Dal sito qds.it
Pietro Vultaggio - 27 Marzo 2020
A fare un po’ di chiarezza è Sergio Villabuona, tutor d’impresa presso l’Università di Messina. Non si deve essere titolari di trattamento pensionistico diretto o altre forme di previdenza_________________________________________________ PALERMO – Il virus ha colpito il comparto economico italiano. Tema caldo è il bonus 600 euro per le partite IVA. Vista la confusione dilagante, ne abbiamo parlato con Sergio Villabuona, consulente del lavoro e tutor d’impresa presso l’Università di Messina.
Chi ha diritto ai 600 euro?
“I titolari di una partita Iva attiva al 23 Febbraio 2020 e i titolari di un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa al 23 Febbraio 2020, che siano iscritti alla Gestione Separata INPS, e gli iscritti, al 23.02.20, all’Assicurazione Generale Obbligatoria, cioè gli iscritti alla gestione Artigiani, Commercianti, Coltivatori diretti, coloni e mezzadri. In entrambi i casi non si deve essere titolari di un trattamento pensionistico diretto e non si devono avere altre forme di previdenza obbligatoria. Pertanto, chi ha anche un rapporto di lavoro subordinato è escluso.
L’indennità poi è prevista per i lavoratori dipendenti stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali che abbiano cessato il rapporto di lavoro nell’arco temporale che va dal 1° gennaio 2019 al 17 marzo 2020. Anche per questi lavoratori non deve esserci titolarità di pensione.
Infine, l’indennità riguarda i lavoratori agricoli (devono aver effettuato almeno 50 giornate effettive di lavoro nel 2019) e i lavoratori dello spettacolo (devono essere iscritti al Fondo pensioni ed avere almeno 30 contributi giornalieri versati). In entrambi i casi non devono essere titolari di pensione”.
Chi non ha diritto ai 600 euro?
“Gli iscritti ad un ordine professionale. Da un punto vista giuridico, questi lavoratori sarebbero garantiti dal Fondo di Ultima Istanza (art. 44 del decreto Cura). Da un punto di vista pratico, è però impossibile che il fondo riesca a tutelare il reddito di tutti i professionisti, poiché la previsione di stanziamento di 300 milioni è esigua. Si tratta, peraltro, anche di categorie professionali in prima linea per l’emergenza Covid, come i consulenti del lavoro o i commercialisti, senza cui non potrebbero essere messe in atto le tutele al reddito previste dal decreto per i lavoratori dipendenti. Professionisti che continuano a lavorare nell’incertezza di aver pagate le parcelle e, al momento, nella certezza di non avere alcuna tutela da parte dello Stato”.
Cosa vuol dire 600 euro una tantum? Una tantum in latino significa ‘una volta soltanto’. Ci saranno altri indennizzi?
“Si tratta di un pasticcio comunicativo. Se è vero che ‘una tantum’ significa una volta soltanto, è vero anche che questa indennità è legata solo a questo intervento specifico. Prendendo per buone le parole del Ministro Gualtieri, è molto probabile che nel mese di Aprile l’indennità verrà riproposta in un decreto apposito”.
Il Bonus è per qualsiasi azienda indipendentemente dal fatturato?
“A ben vedere l’indennità è per gli iscritti alle varie gestioni previdenziali e non propriamente alle imprese. La ratio è quella di integrare direttamente il reddito del beneficiario e non le spese dell’azienda. Chiaramente chi ha una partita Iva sa che è molto complesso scindere le due cose, specialmente nei casi delle ditte individuali. Considerando gli impegni economici ed il totale coinvolgimento che un titolare di partita Iva ha con la propria attività lavorativa, non sono sicuramente bastevoli, aldilà del fatturato. Ad ogni modo non ci sono vincoli di fatturato, se non per i lavoratori dello spettacolo, i quali non possono ottenere il bonus se nel 2019 hanno avuto un reddito superiore ai 50.000 euro. L’indennità è la stessa indipendentemente dal reddito”.
Come può esser fatta la richiesta?
“Attraverso il portale Inps, nella sezione Domande per Prestazioni a sostegno del reddito”.
Quando si può far richiesta?
“Al momento non è uscita la circolare attuativa dell’Inps, ma probabilmente da lunedì 30 marzo”.
La richiesta va fatta autonomamente?
“Autonomamente con un pin dispositivo Inps o lo SPID per accedere al portale, ma anche tramite un patronato, o gli intermediari abilitati (consulenti del lavoro o commercialisti)”.
Fonte: qds.it
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