14 luglio 2019

INCENDIO ALLA PLAYA, PARTE DELLA FAUNA ARSA VIVA DAL FUOCO. «UCCELLI SPAESATI CERCANO NIDI BRUCIATI, SERVE PREVENIRE»


Dal sito catania.meridionews.it

Il sopralluogo degli animalisti sul posto ha messo in luce gravi ripercussioni. Il rogo ha fatto vittime fra gli animali scombussolando l'habitat di diverse specie. «Strano che un parco pubblico bruci e non si possa fare nulla per proteggerlo», afferma Giuseppe Rannisi

GIORGIA LODATO 14 LUGLIO 2019
C’era ancora fumo dove sorgeva il campo rom e tante persone che cercavano di recuperare qualcosa tra la cenere durante il sopralluogo della sezione catanese della Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) a poche ore dal violento incendio che ha devastato parte della Playa di Catania. «C’erano ancora diversi focolai e tanta cenere tra le baracche di chi ha perso tutto», racconta a MeridioNews Giuseppe Rannisi, responsabile Lipu Catania, che si è poi spostato con i colleghi al parco urbano, per constatare i danni a flora e fauna.

«Abbiamo fatto un giro per vedere quale parte era stata danneggiata dall’incendio, perché la nostra preoccupazione riguardava i pini che sorgono vicino al laghetto. È la parte più bella e interessante del boschetto, che fortunatamente non è andata a fuoco». Tutta in fumo, invece, la zona nord del Boschetto della Plaia, che va dal cancello di ingresso in prossimità dei maneggi della polizia fino al torrente Acquicella. E se spesso si pensa alla fauna, non sempre ci si rende conto delle gravi ripercussioni che gli incendi hanno nella vita degli animali stanziati negli ambienti colpiti.

«Oltre al fatto che sono stati distrutti molti eucalipti di grandi dimensioni, pini e tutta la parte arbustiva ed erbacea - spiega Rannisi - molta fauna è stata arsa viva, dai nidi degli uccelli con uova e pulli alle lucertole, dai mammiferi, compresi cani e gatti presenti nel boschetto e che non si sono salvati, ai gongili (conosciuti come tiraciatu) e agli anfibi, per arrivare agli invertebrati che sono il cibo per gran parte degli animali. Abbiamo visto molti colombacci in cerca degli alberi e i loro nidi, facevano avanti e indietro in continuazione, così come molti piccoli uccelli che vivono in mezzo alla vegetazione bassa e ai cespugli e non riuscivano a raccapezzarsi perché è cambiata completamente la geografia della zona».

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