SIMONE OLIVELLI - 25 GIUGNO 2018
A parlare delle carenze è uno tra le centinaia di addetti chiamati a intervenire in caso di incendi. Nelle scorse settimane, il presidente della Regione Nello Musumeci ha promesso un'inversione di rotta rispetto al passato. Ma le cose al momento non sembrano andare diversamente
«L'antincendio? Lo sta facendo il maltempo, perché se avesse fatto davvero caldo altro che miglioramenti, ci saremmo trovati nei guai». L'allarme arriva dall'interno del comparto forestale in servizio nel Palermitano. A parlare è una delle centinaia di persone che, dal 15 giugno, è entrata in servizio con il compito di intervenire in caso di roghi. Fenomeno dietro il quale c'è quasi sempre la mano criminale di chi è interessato a dare fuoco ai boschi e che, oramai da tempo, si ripresenta ogni estate. Quest'anno, tuttavia, la giunta Musumeci ha ribadito in più occasioni, e già a partire dall'inverno, che la situazione sarebbe stata diversa.
Stando agli annunci del governatore, una migliore programmazione unita ad attività di prevenzione più adeguate - la realizzazione dei rinomati viali parafuoco - e alla disponibilità di una flotta aerea più corposa dovrebbero garantire una maggiore sicurezza per l'intera Isola. Dando filo da torcere a quanti, spesso con un eccesso di generalizzazione, vengono definiti piromani. Le cose però, almeno per il momento, sembrano stare diversamente. «A dieci giorni dall'inizio della stagione antincendio le carenze con cui siamo costretti a fare i conti ogni giorno sono tante», rivela la fonte di MeridioNews. Gli esempi, in tal senso, non mancano. «Abbiamo quindici torrette che non funzionano, parliamo di circa la metà - prosegue -. Il motivo? Semplice, senza radio è impossibile restare in contatto con le squadre addette allo spegnimento; quindi, in sostanza, se si avvista un incendio diventa estremamente difficile riuscire a intervenire in tempo».
Ma i disagi non si fermerebbero qui. A mancare, infatti, sarebbero anche i mezzi. Gli stessi su cui, nelle settimane scorse, Musumeci ha sottolineato che «è stata fatta in tempo la manutenzione», così da mettere in condizioni gli operai di lavorare nella maniera più efficiente. «La metà delle autobotti a disposizione è guasta - continua l'addetto all'antincendio -. Hanno problemi di tutti i tipi, dal surriscaldamento ad altri problemi che di fatto rendono impossibile il loro utilizzo». Ciò fa sì che anche il personale che dovrebbe essere operativo sia costretto a rimanere fermo. «Quattordici squadre non sono operative perché non messe in condizione di potere lavorare», ammette l'uomo. In termini numerici, questo significa che il sistema antincendio nella provincia di Palermo sta rinunciando a oltre 300 persone. «Ogni squadra è composta da sei persone, ma ogni giorno si dovrebbero fare quattro turni perché in linea teorica bisognerebbe garantire una copertura di ventiquattro ore su ventiquattro», conferma l'addetto.
Sulla questione, MeridioNews ha provato a contattare l'assessore al Territorio, Toto Cordaro, che a fine aprile ha presentato la campagna antincendio nel corso di una conferenza stampa alla presenza dei vertici della Protezione civile nazionale. Tuttavia, l'esponente del governo Musumeci non ha rilasciato dichiarazioni.
Fonte: palermo.meridionews.it
Anche in provincia di Agrigento e così .E credo in tutta la Sicilia non è cambiato niente rispetto allo scorso anno.Solo propaganda del governo regionale.
RispondiElimina""...A parlare delle carenze è uno tra le centinaia di addetti chiamati a
RispondiEliminaintervenire in caso di incendi. ---
...L'allarme arriva dall'interno del comparto forestale in servizio nel
Palermitano.
