di Maria Teresa Camarda
Legge "stralcio" incardinata sarà discussa martedì. Miccichè "snellisce" il regolamento d'aula.
PALERMO - È stato incardinato all'Ars il disegno di legge "collegato" alla Finanziaria. Un testo che dalla Commissione Bilancio è venuto fuori privo di molte delle norme più caratterizzanti e care al governo di Nello Musumeci. La legge è composta da nove norme in tutto, il primo articolo è dedicato all'accorpamento di Crias e Ircas in un unico ente regionale: l'Istituto finanziario per le imprese siciliane (Ifis), sottoposto alla vigilanza e al controllo dell'assessore alle Attività produttive e di quello all'Economia. Conclusa la discussione generale, il presidente Miccichè ha fatto votare il passaggio agli articoli e ha rinviato la seduta a martedì prossimo. Domani alle 19 scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti.
Al termine della seduta di oggi il presidente Miccichè ha deciso di insediare la commissione regionale Antimafia. Per la presidenza il nome più gettonato è quello di Claudio Fava. A chiedere l'insediamento della commissione durante la seduta era stato il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo. "Bisogna insediare subito la commissione Antimafia - ha detto - è importante che l'Assemblea sia rappresentata anche dal punto di vista istituzionale sul terreno del contrasto alla mafia". "Anche in considerazione del fatto che si avvicina il 23 maggio, una data molto importante per la Sicilia, anniversario della strage di Capaci che costò a vita al giudice Giovanni Falcone alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta, - ha aggiunto Lupo - credo sia necessario che si insedi la commissione e si elegga quanto meno il suo presidente". Anche Nicola D’Agostino, capogruppo di Sicilia Futura era intervenuto con una nota poco prima dell'inizio della seduta: "È necessario che la Commissione venga dotata subito degli organi dirigenti, ed in particolare della presidenza, e che sia governata secondo criteri di rigorosità ed imparzialità. L’on. Claudio Fava è per esperienza parlamentare certamente la figura più indicata per questo ruolo".
La commissione di Inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia è formata da Antonino De Luca e Roberta Schillaci (M5S), Rossana Cannata e Tommaso Calderone (Forza Italia), Giuseppe Lupo e Luisa Lantieri (Pd), Giorgio Assenza (Db), Carmelo Pullara (Autonomisti e popolari), Margherita La Rocca Ruvolo (Udc), Gaetano Galvagno (Fdi), Nicola D’Agostino (Sicilia Futura) e Claudio Fava (gruppo Misto). L’elezione del presidente è stata rinviata a martedì prossimo.
Con una procedura "irrituale", tra l'altro, Miccichè ha saltato una delle parti più "formali" del regolamento parlamentare che prevede, all'inizio di ogni seduta, la lettura del verbale della seduta precedente da parte di un componente del consiglio di Presidenza. "Il verbale di oggi è lungo settanta pagine - ha detto Miccichè - non possiamo stare qui a leggere settanta pagine! Lo lasciamo in aula a disposizione dei deputati che possono leggerlo e se non viene posto alcun rilievo lo approviamo a fine seduta". Micciché ha quindi chiesto se vi fosse obiezione da parte dei parlamentari presenti, ricevendo l'assenso dell'aula. Continua dunque la "battaglia" di Miccichè per lo snellimento e la semplificazione di alcune norme del regolamento parlamentare, uno dei pallini del presidente dell'Ars fin dal suo insediamento sullo scranno più alto di Sala d'Ercole.
16 Maggio 2018
Fonte: livesicilia.it
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