19 Agosto 2019
Il fatto che in Sardegna il fuoco nelle aree verdi abbia creato una vera e propria situazione di emergenza, con i giornali che parlano senza mezzi termini di incendi di origine dolosa, ci dice due cose. Primo: che la Sicilia non è un caso unico. Secondo: che dietro questi incendi. come abbiamo più volte scritto negli ultimi anni, c’è una strategia criminale
Poiché da domani è in arrivo, in Sicilia, una nuova ondata di caldo (così almeno ci dicono le previsioni meteorologiche), e poiché ad ogni ondata di caldo si materializzano in tante aree della nostra Isola incendi di probabile origine dolosa (incendi probabilmente dolosi, facilitati, però, dall’incuria che è frutto di errate scelte politiche e amministrative della Regione o – nel caso di fondi privati – dall’incuria dei privati e dall’assenza di interventi preventivi da parte dei Comuni), ricordiamo all’attuale Governo regionale di Nello Musumeci che il problema non è solo siciliano.
In sardegna, ad esempio, sono alle prese con gli stessi problemi.
“È ancora emergenza incendi nell’Isola. Rogo doloso a Bono, trovati 4 inneschi”, titolava ieri il giornale on line sardiniapost
“Un’altra giornata di fuoco – leggiamo su sardiniapost di ieri – ha flagellato le campagne della Sardegna. Diversi i roghi che hanno impegnato gli uomini e i mezzi della macchina antincendio. Sono stati necessari gli interventi di diversi elicotteri e dei Canadair per riuscire a domare le fiamme, alimentate dal maestrale. Un intervento è stato messo in atto nell’agro del Comune di Bono, in località Crerighedda, dove sono intervenuti due elicotteri leggeri, provenienti dalle basi del Corpo forestale di Farcana e Anela, e un velivolo pesante Super Puma, proveniente da Fenosu. Vista la gravità dell’incendio la pattuglia del Corpo forestale ha chiesto l’intervento di due Canadair che sono arrivati da Alghero. L’incendio ha bruciato circa tre ettari di macchia e sugheretta. Sono stati individuati due punti di innesco che fanno presumere l’origine dolosa del rogo”.
“Un altro incendio – prosegue il giornale sardo – si è sviluppato nell’agro del Comune di Zerfaliu, in provincia di Oristano. Per cercare di domare il rogo è stato inviato un elicottero del Corpo forestale, proveniente dalla base di Fenosu, così come un altro mezzo è stato inviato nell’agro di Sarule, dove le fiamme sono esplose nella località Canale Graneri. Sono stati necessari altri due interventi: il primo nell’agro di Pula, nella zona di Medau Nuraxeddu, dove è stato inviato un elicottero del Corpo forestale. L’altro incendio è scoppiato a Bolotana, ed è stato spento, anche in questo caso, grazie all’ausilio dell’elicottero”.
“Intanto anche per la giornata di oggi la Protezione civile ha diramato il bollettino che indica criticità media in gran parte della Sardegna mentre in alcune zone del sud, centro e del nord dell’Isola la situazione di pericolo è alta. Particolarmente critica, infatti – conclude sardiniapost – sarà la situazione nel Campidano, da Cagliari a Oristano. Stessa cosa per il centro Sardegna, dove il pericolo è alto in Barbagia sino ad arrivare nel Goceano e nella parte interna della Gallura”.
Abbiamo riportato questo articolo di sardiniapost in primo luogo per sottolineare che il fenomeno degli incendi di più che probabile origine dolosa delle aree verdi non riguarda solo la Sicilia.
In secondo luogo per ribadire che, dietro questi incendi, che una strategia e una regia della quale noi de I Nuovi Vespri abbiamo dato una nostra interpretazione.
In terzo luogo per ricordare al Governo regionale siciliano che non è vero che – anche in questo momento – non si può fare nulla contro chi appicca il fuoco nelle aree verdi.
Certo, se a maggio – a maggio presidente Musumeci e non a giugno inoltrato o, peggio, a luglio! – fossero state effettuate correttamente le operazioni di prevenzione del fuoco (eliminazione delle erbe secche e delle sterpaglie, realizzazione dei viali parafuoco e via continuando), se i mezzi in dotazione del servizio antincendio fossero stati tutti revisionati e se i Comuni si fossero occupati dei fondi privati abbandonati non ci sarebbero stati i danni che ci sono stati.
Tuttavia, qualcosa per prevenire eventuali incendi quando la temperatura, in Sicilia, si innalzerà si può ancora fare: per esempio, facendo presidiare le aree verdi non ancora bruciate dagli operai della Forestale. E’ chiedere troppo?
Sarebbe pure più che mai opportuna un’inchiesta della magistratura non soltanto per assicurare alla Giustizia i criminali che appiccano il fuoco, ma anche sulle responsabilità della pubblica amministrazione in ordine agli eventuali mancati interventi di prevenzione del fuoco.
QUI L’ARTICOLO DI sardiniapost
Che cosa c’è dietro gli incendi dei boschi della Sicilia?
Fonte: www.inuovivespri.it
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