...A parlare è una delle centinaia di persone che, dal 15 giugno, è entrata in
servizio con il compito di intervenire in caso di roghi. ---
... rivela la fonte di MeridioNews.----
...prosegue -
...continua l'addetto all'antincendio -
...ammette l'uomo. ---
...conferma l'addetto.""
Gentilissimo Sig: Simone Olivelli.- del sito : palermo.meridionews.it, nel suo articolo del 25 Giugno u.s. Ella pubblica una serie di dichiarazioni rilasciatele da " una delle centinaia di persone....addetto all'antincendio ", veritiere e verosimili - e aggiungo croniche e ripetitive, perchè potremmo ritrovarle in qualche articolo analogo degli anni precedenti,- e nel perfeto stile giornalistico, non cita la fonte, come suo diritto, consentendo alla stessa di rimanere nell'anonimato. Questa circostanza è quella che mi induce a commentare questo post letto nel Blog del mio amico Michele Mogavero.
Mi sono chiesto quali potessero essere i motivi che inducono:
- un operatore a parlare con un giornalista per denunciare uno stato di cose che di fatto impedisce allo stesso di intervenire in caso di incendio, non gli consente di lavorare in sicurezza anzi, non gli consente affatto di lavorare e nello stesso tempo lo sottopone alla esecrazione da parte di quella opinione pubblica, che dai mezzi di comunicazione ha attinto la convinzione che "..i forestali sono troppi, non fanno niente, stanno all'ombra e giocano a carte... sono pagati profumatamente per poltrire..." - e nello stesso tempo gli mettono paura al punto da impedirgli di rivelare la sua identità. Cosa teme ??? Ha detto la verità !!! Chi potrebbe dargli torto!!! Ed allora, siccome ha detto la verità e nessuno, suppongo, potrebbe dargli torto, a cosa serve nascondersi nell'anonimato??? Oppure non rivelare la fonte, nel caso fosse stato Lei - Sig. Simone Olivelli, come è suo diritto,- ad oscurarne l'identità ??? Le frasi riportate, sono da tempo un 'canto di sirene' che aleggia nell'aria da troppi anni e staziona sulle pagine di tanti giornali e nelle onde di tante emittenti radio e tv, tuttavia non si sa ancora chi le abbia pronunciate. Questo Servizio di prevenzione / repressione / spegnimento di Incendi - organizzato nelle forme attuali o con piccolissime differenze intervenute a seguito di nuove norme, anche contrattuali o sulla sicurezza, è ormai attivo da 25 anni e molti dei problemi riscontrati agli inizi dell'attività sono ancora irrisolti e risaputi, quindi attuali e il servizio stesso si trascina e va avanti, spesso, grazie alla dedizione e all'impegno di tante persone, che a tutti i livelli - dalla dirigenza, passando per il personale in divisa, fino agli operatori, fanno di tutto e di più per essere efficienti il più possibile. Non c'è ragione al mondo o motivo alcuno che costringa il servizio - ogni anno - a ritardare l'inizio o ad iniziarlo da "mutilati" ...senza mezzi in efficienza o opportunamente manutenzionati, senza apparecchiature radio o con apparecchiature malfunzionanti, nelle torrette di avvistamento. Dalla fine del servizio di ogni anno, ci sono sei mesi di tempo per provvedere ad organizzare quello dell'anno successivo. Non è il tempo che manca e nemmeno i finanziamenti !
Queste cose potrebbe dirle chiunque ha lavorato o lavori nel servizio antincendio!! E' incomprensibile ancora leggere articoli e interviste nascoste dietro la penna o con le spalle alle telecamere.
Devo pensare che non siamo liberi di dire la verità ???
Io mi sento libero, e potrei anche essere la sua fonte ,-Sig. Simone Olivelli- peccato che non lo sia e che chi lo è non dice nemmeno cosa gli impedisce di farlo liberamente.
Cordialmente,
Giuseppe Di Gesaro.