Ricevo e pubblico
dal Portavoce del Segretario Regionale Ugl SiciliaFilippo Virzì
“L’Inps Sicilia è tra le prime regioni a livello nazionale per produttività nonostante la carenza di personale e lo spauracchio della quota 100 che, se introdotta dal governo nazionale, potrebbe incidere con circa quattrocento pensionamenti su oltre 2000 dipendenti, mettendo in ginocchio l’erogazione delle prestazioni previdenziali ed assistenziali se non si corre ai ripari con il completamento delle procedure concorsuali e con la mobilità”.
A dichiararlo è Giuseppe Messina, Segretario Regionale Ugl, a margine dell’incontro, cordiale e proficuo, promosso dal Presidente del Comitato regionale Inps, Girolamo Binaggia, alla presenza del Direttore Regionale dell’Istituto di previdenza, Sergio Saltalamacchia e dei Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil.
L’Ugl è stata rappresentata, oltre che da Segretario dell’Url, da Vita Fiorino della Segreteria regionale Sicilia e Componente del Comitato provinciale Inps di Palermo.
“La scommessa sull’erogazione del Reddito di Inclusione (REI), Sicilia e Campania – spiega Messina – drenano circa l’80 per cento delle risorse totali e la possibile introduzione del reddito di cittadinanza impongono di rivedere la dotazione organica e implicano la necessità di potenziare il personale in Sicilia per evitare uno tsunami dagli effetti disastrosi.
Le organizzazioni sindacali ritengono necessario ricorrere ai processi di mobilità per reclutare personale da altri ambiti della pubblica amministrazione siciliana”.
“Serve una nuova strategia – aggiunge – che impatti positivamente rispetto alla scelta di decentramento territoriale dell’Istituto, approvato con Determinazione presidenziale n. 52/2018 e attuata con la Circolare n.96 del 21 settembre 2018 che indica nuovi parametri di fattibilità, attraverso la rivisitazione dei bacini d’utenza, che comporteranno chiusure ed accorpamenti che, in Sicilia, rischiano di isolare interi territori dalla erogazione delle prestazioni Inps”.
“Chiediamo un cambio di marcia – conclude il sindacalista – ed un nuovo approccio culturale da parte dei vertici dell’Inps costruendo un rapporto simbiotico con la rete dei patronati, espressione delle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e strutturati da decenni sul territorio, per garantire i servizi ed il supporto informativo nelle aree che vedranno la chiusura dei punti Inps”.
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