Raffaella Pessina - 03 Luglio 2019
PALERMO – È durissimo il commento del Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, sull’inchiesta Arata che ha portato all’arresto di un altro ex funzionario della Regione siciliana. L’inchiesta sul presunto giro di mazzette alla Regione sta facendo tremare letteralmente Palazzo d’OrléAns e non sono esclusi altri colpi di scena.
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Musumeci a margine di un incontro sulle ex Province, parla di “vergogna” e aggiunge che la notizia non lo ha meravigliato. “Niente di nuovo sotto il sole – ha detto il Governatore – Lo dico da anni che quello dell’energia è il settore che più piace alla mafia. Io spero che la magistratura vada in fondo e finalmente libereremo la Regione dalle mele marce”.
Musumeci si augura che vengano fuori tutte le responsabilità e che i colpevoli possano scontare fino all’ultimo giorno di galera. “Questi mascalzoni cercavano nei rappresentanti politici una sponda, persino l’entourage del Presidente è stato sondato – ha aggiunto -. Una volta si parlava del 15-20% di tangenti, oggi si cerca un collaboratore del presidente per trovare sponda: sono contento, vuol dire che è stato fatto qualche passo avanti sulla strada della trasparenza”.
Musumeci ha difeso senza esitazioni il proprio assessore all’Energia: “Non c’è alcun coinvolgimento dell’assessore Pierobon. Cosa deve fare un assessore se non incontrare le persone? Altrimenti che ci stanno a fare gli assessorati?- prosegue – Il problema non sono le persone che incontra un assessore ma cosa ottengono dall’incontro”.
L’incontro a cui ha partecipato ieri Musumeci e a margine del quale si sono registrate dichiarazioni importanti sul caso Arata, era incentrato sulle ex Province, ed organizzato dalla Cisl a Palazzo Comitini a Palermo. Musumeci ha anticipato che dalla trattative Stato Regioni “emergono rassicuranti prospettive, nel senso che le province saranno messe nelle condizioni finanziarie di poter riprendere ossigeno, di poter approvare i loro bilanci e soprattutto di poter dare corso ai loro investimenti utilizzando le disponibilità finanziarie che sono state loro assegnate”.
Per il governatore le risorse per le ex Province dovrebbero arrivare entro pochi mesi anche perché ha ricordato che “a settembre dobbiamo riaprire il confronto per la seconda parte dell’intesa”. “È l’unico risultato che si poteva ottenere in queste condizioni – ha sottolineato Musumeci – ma non basta. Noi vogliamo una provincia con un presidente eletto dal popolo, una provincia con competenze ampie e ben definite, una provincia che insieme ai Comuni possa gestire servizi e strumenti di pianificazione essenziali. E una Regione che faccia un passo indietro e si limiti solo a legiferare, a controllare e pianificare”.
Musumeci ha aggiunto che se c’è una riforma da fare sulle province, questa la deve fare il governo nazionale. “Noi potremmo ritagliarci un ruolo nella parte organizzativa come prevede lo Statuto siciliano. La riforma è stata la prima cosa che abbiamo chiesto lo scorso anno al primo incontro con il ministro Tria – ha aggiunto – Peraltro mi sembrava di aver colto all’interno del governo, dalla parte leghista, la volontà di arrivare ad una legge di riforma. Però da allora è passato un anno del governo gialloverde e non si vede alcuna concreta prospettiva”.
Fonte: qds.it
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