19 Aprile 2018
Pensioni 2018: mentre in questi giorni continuano le trattative per la formazione di un Governo, dall’altra parte il dibattito sulla situazione pensionistica italiana rimane caldo, soprattutto in merito alla Legge Fornero del 2011 voluta dal Governo Monti. Sono in molti, infatti, a chiedere una revisione della riforma al fine di superare l’attuale struttura della legge, garantendo quindi una maggiore stabilità per i lavoratori. A prendere parola ancora una volta è il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.
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Pensioni 2018, Camusso: “Urge un nuovo intervento sulla riforma e sul sistema previdenziale”
In una recente nota, la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, ha ribadito la necessità di intervenire sull’attuale sistema pensionistico: “Un intervento sul nostro sistema previdenziale è urgente e necessario. Il nuovo Parlamento e il futuro governo hanno un compito fondamentale: ridare equità al sistema pensando in primo luogo ai giovani, oggi così penalizzati da rischiare la totale perdita di fiducia nella previdenza pubblica“ ha sottlineato la Camusso, aggiungendo: “Cgil, Cisl e Uil hanno avanzato una proposta capace di dare risposte concrete alle tante iniquità dell’attuale legge. Continueremo a sostenere la nostra piattaforma unitaria e la porteremo al confronto con i nostri futuri interlocutori“.
Pensioni 2018: possibile uscita dal lavoro a 62 anni, lo studio di Cgil e Fondazione Di Vittorio
La Cgil, in collaborazione con la Fondazione Di Vittorio, ha rilasciato uno studio dal titolo ‘I sistemi previdenziali in Europa’, dove si ipotizza l’uscita dal mercato del lavoro a 62 anni di età. Dallo studio emerge, inoltre, come il sistema pensionistico italiano sia tra i più penalizzati in Europa. Nel corso della presentazione, Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, ha spiegato: “È fondamentale reintrodurre un meccanismo di flessibilità in uscita in Italia, come previsto nella nostra piattaforma sindacale unitaria, con un’età di accesso al pensionamento a partire dai 62 anni, e occorre superare strutturalmente l’impianto della legge Monti-Fornero, introducendo i necessari elementi di sostenibilità, in particolare nei confronti dei giovani, delle donne, di chi svolge lavori manuali e gravosi, e dei lavoratori precoci“
Fonte: scoprilavoro.it
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