13 giugno 2018

DECINE DI ROGHI NEL PALERMITANO


Di Salvino Carramusa
L’ALTRO GIORNO SU REPUBBLICA PALERMO.IT  È COMPARSO UN ARTICOLO DAL TITOLO: “DECINE DI ROGHI NEL PALERMITANO”. Titolo che adotto per il mio…. . Nè sono venuto a conoscenza grazie a questo BLOG.

E’ un articolo – a mio avviso –  molto rappresentativo ed obiettivo (una volta tanto…), che merita di essere riproposto, valorizzato e commentato. Ne riporto alcuni periodi: …  “Decine di incendi dolosi di macchia mediterranea in provincia Palermo. Gli interventi a Partinico, in diverse contrade; a Cinisi, Carini, Cefalù, Termini Imerese, Campofelice di Roccella”. … “Tutte le squadre (il riferimento è ai Vigili del Fuoco; le squadre Aib della Forestale non sono ancora state immesse in servizio…..) sono state impegnate per fronteggiare le fiamme che hanno distrutto alcuni ettari di vegetazione”.  … ”Ad alimentare gli incendi è la vegetazione molto rigogliosa che cresce nei terreni incolti ( nel senso comune, i terreni incolti equivalgono  alle aree abbandonate;  non si tratta solo di questo: vi sono superfici“ gestite” dove non si adottano le necessarie misure di prevenzione: seminativi, pascoli, aziende agricole e zootecniche, aziende manifatturiere ubicate e circondate da ambienti naturali di loro proprietà, ect;  - n.d.a -) che potrebbe essere ripulita dai proprietari”. …” Più volte i Vigili del Fuoco hanno lanciato appelli affinché  tutte le autorità locali e regionali obbligassero a pulire le terre che già in queste settimane hanno provocato non pochi danni alla vegetazione ed al turismo”.
I Vigili del Fuoco hanno ragione.  Personalmente  sostengo questa “ ragione “ da anni:  gli incendi di vegetazione riguardano il territorio naturale e non solo i boschi (pubblici ….).
Le superfici non boscate percorse da incendi quasi sempre prevalgono su quelle boscate. Gli incendi che hanno suscettività ad espandersi  in aree boscate ( cespugliate ed arborate..) spesso sono causa del danneggiamento di queste ultime (ma purtroppo, in altri casi, gli appiccamenti sono all’interno dei boschi o in prossimità estrema degli stessi, che è quasi la stessa cosa) .
Vi sono norme nazionali e regionali da cui scaturiscono Ordinanze Sindacali (dei Sindaci) che dispongono – nel dettaglio – la pulitura dei terreni e dei boschi privati: almeno delle strisce  perimetrali (parafuochi), sia per la tutela di quelle proprietà che delle aree confinanti. Tutela che è  ancor più necessaria  nei siti ed in prossimità dei siti più sensibili:  boschi, aziende agricole, zootecniche, turistiche , aree  industriali, discariche…, infrastrutture, aree urbane, servizi socio sanitari, ect.  In tanti di questi casi valgono anche le norme del  D.Lgs 81/08 ( nella fattispecie: messa in sicurezza degli ambienti di lavoro ). Lo scorso hanno, ad esempio, un pericolosissimo incendio “ partito dalle sterpaglie della zona industriale di Termoli “ ha messo a repentaglio gli impianti della Fiat e la incolumità degli operai. Per fortuna  sono scattate per tempo le misure di evacuazione, mentre l’intervento dei Vigili del Fuoco ha evitato ulteriori danni.
Negli ultimi 2 anni  la Sicilia è stata bruciata da roghi devastanti. Troppi titolari di aziende agricole, zootecniche e turistiche siciliane, nonché proprietari di superfici agrarie e boscate hanno gridato la loro rabbia. Certo c’è da capire chi vede andare in fumo un patrimonio ed anni di sacrifici. Ma le opere di prevenzione li avevano realizzate? I parafuochi li avevano fatti? Li avevano concordati con i confinanti? In tanti casi è possibile l’uso di un trattore o altri mezzi per il movimento terra in grado di rendere efficienti , efficaci e tempestivi gli interventi.
La Forestale (manutenzione ordinaria del Demanio Regionale) i suoi parafuochi li fa. Spesso in ritardo (per problemi legati prevalentemente alla approvazione del bilancio, visto che è stata abolita la Azienda Foreste, che aveva una propria autonomia finanziaria), ma li fà.  E si deve dire che quest’anno stà andando un po’ meglio. 
E gli altri? I Sindaci devono fare rispettare le loro stesse Ordinanze. L’Anas, le Associazioni che gestiscono Riserve ed altri ancora  hanno una funzione determinante – se tempestiva - per la tutela del territorio. Necessario sarebbe l’ausilio del Corpo Forestale (Le Guardie Forestali). E’ importante la loro azione repressiva sugli autori degli incendi dolosi e colposi (oggettivamente in collaborazione con Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza), ma non basta. Occorre far rispettare le misure di prevenzione.
Inoltre, i Sindaci che ancora non lo hanno fatto – e sono tanti – devono far redigere ed approvare il Catasto degli incendi boschivi: uno strumento che permetterebbe di applicare compiutamente le sanzioni della L.n. n° 353/2000.
Secondo me dovrebbero intervenire le Prefetture: la prevenzione primaria e sistemica degli incendi, considerando cioè tutto il territorio naturale e le responsabilità a vari livelli, è una prassi che si deve assolutamente affermare. 
Riguardo alla repressione degli incendi gestiti dagli Irf, nonostante tanti adempimenti già posti  in essere, invece di evolverci  andiamo indietro. Le squadre antincendio del Corpo Forestale ( operai  Aib dei contingenti ), specializzate per funzioni ed esperienza alla repressione degli incendi nelle aree boscate e di interfaccia, hanno “numeri “ sempre più ridotti:  pensionamenti, opzioni per la manutenzione ordinaria (dalle informazioni diffuse da Pippo Candela risulta che, alla selezione Aib del Distretto 2 di Palermo, sono mancati 23 aspi, 4 torrettisti, 4 autisti), non idoneità (da qualche anno – l’Irf di Palermo – dispone immediatamente il trasferimento dei lavoratori non idonei presso l’Ust, mentre in tanti casi potrebbero essere proficuamente utilizzati in altre mansioni specifiche e compiti compatibili con il loro stato di salute, come ad esempio la mansione di radiofonista),  blocco – che dura da anni – della assunzione dei 78-isti  che hanno le qualifiche del comparto Aib . A tutte queste cause si aggiungono, purtroppo, numerosi decessi.
Così restando le cose, per formare delle squadre numericamente adeguate, vanno ridotte le postazioni. Ma consentire nuovamente “ l’ingresso ” dei 78-isti rappresenta certamente la soluzione ottimale.
Gli aspetti programmatici ed organizzativi  non si esauriscono qui. Sarebbe necessario dotare le squadre con mezzi più evoluti e addestrarli a nuove tecniche (ma anche a quelle vecchie.., ritenute, a torto, obsolete: in primis il controfuoco). I mezzi a cui mi riferisco sono i soffiatori, i ritardanti di fiamma da usare sia con i nebulizzatori che con le autobotti (perché dagli aerei si ed a terra no?), i decespugliatori per realizzare strisce tagliafuoco  estemporanee, ect.
Sarebbe necessario un miglior coordinamento tra Corpo Forestale, squadre Aib, Protezione Civile, Vigili del Fuoco anche ai fini della vigilanza dinamica (o itinerante ), sia con gli automezzi che a piedi. Quella vigilanza che – specie nei siti più sensibili – funziona da deterrente nei confronti dei CRIMINALI e dei negligenti, ed allo stesso tempo consente di intervenire in tempo reale prima che il fuoco si espanda.
Nel  recente passato nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, grazie anche alla vigilanza dinamica, hanno abbattuto gli incendi e le superfici percorse dal fuoco del 90%!
Che dicono il Presidente della Regione e gli Assessori preposti? 

