di ANTONIO FRASCHILLA - 27 aprile 2020
La Sicilia chiederà al governo Conte alcune deroghe alle riaperture delle attività produttive previste dal 5 maggio. E non è esclusa qualche forzatura, con una ordinanza del governatore che a breve dovrebbe essere varata e che potrebbe andare oltre ad alcune scelte previste a livello nazionale: ma se in passato la Sicilia si era distinta per misure più restrittive, adesso il governatore potrebbe aprire ad un allargamento delle maglie. Nulla di ufficiale, ma a Palazzo d'Orleans alcuni assessori spingono per consentire un maggiore numero di riaperture. In particolare per parrucchieri e barbieri, con l'obbligo della prenotazione però e dell'uso delle mascherine, e sul fronte sportivo per consentire ai circoli e ad alcuni centri sportivi di poter consentire la ripresa dell'attività evitando magari di far fare docce all'interno e sempre con l'obbligo della prenotazione e del numero di accessi limitato. "La Sicilia non è nelle condizioni della Lombardia, non possiamo restare del tutto chiusi", dice un assessore di peso nella giunta.
La Cna chiede a Musumeci maggiori deroghe: “Facendoci carico della rabbia e del disagio della categoria – afferma il coordinatore del comparto di Cna Sicilia, Francesco Cuccia – ci siamo subito mossi. Chiederemo con forza, attraverso un accorato appello alle Istituzioni Politiche della Regione con in testa il presidente Musumeci, - che la Sicilia, facendo leva sul fatto che la parabola del contagio sia ormai vicina allo zero, rivendichi una diversa programmazione della ripresa delle attività in modo da consentire ad acconciatori e centri estetici, e aggiungiamo noi anche bar e ristoranti, una riapertura più ravvicinata nell’ambito della calendarizzazione dell’avvio della fase 2. "
Per il resto Musumeci comunque ha accolto con favore lo stop alla mobilità extraregionale, anche sul fronte del turismo: "Noi, almeno per quest'anno, puntiamo su un turismo autoctono", ha detto in una intervista a La Stampa. "Speriamo che i dati epidemiologici potranno consentire di aprire anche al resto degli italiani - aggiunge -, ma intanto come Regione, abbiamo comprato dei pacchetti che affidiamo ai tour operator: chi va in vacanza può pagare due notti e la terza la regaliamo noi". Musumeci, che ribadisce di essere "contrario" alla mobilità extra-regionale in questa fase ("dal Nord era arrivata la proposta dell'apertura verso altre regioni ma c'è stato un no di de luca e mio"), poi racconta così le richieste avanzate al governo nazionale nel corso della cabina di regia di ieri con le regioni: "Abbiamo bisogno di spendere risorse pubbliche, aprire velocemente i cantieri. Con le procedure vigenti possiamo scordarcelo perchè impongono attese estenuanti, incompatibili con la gravità del momento: bisogna snellire le procedure. Il presidente - racconta Musumeci - si è riservato di decidere".
Fonte: palermo.repubblica.it
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