Dal sito livesicilia.it
Il presidente dell'Ars rimanda tutto alle Commissioni. Ma le opposizioni e persino parte della maggioranza non erano d'accordo.
PALERMO - Immobile era e immobile resta. L'Assemblea regionale siciliana, riunita oggi pomeriggio per iniziare l'esame degli articoli del cosiddetto "collegato" dopo le tre brevissime sedute di maggio si è fermata ancora. Tutto rinviato a metà giugno. E lo stop, deciso dalla presidenza dell'Ars, non è piaciuto a nessuno. Contrari in Aula e fuori dall'Aula non solo gli esponenti delle opposizioni, ma anche parlamentari della maggioranza. Persino l'assessore all'Economia
Gaetano Armao aveva indicato, all'inizio della seduta, quali articoli potevano essere discussi per primi, così da andare avanti con i lavori - "approviamo prima gli articoli più tecnici, dal 4 all'8, poi quelli dall'impatto politico più marcato", ha spiegato - ma non è servito.
Tutti contro Miccichè, insomma, ma il presidente ha tirato dritto. "Molti degli emendamenti aggiuntivi che sono stati presentati al disegno di legge - ha spiegato il numero uno di Palazzo dei Normanni - non possono essere esaminati dall'Aula senza un preventivo passaggio nelle Commissioni di merito". Quindi, punto e a capo si ricomincia da lì. In chiusura di seduta, il presidente della Regione Nello Musumeci si è affidato a una metafora per spiegare il suo punto di vista sul rinvio e sullo scontro che si era appena consumato in Sala d'Ercole: "A noi non importa che il gatto sia bianco o nero, l'importante è che catturi i topi". Poi ha spiegato: "Che le riforme si facciano con le norme del collegato o con appositi disegni di legge, per noi non cambia nulla". Cosa ne sarà quindi del testo "figlio" della Finanziaria non è chiaro e non è escluso che i tempi si allungheranno ancora, considerando che la campagna elettorale in corso si concluderà solo il 10 giugno, tre giorni prima della seduta indicata da Miccichè come "la prima utile per riprendere la discussione". Ma poi, sarà comunque la volta dei ballottaggi.
"Potevamo cominciare - dice a margine della seduta Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima - c'erano articoli che potevamo discutere. Siamo in campagna elettorale? Sì, ma oggi eravamo qui, quindi si poteva andare avanti". Anche in Aula Aricò era intervenuto per chiedere a Miccichè di non fermare i lavori. E sempre dalla maggioranza pure Vincenzo Figuccia, dell'Udc, e Marianna Caronia, del gruppo misto, ex Forza Italia, avevano chiesto di proseguire. "Non arrocchiamoci in posizioni che poi ci fanno additare come un parlamento che produce poco", ha detto Figuccia. "Questo collegato ha al proprio interno alcune norme dal valore non indifferente. Perché non lavorare sul testo del collegato riducendo il numero degli emendamenti aggiuntivi?", sono invece le parole di Caronia.
Gli emendamenti oggetto delle polemiche sono oltre 150, una sessantina arrivati direttamente dal governo. Tra questi, anche norme che erano state stralciate dalla Finanziaria o bocciate in Commissione Bilancio e che, uscite dalla porta, stavano per rientrare dalla finestra. Come l'istituzione della Agenzia per la casa o la soppressione dell'Esa. "Io voglio davvero sapere cosa sia questo collegato, non vorrei che diventasse un mostro a mille teste dove infiliamo qualsiasi norma che ci siamo dimenticati", dice Giancarlo Cancelleri, a cui fa eco il suo gruppo, il Movimento 5 stelle: "È inammissibile continuare a perdere tempo mentre la Sicilia attende. La produttività dell'Ars è al minimo e noi non ci stiamo ad essere additati per quelli che non vogliono lavorare".
"Abbiamo perso un mese di tempo per il disegno di legge cosiddetto 'collegato' che in realtà è del tutto 'scollegato' dai veri problemi della Sicilia - attacca il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo -. Il testo sul quale siamo 'inchiodati' fin dall'indomani dell'approvazione della Finanziaria non affronta nessuna delle emergenze del nostro territorio: non parla di acqua o di rifiuti, né di lavoro né misure in grado di garantire crescita e sviluppo. Sarebbe stato più opportuno - ha continuato - esaminare proposte di legge importanti per la Sicilia che pur senza impegno economico avrebbero avuto ricadute significative".
Il grosso del lavoro tocca adesso alle Commissioni, quindi, dove, a sentire la capogruppo dell'Udc, Eleonora Lo Curto, si svolge "la maggior parte del lavoro di un parlamentare". "Ma quando mai! - chiosa Cancelleri, ma basta guardare il calendario delle convocazioni sul sito dell'Ars -. Veniamo convocati sì e no una volta a settimana. In questa legislatura ci stiamo annoiando".
29 Maggio 2018
Fonte: livesicilia.it
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