02 marzo 2018

QUELLO "SCONTO" DELL'IRCAC AL SUOCERO DI MICCICHÈ. IL M5S: "OPERAZIONE VERITÀ SU TUTTI I FINANZIAMENTI". IL BLOG: DOPO SCHIFANI ADESSO TOCCA A MICCICHÈ, QUINDI O SEI PARENTE DI QUALCUNO O ALTRIMENTI RIMANI UN PRECARIO FORESTALE. QUESTO NON SUCCEDE SOLO IN FORZA ITALIA



Cancelleri: "Subito una seduta d'aula". Crocetta: "Vicende ignobili". Il vicepresidente dell'ente Landi sull'inchiesta di Repubblica: "Notizie fuorvianti, situazione economica sana, aiutiamo il sistema cooperativo senza gravare sulla Regione"

di ANTONIO FRASCHILLA

01 Marzo 2018
Dopo l'ultima puntata dell'inchiesta di Repubblica sull'Ircac, riguardante i finanziamenti erogati al suocero di Gianfranco Miccichè per la coop Torre Macauda con una liberazione dalle fideiussioni su un prestito di 4 miliardi di vecchie lire in cambio del versamento di appena 250 mila euro, interviene il Movimento 5 stelle.  "Se nella voragine Ircac fossero finiti anche i finanziamenti al Resort di Torre Macauda di Sciacca, sulla quale il M5S già quattro anni fa aveva presentato un’interrogazione parlamentare, non ci sorprenderebbe", si legge in una nota il gruppo parlamentare del M5S all’Ars, dopo l'inchiesta di Repubblica Palermo sull'Ircac e l'apertura di un fascicolo da parte della procura della Corte dei conti. Ieri il vice presidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri ha chiesto con un ordine del giorno, da inserire il calendario dei lavori d’aula già la prossima settimana, l’istituzione di una commissione parlamentare d'indagine sugli enti finanziari della Regione siciliana. "Dalla stampa - prosegue il M5S - apprendiamo che tra i soci di quella coop, che ha ottenuto un finanziamento di 14 milioni di euro, figurerebbe anche il suocero di Miccichè. E sempre a mezzo stampa apprendiamo che il parente dell'attuale presidente dell'Ars sarebbe stato successivamente liberato dall'ipoteca a fronte di una cifra molto bassa. La ricostruzione ricorda che all'epoca Miccichè, che da sempre sostiene di non aver avuto  alcun ruolo, era viceministro dell’Economia. Riteniamo doveroso fare chiarezza sui meccanismi di concessione dei finanziamenti. E per questo torniamo a ribadire la necessità di istituire una commissione parlamentare di indagine all'Ars”. “Già nel 2014 - ricordano i Cinquestelle - il M5S a riprova del serio lavoro di opposizione svolto nella precedente legislatura, aveva chiesto all’allora governo Crocetta, con un’atto parlamentare, di fare luce sulle vicende legate all'Istituto regionale, verificarne i bilanci, accendendo i riflettori proprio su alcuni finanziamenti erogati al complesso turistico di Torre Macauda, che si trovava da molti anni in una condizione debitoria”.  “Sono passati quattro anni da allora - conclude il M5S - il tempo è galantuomo. Ora inchieste giornalistiche e la magistratura contabile, che ha aperto un fascicolo, confermano che potremmo averci visto giusto. Pretendiamo un’operazione verità sui meccanismi di erogazione dei finanziamenti da parte degli Istituti regionali di credito e sul ruolo della politica. Non arretreremo di un centimetro e se dovessero emergere eventuali responsabilità, saremo pronti a denunciarle”.

