21 marzo 2020

IN ITALIA SERVE UNA STRATEGIA FORESTALE NAZIONALE. 10 PROPOSTE DI LEGAMBIENTE SULLA GESTIONE DELLE FORESTE ITALIANE


Dal sito www.lanuovaecologia.it

Nel mondo le foreste ospitano oltre l’80% delle specie terrestri di animali e piante e assorbono ogni anno circa 2 miliardi di tonnellate di CO2. I boschi italiani sono tra i più ricchi di biodiversità, ma servono politiche responsabili e sostenibili. Le 10 proposte di Legambiente (pdf)

di Antonio Nicoletti -21/03/2020
Il 21 marzo è la Giornata mondiale delle foreste – International Day Forest – indetta nel 2012 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e, senza l’emergenza del COVID-19, in molte località del nostro Paese sarebbe stata celebrata come la festa degli alberi. Sebbene sia il 21 novembre la giornata nazionale degli alberi, come sancisce la legge 10 del 2013, esistono luoghi dove la ricorrenza viene celebrata con l’inizio della primavera. Una tradizione che si ripete anche sulla base di una circolare del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste del 1951 che dava la possibilità nei Comuni di alta montagna di differire la data, appunto, al 21 marzo.

La festa celebra gli alberi e la loro importanza per l’ambiente e per la vita dell’uomo, e nella semplicità dell’atto di piantare un albero, ricordiamo che assorbono anidride carbonica e producono ossigeno; rafforzano il terreno e prevengono, così, il dissesto idrogeologico; riducono l’inquinamento acustico e migliorano l’umore, per citare alcuni benefici. Le foreste, la loro gestione e l’uso sostenibile delle loro risorse, anche negli ecosistemi fragili, sono fondamentali per combattere i cambiamenti climatici e contribuire alla prosperità e al benessere delle generazioni attuali e future. Le foreste svolgono anche un ruolo cruciale nella riduzione della povertà e nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg).

Ovviamente, la pandemia di coronavirus, ha costretto l’Onu a rimandare tutte le iniziative previste in collaborazione con i governi di tutto il mondo, e programmate dal Collaborative Partnership on Forests (Cpf) il partenariato che riunisce organizzazioni internazionali e agenzie delle Nazioni Unite impegnati nei programmi forestali globali.

Il tema scelto per il 2020 dalla Collaborative Partnership on Forests è “Forests and Biodiversity”.. Nonostante il rinvio delle iniziative, all’Onu sottolineano ugualmente che l’International day forest celebra e aumenta la consapevolezza dell’importanza di tutti i tipi di foreste, e tutti i paesi sono incoraggiati a intraprendere sforzi locali, nazionali e internazionali per organizzare attività che coinvolgono le foreste e gli alberi, come campagne di piantagione di alberi. L’Onu ci ricorda, comunque, che le foreste sono ecosistemi estremamente diversificati e, a livello globale,  ospitano oltre l’80% delle specie terrestri di animali e piante e sono costituiti da oltre 60.000 specie di alberi e circa 1,6 miliardi di persone dipendono dalle foreste per i loro mezzi di sussistenza, medicine, carburante, cibo e riparo. Le foreste forniscono servizi ecosistemici all’umanità (purificazione dell’aria e dell’acqua, produzione di alimenti, medicine e prodotti di legno e carta, ecc), le foreste sostengono bacini idrici essenziali e influenzano il clima globale e i modelli delle precipitazioni, e fungono anche da importanti pozzi di assorbimento del carbonio, assorbendo ogni anno circa 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. La gestione sostenibile delle foreste, visto il ruolo vitale delle foreste nella cattura dell’anidride carbonica, è perciò fondamentale per contenere le emissione e limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali.  Ma le foreste sono sempre più vittime delle condizioni di siccità indotte dai cambiamenti climatici, dalla deforestazione causata principalmente dalla conversione di habitat per l’agricoltura su larga scala, e che annualmente distrugge 13 milioni di ettari di foreste. O dagli incendi boschivi che lo scorso anno ha interessato l’Artico canadese, la Siberia, la California e l’Australia, fenomeni che sono stati responsabili di un aumento di circa il 20% di emissioni globali di gas serra in atmosfera.

Nel nostro Paese, i  boschi sono i custodi di un patrimonio ambientale e culturale immenso, poiché ospitano una importante variabilità di comunità forestali alle quali si associa una componente floristica e faunistica tra le più ricche a livello europeo: la flora forestale italiana, infatti, è stimata in 61 famiglie, 133 generi, 469 specie. Le attività selvicolturali, nel tempo hanno modellato e modificato la struttura, la composizione, la complessità e la diversità degli ecosistemi forestali, assecondando e accelerando la naturale evoluzione dei popolamenti trattati, e in alcuni casi proponendo anche nuovi equilibri ecologici.

I boschi del nostro Paese sono tra i più ricchi di biodiversità in Europa perché, fin dagli anni ’70, le migliori foreste sono oggetto di protezione poiché, a differenza del resto d’Europa in cui mediamente la superfice forestale sottoposta a vincoli ambientali è del 21% (Francia 17%, Germania 24%) in Italia il 27,5% (circa 2,8 milioni di ettari) della superfice forestale presenta vincoli di tipo naturalistico, e in Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia più del 50%.

La ricchezza delle nostre foreste è il risultato di profonde trasformazioni territoriali e socio economiche avvenute nel corso dei secoli ma, all’aumento dei valori ecologici e sociali attribuiti ai boschi italiani, si contrappone una carenza di consapevolezza culturale e un abbandono colturale che li espone a sempre più frequenti eventi di disturbo (anche estremi come testimonia la tempesta Vaia) che possono comprometterne la funzionalità e il controllo dei fenomeni di dissesto idrogeologico.

A fronte di questi numeri, però, negli ultimi 50 anni nel nostro Paese sono mancate adeguate strategie per frenare lo spopolamento delle aree interne e montane, si sono perse economie basate sulle filiere boschive locali, è mancata una strategia forestale nazionale finalizzata a migliorare il paesaggio e la qualità del bosco per garantire una più efficace protezione del suolo, di tutela del territorio e di politiche efficaci per ridurre gli effetti del riscaldamento globale.

Sebbene il 27,5% delle foreste sia già tutelato, è necessario continuare a favorire l’evoluzione naturale del bosco e andare oltre questa percentuale. In particolare devono aumentare i boschi vetusti, hot spot di biodiversità forestale, che devono fungere da modelli gestionali per tutte le nostre foreste a partire da quelle presenti nelle aree protette e nei siti Natura 2000.

Per questo oggi più che mai è fondamentale definire una strategia forestale nazionale che metta al centro la definizione di piani di adattamento ai cambiamenti climatici a medio-lungo termine e interventi incisivi di mitigazione, in grado di migliorare la biodiversità e favorire una diversa “struttura” delle foreste per rispondere agli effetti climatici che sollecitano gli habitat forestali. Ma per far ciò è importante anche puntare su una gestione e una pianificazione forestale sempre più sostenibile e responsabile, che venga poi valorizzata e comunicata attraverso la certificazione forestale.

Report Foreste 2019, con 10 proposte di Legambiente sulla gestione delle foreste italiane 
https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/Report-Foreste-2019.pdf

Fonte: www.lanuovaecologia.it











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