Palermo lì - 12 giugno 2018  -  Salvino Carramusa




1 commento:

  1. Ne abbiamo parlato abbondantemente di come ristrutturare il servizio antincendio nella sua complessità, a cominciare da un soup strutturato dai tre enti (sab, vvff e protezione civile) per meglio coordinare gli interventi nelle segnalazioni e nella vigilanza dinamica. Abbiamo parlato abbondantemente anche sull'innovazione degli strumenti repressivi a contatto diretto sul fuoco, che possono essere soffiatori o nebulizzatori, che ridurrebbero le fatiche degli addetti del 90% con rischio ripresa quasi azzerato. Abbiamo parlato abbondantemente anche del raddoppio in torretta, di come si diventato ormai imprescindibile e improcastinabile. Abbiamo parlato abbondantemente anche della negligenza dei sindaci e degli organi di controllo a fare applicare le leggi che contemplano il catasto degli incendi, imponendo anche la pulizia dei terreni ai proprietari privati, specialmente quelli limitrofi ai boschi. Per esempio, le ordinanze in tal senso dei sindaci nella provincia di Agrigento, hanno fatto si che ne 2017 si è registrato il 30% in meno degli incendi rispetto al 2016, in controtendenza rispetto a tutte le altre province siciliane. Insomma Salvino, abbiamo parlato abbondantemente di tutto quello che gravita attorno al pianeta forestale, e non ci siamo solo limitati a parlare, ma abbiamo portato le nostre riflessioni e i mostri suggerimenti in tutti gli uffici competenti. Ci hanno sempre risposto con risposte evasive, anche perché quando le migliorie hanno dei costi, è sempre difficile che attecchiscano. È nostro carattere non demordere e andremo sempre avanti in quello che crediamo, ma ci vorrebbe più collaborazione, da parte di nostri colleghi addetti ai lavori. Ciao Salvino
    Saluti Giuseppe Candela

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