di Salvo Toscano
Finanziaria all'esame delle commissioni. La Regione spera nello sblocco di altre somme
PALERMO - La finanziaria regionale ha cominciato a muovere i suoi primi passi all’Ars. Le commissioni di merito sono al lavoro per esaminare il testo, che arriverà in Aula la settimana prossima per essere approvato entro il 30 aprile quando scadrà l’esercizio provvisorio. Ieri sono stati approvati alcuni emendamenti al testo presentato dal governo. “La commissione Affari istituzionali ha approvato un emendamento Pd alla finanziaria regionale che incrementa da 200 a 300 milioni di euro il Fondo perequativo destinato ai Comuni siciliani per compensare le minori entrate derivanti dalla gravissima emergenza Coronavirus”, hanno annunciato il capogruppo dem Giuseppe Lupo e il parlamentare Antonello Cracolici, componenti della commissione Affari istituzionali dell’Ars. Un altro emendamento approvato destina due milioni di euro ai Comuni di Agira, Salemi, Troina e Villafrati, cioè le così detta "zone rosse", un “segno tangibile dell’attenzione della politica nei confronti dei territori”, ha commentato Baldo Gucciardi, parlamentare del Pd e primo firmatario dell’emendamento. In commissione Attività produttive è passato l’emendamento che prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro per le imprese siciliane che si convertono alle produzioni Covid19 (ad esempio aziende tessili che producono mascherine). "Un sostegno concreto", lo ha definito il vicepresidente della commissione Michele Catanzaro. L’Udc ha presentato un pacchetto di emendamenti da 400 milioni con Figuccia e Lo Giudice per interventi in favore di formazione, turismo, forestali ed ex Pip.
Resta sempre aperta la partita con Roma per liberare altre risorse che la Regione potrebbe impiegare per varare misure anticicliche che fronteggino il tracollo del Pil determinato dal lockdown. Da una parte c’è il contributo al risanamento della finanza pubblica, circa un miliardo, che il governo regionale spera di recuperare, e poi c’è la rateizzazione del rientro dal disavanzo, spalmata in dieci anni: in commissione paritetica c’è stata una prima apertura sulla possibilità che la prima rata del piano di rientro sia versata dalla Sicilia non nel 2020 ma nel 2021, e questo libererebbe altri 400 milioni circa. Ma ci vorranno provvedimenti del governo e quindi, anche in caso di soluzione positiva, su queste somme non si potrà contare in sede di approvazione dei documenti contabili ad aprile.
Intanto, serpeggia il timore che a Roma possa maturare un nuovo scippo di risorse al Mezzogiorno. " Un documento stilato dai tecnici del Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica (Dipe), ha 'suggerito' di poter sfruttare il momento difficile per togliere al Meridione risorse per investimenti, vincolate per legge. Non vorremmo che l'infelice esempio di quanto fece il governo Berlusconi nel 2010 come reazione alla crisi economica venisse riproposto e con lo stesso risultato: togliere al sud per dare al nord”. Così i parlamentari siciliani del M5S lanciano l'allarme sulla proposta “tecnica" di riprogrammazione ed eliminazione del vincolo territoriale (80% al Sud e 20% al centro-nord) dei Fondi di Coesione e Sviluppo, e la messa in pausa della clausola del 34% che dovrebbe destinare alle regioni meridionali una quota di investimenti ben definita. "Come Movimento 5 Stelle non permetteremo che questa azione possa essere portata a compimento – dicono i parlamentari siciliani pentastellati -. È illogica e non rispettosa dei veri bisogni ed interessi del Paese. Siamo felici che già il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Turco, e il Ministro per il Sud, Provenzano, abbiano puntualizzato che quel documento è solo una bozza non ancora sottoposta al vaglio della politica. È bene ribadire la linea del M5s: nessuna penalizzazione per il meridione”.
Oggi, intanto, la Regione dovrebbe trasmettere all’Inps una prima tranche di decreti per la cassa integrazione in deroga, che attendono 137mila lavoratori in Sicilia. Lo ha annunciato ieri l’assessore al Lavoro Scavone. Il premier Giuseppe Conte ieri al Senato ha annunciato per i prossimi giorni un nuovo decreto economico da 50 miliardi a sostegno di famiglie e imprese. Nella Nota sulla congiuntura di aprile dell’Ufficio parlamentare di bilancio si stima un crollo del Pil di 15 punti percentuali nel primo semestre di quest’anno in Italia.
22 Aprile 2020
Fonte: livesicilia.it
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