Fondi PSR per start up di giovani imprenditori: i siciliani li snobbano. è la chiave dello sviluppo ma la Sicilia resta indietro
PALERMO - La politica regionale non riesce a catturare l’attenzione dei giovani agricoltori e poche sono le domande presentate in merito alle misure di sostegno per la cosiddetta agricoltura 4.0 che altro non è che l’utilizzo armonico e interconnesso di diverse tecnologie finalizzate a migliorare resa e sostenibilità delle coltivazioni, qualità produttiva e di trasformazione e condizioni di lavoro.
I dati sono emersi nel corso di una riunione dell’Agia-Cia, l’associazione giovani della Confederazione italiana agricoltori. Sono state oltre 3700 le domande presentate per il primo bando della misura del PSR dedicata alle start up di giovani imprenditori (mis. 6.1) pari a circa 4500 lavoratori da poter inserire nel sistema produttivo, ma di questi, solo un migliaio potranno goderne concretamente, poiché il plafond è di 40 milioni di euro, cioè 40 mila euro a persona di premio. Viceversa, la seconda misura dedicata ai giovani (6.2) relativa alla presentazione di progetti innovativi, ha visto la presentazione di sole 450 domande in tutto il territorio siciliano e appena 52 a Catania. Giuseppe Di Silvestro, presidente Cia Sicilia Orientale ha commentato i risultati di questa ricerca. “Questi numeri danno il polso di quanto consenso sul territorio possa avere l’opportunità Psr, ma anche di quanto lo strumento sia di per sé insufficiente a coprire il bisogno – ha detto Di Silvestro– nei fatti molti questi ragazzi resteranno fuori”.
“D’altro canto – ha spiegato Giovanni Sutera, dell’ispettorato Agricoltura di Catania – significa anche i giovani non guardano all’agricoltura 4.0 che altrove è la chiave dello sviluppo, la Sicilia resta ancora legata a una ruralità bucolica che non ha quelle aspettative innovative e tecnologiche che invece dovrebbe promuovere e comunicare”. Nei prossimi mesi, ha annunciato Sutera, verrà preparato un secondo bando di 25 milioni di euro per l’inserimento di altri 600 giovani. “Serve convergere l’attenzione – ha aggiunto– anche su altri programmi e fondi nazionali come ISMEA, con un bando che scade a giorni di 70 milioni di euro, di cui 35 riservati Sud”.
Eppure la tecnologia è alla base degli obiettivi che il governo regionale intende raggiungere proprio nel settore dell’agricoltura. Nel documento Defr 2018/2020 pubblicato sul sito della regione Sicilia si legge che “Il PSR Sicilia 2014-2020 ha tre obiettivi strategici di lungo periodo: competitività del settoreagricolo, gestione sostenibile delle risorse naturali e sviluppo equilibrato dei territori rurali. Tali obiettivi sono perseguiti attraverso l’attivazione di 64 operazioni/interventi nell’ambito di 16 misure, che rispondono alle sei priorità dell’Unione in materia di sviluppo rurale articolate in diverse focus area (art. 5 reg. (Ue) n.1305/2013), a ciascuna delle quali è assegnato un obiettivo specifico (Target)” che dovrà essere raggiunto attraverso alcune azioni tra cui la promozione del trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali; il potenziamento della redditività delle aziende agricole e la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e soprattutto la promozione di tecnologie innovative per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste.
Inoltre il governo regionale ha rilevato che “Nel settore agricolo occorrono il completamento della riforma dei consorzi di bonifica, la soppressione dell’Ente di sviluppo agricolo ed un confronto col Governo nazionale per garantire ai lavoratori forestali la continuità di lavoro e l’utilizzo in altre attività, oltre quelle abituali, come la pulizia dei corsi d’acqua, la pulizia delle spiagge, delle aree a verde, comunali ed extra comunali.
09 Maggio 2018 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: www.qds.it
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