di Andrea Cannizzaro
L'emendamento del governo che sblocca la spesa congelata nella Finanziaria. Ecco da dove vengono le risorse, che però non bastano
PALERMO - Con il Collegato dovrebbe arrivare una boccata d’ossigeno per i conti regionali e soprattutto per i settori che durante la manovra Finanziaria dello scorso febbraio hanno visto congelata una parte della spesa. Molto spesso si tratta di categorie di lavoratori a cui è stato spiegato che se lo Stato non avesse consentito di spalmare in trent’anni il disavanzo della Regione allora sarebbero mancati i soldi per pagare gli stipendi. Dopo l’accordo con lo Stato per ottenere 150 milioni euro di risorse da spendere per salvare le province e per fare fronte alle spese regionali adesso però dovrebbe arrivare il sospiro di sollievo.
L’uso del condizionale è d’obbligo dato che la norma che scongela una parte dei 141 milioni di euro bloccati in Finanziaria è contenuto in un emendamento aggiuntivo al Collegato che l’Ars ha iniziato ad esaminare. C’è un’altra incognita. La norma che farà materializzare una parte delle risorse deve essere approvata dal parlamento nazionale. Il governo nazionale però si è impegnato a fare sì che le risorse ci siano e quindi la previsione è che tutto fili liscio.
Bisogna dire pure che il governo Regionale non ha trovato tutti i 141 milioni necessari per neutralizzare l’accantonamento che viene richiesto ma ha trovato piuttosto 114 milioni. 64 milioni provengono dalla spalmatura del disavanzo regionale in quattro anni piuttosto che in tre com’era previsto prima. Altri 50 milioni invece sono il risultato dell’accordo con Roma dello scorso 15 maggio. All’appello mancherebbero così poco più di 35 milioni di euro, una cifra che stando a quanto dichiarato in aula dall’assessore all’Economia Gaetano Armao, si proverà a trovare nell’assestamento di bilancio.
Stando all’emendamento presentato dal governo e approvato dalla commissione Bilancio, nel Collegato non sarà scritto quali capitoli di bilancio saranno sbloccati per primi. Le spese saranno scongelate solo dopo una delibera di giunta che sarà sottoposta alla commissione Bilancio di Palazzo dei Normanni.
Due sono i capitoli in cui sono accantonate la maggior parte delle spese: quello che riguarda i Forestali dove la spesa congelata è pari a 53 milioni e quello per il trasporto pubblico locale in cui sono congelati 48 milioni.
A contribuire al gruzzoletto che la Regione ha messo da parte ci sono accantonamenti di taglio minore ma che coinvolgono i lavoratori del mondo degli enti pararegionali. Scorrendo la tabella allegata alla Finanziaria si scopre infatti che, se la soluzione già trovata non dovesse andare in porto, sarebbero previsti 8,7 milioni di tagli dal fondo per gli Ex Pip, ulteriori 8,5 milioni dovrebbero provenire dal capitolo per i Consorzi di bonifica e 790mila euro sarebbero prelevati dalle risorse per la proroga dei contratti di lavoro negli stessi consorzi. Un risparmio di 1,7 milioni di euro dovrebbe provenire da fondo per la campagna di meccanizzazione dell’Esa. Mezzo milione di euro è poi congelato nel capitolo per l’Istituto dell’olio e del vino, oltre 750mila euro sono accantonati nei fondi per l’istituto Zootecnico, arriverebbero risorse in meno per circa 300mila euro sua all’Istituto per l’incremento ippico che al Consorzio della ricerca sulla filiera casearia.
Non è solo il mondo dei lavoratori pararegionali a essere stato minacciato dai tagli. È stata congelata, infatti, anche una parte della spesa che riguardava il welfare regionale e i suoi enti. Nel settore della formazione è stato accantonato un milione nel capitolo per i percorsi di istruzione per l’obbligo scolastico mentre altri 600mila euro nel capitolo dedicato alle scuole paritarie. Agli Ersu, enti regionali per il diritto allo studio sarebbero tagliati 2,4 milioni mentre per i consorzi universitari sono congelati 570mila euro. E non finisce qui. Nella spesa congelata ci sono 2,1 milioni per i talassemici, un milione al ricovero dei minori disposto dall’autorità giudiziaria, 300mila euro all’Unione italiana ciechi, 300mila euro alla Stamperia Braille, 200mila euro all’Istituto Helen Keller e 500mila euro agli enti gestori delle scuole di servizio sociale.
Lo sblocco delle risorse, infine, dovrebbe riguardare anche il mondo della cultura e dello spettacolo. Nella finanziaria è previsto un accantonamento di 1,6 milioni di euro nella sezione per i teatri pubblici del Furs, il fondo unico regionale per lo spettacolo. Bloccati sono anche una parte dei contributi per il Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania (1,4 milioni) lo Stabile di Catania (50mila euro), l’Ente autonomo regionale “Teatro di Messina” (700mila euro), Taormina Arte (243mila euro). Sono lambite dagli accantonamenti anche la Fondazione orchestra sinfonica siciliana che al momento è privata di uno stanziamento di 300mila euro e il Teatro Massimo di Palermo a cui sono stati congelati 265mila euro di contributo.
22 Giugno 2019
Fonte: livesicilia.it
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