12 Febbraio 2019
Il parlamentare regionale Vincenzo Figuccia torna a proporre – questa volta non con una dichiarazione, ma con una mozione presentata in Assemblea regionale siciliana – di “disimpegnare i 450 milioni di euro stanziati” per altre tre tratte di Tram a Palermo e utilizzare queste somme per il Bilancio della Regione siciliana. Questo eviterebbe il ricorso a un ulteriore mutuo da parte della stessa Regione
Vincenzo Figuccia (nella foto a destra tratta da ilmoderatore.it), parlamentare regionale di #CambiAmolaSicilia, lo ha
affermato qualche giorno fa in un comunicato (CHE POTETE LEGGERE QUI) e torna a ribadirlo con una mozione presentata in Assemblea regionale siciliana: disimpegnare i 450 milioni di euro per altre le linea di Tram a Palermo e bloccare i debiti fuori Bilancio dei Comuni per fronteggiare le spese del Bilancio regionale.
In queste ore, a Sala d’Ercole, viene data per scontato il “Sì” del Governo nazionale alla Regione siciliana per accendere un ulteriore mutuo da oltre 500 milioni di euro. In pratica, un secondo mutuo sulle spalle dei siciliani, dopo che ne è già stato acceso uno, per quest’anno, pari a un miliardo e 600 milioni di euro.
Per Figuccia non c’è bisogno di accendere un nuovo mutuo: al Governo nazionale, infatti, va chiesto di disimpegnare i 450 milioni di euro stanziati per altre tre linea tramviarie di Palermo: un progetto deciso dall’amministrazione comunale ignorando Convenzione di Aarhus, un trattato internazionale volto a garantire all’opinione pubblica e ai cittadini il diritto alla trasparenza e alla partecipazione.
Il parlamentare ha presentato una mozione che dice tutto nel titolo: “Misure volte a disimpegnare le somme destinate all’ampliamento della rete tramviaria del Comune di Palermo al fine di ripristinare le dotazioni finanziarie del Bilancio regionale”.
Leggiamo e commentiamo insieme la mozione di Figuccia.
“Premesso che:
– a fine 2017, secondo il giudizio di parifica, il debito pubblico regionale, costituito in senso stretto dal debito a carico della Regione per 5,093 miliardi di euro e dal debito a carico dello Stato per 125 milioni di euro, ammonta complessivamente a 5 miliardi 218 milioni, a cui vanno aggiunti i 2 miliardi e 421 milioni delle anticipazioni di liquidità da parte del Mef, per un totale di 7 miliardi e 640 milioni;
– i mutui a carico della Regione sono così pari a 5,2 miliardi e per la maggior parte dovuti alla Cassa depositi e prestiti (il 53%), al Mef (42 %) e in misura minore alla Banca europea degli investimenti (5% dei debiti);
– da stampa specialistica, si apprende come, in questo sconfortante scenario economico, si sia inserito il mutuo di un miliardo e 600 milioni di euro già contratto dalla Regione siciliana per quest’anno;
– se, a parer del governo regionale, la soluzione al summenzionato indebitamento cronico ha come orizzonte prospettico l’intervento del governo nazionale che dovrebbe consentire la spalmatura in trent’anni di circa 380 milioni di disavanzo, è altrettanto doveroso sottolineare come l’incremento dell’indebitamento determinerebbe conseguenze per l’intero tessuto economico e imprenditoriale della Regione”.
In questo passaggio della mozione, dati alla mano, si sottolinea che la Regione siciliana è già indebitata e che non ha bisogno di un altro mutuo che finirebbe con l’appesantire la già pesante e difficile condizione economica e finanziaria della Regione siciliana.
Prosegue la mozione di Figuccia:
“Tenuto conto che:
– nei conti economici della Regione siciliana e di alcuni Comuni dell’Isola la netta sproporzione tra spese in conto capitale e le spese correnti è frutto della scelleratezza che sovente anima le amministrazioni locali a propendere verso investimenti eccessivi, irrazionali e fors’anche futili, non di rado addizionati a sistematici sprechi;
– l’esempio eclatante è rappresentato dal Comune di Palermo, città nella quale, benché i recenti investimenti regionali e statali non abbiano riportato sostanziali miglioramenti alla mobilità locale che continua palesarsi ‘disintegrata’, risulterebbero già pronti 450 milioni di euro per l’ampliamento dell’attuale rete tranviaria”.
Anche questo è un passaggio importante. A Palermo sono già stati spesi oltre un miliardo e 200 milioni di euro per un Passante ferroviario che è ancora incompleto e che ha prodotto grandi disagi alla città.
Sempre a Palermo sono in corso i lavori per un Anello ferroviario per il quale sono già stati spesi oltre 100 milioni di euro per avere, a tutt’oggi, poco più del 20% dei lavori completati; tutto ciò con disagi incredibili per i cittadini (caos a traffico automobilistico in sofferenza); danni per chi vive nelle zone dove sono in corso i lavori (chiusura di decine di esercizi commerciali e danni ad alcuni edifici per allagamenti COME ABBIAMO RACCONTATO QUI); e lo sfregio di Piazza Castelnuovo – Piazza Politeama per i palermitani, con gli alberi tagliati e una piazza per metà bloccata e che rimarrà tale per chissà quanti altri anni ancora.
In più ci sono 15 Km di Tram già in esercizio che costano ogni anno una barca di soldi (10 milioni di euro ogni anno!) pagati dagli ignari cittadini con tasse e imposte.
E’ in questo scenario che si dovrebbero inserire altre tre tratte di Tram: un Tram che invaderà la via più importante di Palermo, senza che i citatdini siano stati interpellati!
“Orbene – si legge nella mozione di Figuccia – con appena la metà dello stanziamento de quo, la Regione siciliana non avrebbe necessità di contrarre alcun mutuo per l’anno corrente, considerando altresì la possibilità di reperire ulteriori fondi bloccando i debiti fuori Bilancio dei Comuni, ai quali si ricorre con sempre maggiore frequenza in sede di approvazione dei documenti economico-finanziari;
– in definitiva, trattasi di somme che, se disimpegnate, consentirebbero di recuperare il disavanzo per la parte relativa all’esercizio finanziario corrente e a garantire lo sblocco delle risorse in Bilancio necessario a ripristinare le dotazioni”.
Tutto ciò considerato, la mozione presentata dal parlamentare di #CambiAmolaSicilia impegna il Governo regionale di Nello Musumeci:
“a revocare gli impegni di spesa relativi all’ampliamento della rete tramviaria per il Comune di Palermo già oggetto di ricorso al TAR Sicilia per l’assenza dei pareri VIA e VAS in ottemperanza all’art. 29 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 ‘Norme in materia ambientale’, cd. Testo unico ambientale ai sensi del quale “I provvedimenti di autorizzazione di un progetto adottati senza la verifica di assoggettabilità a VIA o senza la VIA, ove prescritte, sono annullabili per violazione di legge”.
Eh già, perché le tre tratte di Tram, a Palermo, secondo il centrosinistra che amministra la città, non avrebbe bisogno né della Valutazione di Impatto Ambientale, né della Valutazione Ambientale Strategica.
E meno male che i signori del centrosinistra sono per la “legalità”… (COME POTETE LEGGERE QUI)
QUI IL RICORSO AL TAR SICILIA PER BLOCCARE TRE TRATTE DI TRAM PROGRAMMATE SENZA VIA E VAS E IGNORANDO LA VOLONTA’ DEI CITTADINI
Bilancio regionale, Figuccia: “Tagliare gli sprechi come i mega appalti del Tram di Palermo
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Fonte: www.inuovivespri.it
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