Gli incendi del 2016 e del 2017 sono stati tra i peggiori che la storia della Sicilia ricordi. Un amarissimo primato nazionale e nell’Europa mediterranea. Solo in Portogallo è successo di peggio.
Gli incendi riguardano le superfici boscate e non boscate, quindi l’intero territorio naturale. E’ dolente dover sempre ricordare un concetto elementare e tangibile. Le superfici non boscate percorse dal fuoco, quasi sempre, prevalgono su quelle boscate.
I soggetti che devono tutelare il territorio naturale, dunque, sono molteplici: a) lo Stato e la Regione Sicilia; b) il Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale (apertura e manutenzione parafuochi dei boschi demaniali regionali e/o in gestione ; altre opere di prevenzione); b) ulteriori enti e soggetti pubblici che detengono aree boscate e naturali; c) soggetti privati come i proprietari e conduttori di boschi, di superfici agrarie, di pascoli, ect; d) i Sindaci e le relative amministrazioni.
I Sindaci sono la prima autorità di Protezione Civile territoriale. Ogni anno emettono ordinanze che, tra l’altro, dispongono la ripulitura delle aree private ed a rischio. Nella maggior parte dei casi non vengono applicate ne fatte applicare!!! Se queste regole fossero rispettate si ridurrebbero di almeno il 50% le aree non boscate e boscate percorse da incendi!
Riguardo invece le attività di repressione incendi, nonché la specifica prevenzione primaria e secondaria, gli organi e i soggetti coinvolti sono: a) Corpo Forestale, strutture e personale AIB; b) Vigili del Fuoco; c) Protezione Civile; d) altri soggetti istituzionali ed associazioni.
Che vi sia un coordinamento – nelle sale operative – tra Corpo Forestale, Vigili del Fuoco e Protezione Civile è già importante.
MA LE SINERGIE DOVREBBERO RIGUARDARE TUTTI GLI ATTORI DEL SISTEMA, PER LE FUNZIONI GIÀ ATTIVATE E DA ATTIVARE… .
Sarebbe necessario, ad esempio, rendere operativa la vigilanza dinamica, specie nei siti sensibili ed a priorità di rischio, prevedendo percorrenze a piedi ed a bordo di automezzi. Sarebbe una funzione che garantirebbe al tempo stesso la deterrenza (se sei lì, il criminale non appicca il fuoco) e la tempestività del primo intervento. Nel Parco Nazionale dell’Aspromonte hanno ridotto drasticamente gli incendi anche grazie a ciò.
I Sindaci devono far rispettare le loro ordinanze, anche attraverso il Corpo Forestale.
E sarebbe pure ora che tutti i comuni siciliani predisponessero il catasto degli incendi boschivi.
Gli esempi potrebbero continuare……
Un tavolo tecnico in sede prefettizia assumerebbe un ruolo importante.
Quest’anno, sia il Dipartimento Sviluppo Rurale che il Corpo Forestale, dispongono di maggiori risorse iniziali (siamo in attesa di capire quelle finali… ). Nel settore della manutenzione ordinaria il rinettamento dei parafuochi è già cominciato; in quello dell’antincendio le gare per la manutenzione dei mezzi, per i D.P.I., ect, già espletate (ma per i D.P.I. si dovrà tenere conto delle condizioni del luogo di lavoro e delle necessità dell’utilizzatore, secondo quanto disposto dall’art. 76 del D.Lgs 81/08 ). Le richieste e le immissioni in servizio aderiranno ai termini di legge (entro il 15 giugno). Mentre sicuramente sarà confermata la sorveglianza sanitaria in costanza di rapporto di lavoro: problema “riapertosi” e risolto 2 anni fa.
Restano però irrisolti problemi di comparto antincendio che ci portiamo dietro da anni.
a) I pensionamenti e l’opzione di molti operatori A.I.B. per la manutenzione ordinaria hanno contribuito – soprattutto recentemente - a ridurre il numero degli addetti nelle squadre delle varie postazioni (ma anche nelle torrette vi è qualche lacuna). Con tre/quattro operatori non si spengono gli incendi! Quindi o le squadre si integrano con i settantottisti in possesso di qualifica (soluzione ottimale) oppure si riducono temporaneamente - e per lo stesso fine - le postazioni.
b) In altre regioni vi sono squadre antincendio addestrate per intervenire con mezzi molto evoluti (in combinazione con quelli più tradizionali): soffiatori, nebulizzatori, nebulizzatori che “spruzzano” acqua miscelata con ritardanti di fiamma. Le stesse miscele si potrebbero usare pure con le autobotti.
Perché con gli aerei si utilizzano i ritardanti di fiamma ed “a terra” no?
Questa proposta “circola” oramai da parecchi anni. Perché non viene presa in considerazione?
c) Le torrette di avvistamento incendi sono luoghi di lavoro a rischio elevato perché distanti da tutti gli altri luoghi di lavoro. Se non c’è il raddoppio in H24, un malore improvviso, specie se grave, può costare una vita. Anche qui il problema può essere risolto in vario modo: razionalizzando le risorse umane esistenti e/o impiegando i settantottisti. Questo consentirebbe - oltretutto – una ottimizzazione operativa e la riduzione di altri rischi professionali di “tipo ambientale”. I due operatori per turno dovrebbero poi essere formati ed addestrati per il primo soccorso.
Alcuni anni fa, in provincia di Palermo, questo nodo era stato avviato a soluzione. Siamo andati indietro!
Fissare per sempre la soluzione di queste ed altre fallanze del “sistema“ aiuterebbe anche a lasciare segni positivi per le future generazioni.
Molti di noi hanno già i capelli bianchi!
Palermo 24 maggio 2018 – Salvino Carramusa
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