di Maria Teresa Camarda
Sono più dei dipendenti di ruolo. La proporzione è di tre collaboratori per deputato. E non c'è limite al numero di esterni.
PALERMO - Sono più di 200. E non è escluso che, da aprile ad oggi, il loro numero sia lievitato fino a 300 e oltre. Un numero esatto? Impossibile. I contratti degli esterni di Palazzo dei Normanni sono in continuo mutamento, scadono, si rinnovano, vengono revocati. I gruppi parlamentari, tra l'altro, non hanno ancora consegnato la prima rendicontazione ufficiale da quando è entrata in vigore la mini riforma dei portaborse, lo scorso primo luglio. Un dato però è certo: negli uffici di Palazzo dei Normanni ci sono centinaia di esterni per 70 deputati, praticamente una media di tre collaboratori "a chiamata diretta" per parlamentare.
Stando agli ultimi dati disponibili, gli esterni a Palazzo dei Normanni - tra collaboratori dei gruppi, portaborse, ex stabilizzati, collaboratori dei componenti del Consiglio di Presidenza e consulenti - sono 212. Più di 160 persone lavorano per i gruppi parlamentari e 50 sono attualmente gli esterni, tra collaboratori e consulenti, del Consiglio di Presidenza (questo è un dato ufficiale verificabile sul sito dell'Ars). Sono invece 177 i dipendenti a tempo indeterminato assunti con concorso pubblico. E a breve, come annunciato dal presidente Micicchè, potrebbe essere bandito un nuovo concorso.
Il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè ha chiamato nei suoi uffici 19 collaboratori - per attività di segreteria, comunicazione e altro - e 4 consulenti. "Sono talmente tanti che per sistemarli tutti hanno dovuto attrezzare nuove stanze al piano parlamentare di Palazzo dei Normanni", ha raccontato in un'intervista il vicepresidente grillino dell'Ars Giancarlo Cancelleri. E di posti disponibili, nella segreteria della Presidenza, stando al regolamento interno ce ne sono ancora 3: il presidente infatti ha diritto a 13 unità di personale, un addetto stampa, due portavoce e sei comandati (richiamati da altre amministrazioni, per cui l'Ars paga solo l'indennità aggiuntiva). Non è escluso quindi che arrivino altre tre persone e consulenti, per cui invece non c'è un limite se non quello della spesa.
Anche gli altri componenti del Consiglio di presidenza hanno costruito i loro uffici "di esterni": quattro sono i collaboratori di Cancelleri; il vicepresidente Roberto Di Mauro, di Popolari e autonomisti, ha un collaboratore e un consulente. Nove persone lavorano con il presidente del Collegio dei deputati questori Giorgio Assenza (Diventerà bellissima). I questori Giovanni Bulla (Udc) e Salvatore Siragusa (M5s) hanno rispettivamente, il primo 3 collaboratori di segreteria e un consulente; il secondo 5 collaboratori. Sei esterni per Nello Dipasquale del Pd, deputato segretario, e tre per Alfio Papale di Forza Italia.
Il totale è di 50 persone. Un numero sicuramente provvisorio e destinato a crescere visto che di posti ancora "disponibili" ce n'è e gli ultimi due segretari eletti, Edi Tamajo di Sicilia Futura e Gaetano Galvagno di Fratelli d'Italia, arrivati dopo grazie alla modifica del regolamento interno, non hanno ancora scelto collaboratori.
Nonostante la mini riforma dei portaborse della scorsa sessione di Bilancio, che promette un risparmio per il Parlamento attorno a un milione e 900 mila euro, la spesa del Parlamento regionale per gli esterni è sempre molto alta. Per i collaboratori esterni, il contributo che ogni deputato ha a disposizione "come costo massimo per una unità di personale" scende a 38.071,43 euro e non più 58.571,44 euro. Somma che il deputato potrà gestire in modo del tutto autonomo o, "con istanza a firma congiunta col capogruppo", potrà scegliere di destinarla al gruppo per assumere personale in modo collegiale. In pochi hanno scelto questa via. Il contributo che ogni singolo deputato può utilizzare per assumere un portaborse è di circa 3.100 euro. Anche le cifre per i cosiddetti stabilizzati vengono ritoccate al ribasso: il tetto massimo previsto fino a oggi di 68 mila euro, è sceso a 58 mila euro. Ma la possibilità di mettere insieme i fondi per i D6 e quello per i portaborse affidando al deputato l'opportunità di gestirli autonomamente, senza il passaggio dai gruppi, crea un fondo che è potenzialmente estraneo ai controlli della Corte dei Conti.
E proprio la magistratura contabile lo scorso aprile è intervenuta duramente nella questione quando ha convocato, ascoltato - e avvisato - tutti i capigruppo dell'Assemblea regionale siciliana. "Appare evidente - hanno spiegato i giudici contabili - come non si possa prevedere sic et simpliciter l'assunzione di un numero sproporzionato di dipendenti senza alcun ancoraggio alle reali necessità operative del gruppo".
Nel frattempo, finché una soluzione drastica e definitiva non sarà adottata per ridimensionare davvero il fenomeno delle "chiamate dirette" gli esterni a Palazzo sono davvero tanti, tanto che a volte non si conoscono nemmeno tra di loro. “So che lavora al gruppo, ma non l’ho mai visto”, ammette qualcuno dei consulenti, parlando dei "colleghi". Il Palazzo degli esterni è più grande di quanto si pensi.
29 Agosto 2018
Fonte: livesicilia.it
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