Da SALVATORE PARLAGRECO - 25 settembre 2018
Corsi e ricorsi storici, a distanza di poco più di cinque anni, la Sicilia si trova in braghe di tela esattamente come al tempo di Rosario Crocetta. Per le stesse ragioni, o quasi. Non c’è la maggioranza, e si vede, nonostante Musumeci faccia di tutto per nascondere l’handicap dandosi da fare.
Crocetta cercò di tamponare la falla, che traeva origine dall’esito del voto (i consensi ai partiti di centrosinistra alle urne erano stati inferiori a quelli dati al governatore). Pareva che ci fosse riuscito, ispirando la nascita di nuovi gruppi parlamentari fra gli eletti del centrodestra, ma non sarebbe servito a nulla.
Nella stessa area politica del Presidente, le contrapposizioni e i conflitti avrebbero reso impossibile un viaggio tranquillo al governo. Anche il governatore ci mise del suo, tenendo in piedi un partito che concorreva con il Pd (il Megafono) e mostrando prima i muscoli, sicuro di sé; e poi, in qualche misura consegnandosi ai partiti, che nella prima fase aveva lasciato fuori dalla porta, in un alternarsi di vicende che hanno dato a quel governo il record di assessori. Una porta girevole, con personaggi, talvolta, molto coloriti, capaci di creare a loro volta conflitti fra esecutivo e Parlamento.
Musumeci ha una diversa attitudine caratteriale, non ama i colpi di teatro ed ha il polso fermo, ma nemmeno lui può competere con una maggioranza liquida, nonostante possa contare anche sulla “supervisione” interessata di un addetto ai lavori, il Presidente dell’Ars, Miccichè, che ha però due parti in commedia, l’arbitro ed il giocatore (è commissario regionale di FI). In più, il governatore ha ambizioni nazionali, vorrebbe attraversare lo Streto con il suo “Diventerà Bellissima” e perciò si trova tra Scilla e Cariddi, Pontida e Lampedusa, come ha chiosato il capogruppo Pd, Giuseppe Lupo.
“È semplicemente vergognoso che, a dieci mesi dall’elezione del presidente della Regione, questo governo sia totalmente impantanato a causa della perdita della maggioranza che lo ha eletto”. ha sbottato il parlamentare del Pd all’Ars, Nello Dipasquale, nel corso della conferenza stampa indetta dal Pd. “Musumeci -ha aggiunto-è preoccupato soltanto di costruire un partito nazionale, determinando fibrillazioni con la sua maggioranza e bloccando pertanto l’attività di governo. Non è più possibile galleggiare, Musumeci venga in aula e ci dica come intende andare avanti. Il Pd -conclude- continuerà a fare da pungolo con gli strumenti che ci offre la democrazia, ovvero con la denuncia e con l’attività parlamentare per sollecitare l’azione politica del governo”. (Ter/AdnKronos)
Fonte: siciliainformazioni.com
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