il rischio di avvilupparsi in una sindrome depressiva”. Il piano della Regione si articola in nove punti: dalle Zes, varate un mese fa dal ministro del Mezzogiorno Giuseppe Provenzano, al turismo, per il quale si punta sul “rafforzamento del brand Sicilia” partecipando alle fiere di settore, fino alle infrastrutture, per le quali si parla di “integrazione tra i diversi sistemi di trasporto presenti in Sicilia (gomma, ferro, mare), senza trascurare la bigliettazione elettronica e l’infomobilità”, senza però neanche un cenno esplicito al Ponte sullo Stretto di cui si è molto tornato a parlare nelle ultime settimane. Fra gli altri punti citati da Armao la riforma dell'urbanistica, quella dell'energia e la pianificazione sui rifiuti, ma anche un investimento sulla scuola (con “iniziative che riguardano anche le scuole paritarie”, cioè i privati, promette Armao), la semplificazione amministrativa e il vecchio cavallo di battaglia di Armao, l'agenda digitale. “L’obiettivo – promette l'assessore - già in gran parte raggiunto, è diventare l’area più digitalizzata del Mediterraneo”.

Fonte: palermo.repubblica.it



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