Anche la Sicilia verso l'obbligo dei dispositivi ma solo nelle farmacie e nei supermercati. "Non sprechiamo gli sforzi fatti"
di CLAUDIO REALE -08 aprile 2020
L’avviso è quasi un appello accorato: « Non sprechiamo gli sforzi fatti finora». Il presidente della Regione Musumeci ha lavorato tutto il giorno alla stretta di Pasqua: in vista di una fine del periodo critico che l’Institute for health metrics and evaluation di Washington giudica imminente, il governatore scommette sull’uso delle mascherine per tutti, ma solo all’interno dei negozi. Misure che fanno il paio con i controlli serrati per impedire ai siciliani di raggiungere le seconde case durante la Pasquetta e con la chiusura dei negozi alimentari anche il lunedì dell’Angelo.
Mascherine, obbligo “light”
La misura più rilevante è però l’obbligo “ light” della mascherina: a differenza del collega lombardo Attilio Fontana, il governatore ha ripetuto per tutta la giornata ai suoi uomini più vicini l’intenzione di limitarsi a chiedere l’uso dei dispositivi di protezione all’interno dei negozi e delle farmacie, ma anche negli uffici aperti al pubblico. «Al momento – ragionavano ieri alla Regione – abbiamo dati più incoraggianti rispetto a quelli di altre regioni». Non è il momento per allentare la tensione, ma la situazione è decisamente migliorata rispetto alle scorse settimane: la Sicilia, del resto, secondo i dati raccolti da Google ha dimostrato di volere rispettare l’obbligo di limitare gli spostamenti, riducendo di almeno il 75 per cento le uscite e comportandosi in queste settimane in maniera addirittura più virtuosa rispetto a regioni- focolaio come appunto la Lombardia.
Chiusi i negozi alimentari
Nei prossimi giorni, però, bisognerà fare ancora qualche sacrificio. Nei giorni di Pasqua e Pasquetta i controlli per evitare che i siciliani raggiungano le seconde case saranno più serrati, ma d’altro canto quasi tutto sarà chiuso: il presidente della Regione ha infatti esteso ai giorni festivi l’obbligo di abbassare le saracinesche dei negozi di alimentari e di qualsiasi attività negozio (ad eccezione di edicole e farmacie). Una decisione che i sindacati accolgono con favore: per-Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil «recarsi al lavoro nel giorno di Pasquetta, in piena emergenza sanitaria, significava richiedere ai lavoratori e alle lavoratrici siciliane un immotivato sacrificio che avrebbe giovato esclusivamente a coloro che, incuranti del rispetto delle ordinanze, avrebbero avuto la scusa per uscire da casa pur non dovendo acquistare alcun bene necessario». I sindacati chiedono inoltre «controlli sempre più pressanti per limitare gli spostamenti verso i supermercati, dove tutti dovrebbero andare per reali necessità e non per scuse».
“Non fermate i rider”
Intanto i pasticcieri, i pizzaioli, ma anche i titolari delle rosticcerie si preparano alla Pasqua chiedendo invece una deroga alle norme. La Confederazione nazionale dell’artigianato ha scritto al presidente della Regione chiedendo di poter lavorare con le consegne a domicilio il giorno di Pasqua: nella lettera si propone di «applicare una deroga all’ordinanza per permettere agli operatori del settore di effettuare, nella giornata di domenica, solennità di Pasqua, le consegne a domicilio » . L’obiettivo, secondo i commercianti, è duplice: da un lato favorire la permanenza a casa, evitando possibili assembramenti, e dall’altro frenare la crisi. A firmare la lettera sono il coordinatore e il presidente regionale di Cna agroalimentare Tindaro Germanelli e Michelangelo Latino, che propongono di includere rosticcerie e gastronomie nei bandi emanati dai comuni per i “ buoni spesa”: « Una scelta in questo senso – dicono Germanelli e Latino - darebbe un segnale positivo agli esercenti ed ai produttori sopra richiamati e manterrebbe il principio di permanenza domiciliare della famiglie siciliane».
L’ottimismo degli statunitensi
Negli Stati Uniti, del resto, c’è già chi vede la luce in fondo al tunnel per la Sicilia. L’Institute for health metrics and evaluation, organizzazione indipendente della School of Medicine dell’università di Washington, che fornisce i dati alla Casa Bianca, si spinge a prevedere per il 22 aprile la prima data con zero decessi nell’Isola, « salvo un allentamento delle misure di distanziamento sociale o un rimbalzo dei contagiati » . C’è da dire però che in un bollettino precedente l’istituto aveva previsto per ieri 139 decessi in Sicilia, punto medio di un range compreso fra 129 e 155: i dati forniti dalla Regione ne fotografano 125. L’istituto statunitense, ad ogni modo, prevede che il 4 agosto, quando i dati saranno stabili, il totale dei decessi registrati nell’Isola sarà di 205. Una luce in fondo al tunnel, insomma, si inizia a vedere. Perché gli sforzi non siano vani, però, ne serve ancora qualcuno.
Fonte: palermo.repubblica.it
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