dalla Uila Sicilia
“Le istituzioni politiche non dovrebbero aspettare le notizie giornalistiche su un omicidio e su un’ipotesi investigativa per ricordarsi che in Sicilia il caporalato infesta l’agricoltura come il peggiore dei parassiti. Da anni, noi di Fai Cisl-Flai Cgil-Uila Uil chiediamo una legge regionale per rafforzare gli strumenti di contrasto allo sfruttamento lavorativo nel settore. Adesso, finalmente, il governo Musumeci faccia un passo concreto convocando non solo le organizzazioni sindacali ma anche le associazioni datoriali per un percorso di approfondimento, confronto e definizione di misure in grado di mettere la nostra Regione alla pari di altre che in Italia sono già intervenute in materia”. Lo dichiarano i segretari generali di Fai Cisl-Flai Cgil-Uila Uil Sicilia Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino commentando le notizie sull’assassinio di Adnan Siddaque, il lavoratore di origini pakistane ucciso a Caltanissetta dopo avere aiutato in passato alcuni braccianti immigrati a denunciare la loro condizione di vittime dei “nuovi schiavisti”.
Manca, Russo e Marino, che hanno chiesto al presidente della Regione un “incontro urgente”, sottolineano l’esigenza di una “bonifica delle paludi costituite dal lavoro nero” e ricordano “l’occasione epocale rappresentata dal recente decreto nazionale sulle regolarizzazioni che ora impone alla Regione una verifica sulla effettiva capacità degli Ispettorati del Lavoro a fare fronte, presto e bene, ai compiti richiesti dalla legge”. Quindi, ancora a proposito dell’auspicata legge siciliana anticaporalato, i segretari generali di Fai-Flai-Uila Sicilia ricordano fra l’altro “l’esperienza del Lazio in cui sono ormai da tempo in vigore norme che, accogliendo numerose proposte sindacali, valorizzano il ruolo della rete del lavoro agricolo di qualità”. “Questo strumento, introdotto dal Parlamento nazionale con l’ormai storica legge 199, prevede – spiegano Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino – una sinergia tra istituzioni, sindacato e associazioni d’impresa per promuovere la legalità nella filiera agroalimentare intervenendo particolarmente su mercato del lavoro, trasporto e accoglienza degli operai agricoli. Noi, in Sicilia, chiediamo altresì un pieno coinvolgimento delle organizzazioni dei consumatori perché questa battaglia di civiltà si combatta già al momento di fare la spesa, emarginando i prodotti delle aziende-pirata. Attendiamo ora che la Regione faccia un passo avanti. Sarebbe anche questo un buon modo per ripartire in sicurezza e legalità”.
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