Dal sito catania.meridionews.it
Un bene di proprietà dello Stato finisce sul mercato all'insaputa degli enti locali della zona. L'area dovrebbe essere al riparo dal rischio cementificazione, ma sono già partiti i movimenti per bloccare l'operazione. Un po' come avvenuto alla Playa
FRANCESCO VASTA 20 SETTEMBRE 2019
L'allarme cementificazione dovrebbe essere comunque scongiurato. Anche nel caso di una potenziale vendita di cui, fino a pochi giorni fa, nessuno sapeva nulla. L'agenzia del Demanio, dopo il caso del boschetto della Playa a Catania, finisce nel ciclone delle polemiche con vista Etna. Sul mercato, nell'ambito di procedure analoghe a quelle che nel capoluogo sono state bloccate, sono andati infatti anche centomila metri quadrati di boschi e terreni lavici sul versante sud della montagna patrimonio Unesco. Si tratta di aree ricadenti in contrada Faggi e nel Bosco Caponetto, in territorio di Belpasso. Una zona verde tagliata in più punti dalla colata lavica del 1983. Base d'asta: 20mila euro.
A sollevare per primi la questione gli attivisti di Legambiente Catania. Alle loro parole sia l'amministrazione comunale belpassese che la reggenza provvisoria dell'ente parco sono come caduti dalle nuvole. Ma che l'operazione potesse aprire la strada a possibili speculazioni edilizie pare ipotesi remota: i terreni in vendita, interamente ricadenti nella zona "B" del parco, sono sottoposti ai rigorosi vincoli paesaggistici e idrogeologici. «In pratica non si potrebbe spostare neppure una pietra - spiega a MeridioNews la guida Carmelo Nicoloso, dirigente di Federescursionismo Sicilia - per cui si tratta di terreni davvero poco appetibili». Difficile anche solo garantire un accesso agevole - «servirebbero interventi su stradelle interne» - malgrado la vicinanza del luogo alla strada provinciale 92 per il Rifugio Sapienza e all'area della Nuova quercia.
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