Intanto sull'inchiesta condotta da Repubblica, che ha sollevato prima il caso dei fondi alle coop giovanili mi restituiti e poi il caso del rischio voragine da 400 milioni per prestiti incagliati e contenzioso con l'Agenzia delle entrate, interviene il vicepresidente dell'ente, Adolfo Landi: "Le notizie pubblicate dagli organi di informazione nelle ultime 48 ore  e riguardanti l’attività e la situazione finanziaria dell’Ircac sono inesatte e in alcuni casi infondate. L'ente non pesa sulle casse della Regione perché si autosostenta. Anzi, dopo l’iniziale dotazione finanziaria, la Regione ha prelevato negli ultimi vent’anni oltre 300 milioni di euro dal bilancio dell’Ircac per spostarli nel proprio bilancio, da ultimi 25 milioni di euro sotto il governo Crocetta, serviti per pagare i forestali. Il contenzioso dell’Ircac, per quel che riguarda le leggi direttamente gestite (dalla istruzione della pratica alla erogazione finale) è assolutamente nella norma, e cioè mediamente intorno al 15 dell’erogato. Cosa ben diversa è la situazione del contenzioso riguardante i finanziamenti per l’occupazione giovanile, la quale però, in base alla legge 37/78, non è stata gestita dall’Ircac ma dalla  Regione, che ha disposto l’erogazione di finanziamenti garantendoli con propria fideiussione salvo poi revocarla, creando in questo modo la situazione di enorme sofferenza per l’Ircac. Per correttezza di informazione è bene puntualizzare che tali fatti si riferiscono ad oltre vent’anni fa. Il contenzioso delle leggi speciali di cui si è letto in questi giorni ed indicato come “voragine” , ammonta  a circa 165 milioni di euro oltre tassi di mora e incide pesantemente sul dato complessivo . Per ciò che riguarda l’intervento della Guardia di finanza si puntualizza che non sono stati sequestrati atti né fascicoli, che sono comunque a disposizione dell’autorità giudiziaria, ma è stata chiesta invece copia di documenti che l’Ircac sta predisponendo per la consegna. Ancora, in relazione alle notizie riguardanti la mancata approvazione dei bilanci dell’Ircac a far data dall’esercizio 2011 è bene puntualizzare che tale mancata approvazione  viene addebitata dalla Regione alla mancata approvazione dei bilanci da parte del Collegio sindacale che però, paradossalmente, non è stato nominato , dopo la scadenza del marzo 2012, dalla stessa Regione  prima del maggio 2015. Infine, ma non meno importante, dalle notizie di stampa sembra che l’attività dell’Ircac sia solo quella relativa alle cooperative giovanili mentre  in questi 55 anni di  attività, l’Ircac  ha approvato circa 14 mila fra crediti diretti ed indiretti per un ammontare complessivo di oltre 3 miliardi e mezzo di euro di finanziamenti concessi ad un tasso di interesse agevolato  attualmente pari allo 0,25 per cento annuo. L’Ircac gestisce circa tremila linee di credito per un ammontare complessivo di 400 milioni di euro ed annualmente  introita circa 12 milioni di euro di rimborsi riferiti ai finanziamenti concessi. Non si tratta dunque di un ente decotto ma piuttosto di un prezioso strumento di sostegno alla cooperazione siciliana come hanno recentemente dichiarato le centrali cooperative.

Sul caso interviene infine il governatore Rosario Crocetta che plaude al lavoro di Repubblica Palermo: "Cambiare la dirigenza dell'IRCAC e' stata una delle  cose più difficili dei miei cinque anni di governo. Mi rendevo conto che lRCAC non funzionasse, ma era praticamente  impossibile cambiare un commissario che aveva una nomina molto particolare: poteva essere rimosso  solo in caso di insediamento di un nuovo Cda.Per nominare il Cda occorreva che tutte le categorie interessate esprimessero i propri rappresentanti e la regione scegliesse il presidente. Avviammo l'iter amministrativo, quando eravamo pronti intervenne la legge MadIa che limitava a tre i componenti dei consigli di amministrazione. Volevamo, come governo regionale,'applicare la Madia, ma in molti ci posero la questione che essendo il Cda dell'iRCAC Rappresentativo  delle categorie, alcune categorie rimanevano senza rappresentanza. Sottoponemmo la questione al Cga che confermo' che tutti i consigli di amministrazione non potessero superare il numero di tre  componenti. Problema risolto? No, ci posero dall'Ars la necessità di approvare una legge regionale di recepimento della norma nazionale. Passava il tempo e il commissario indisturbato continuava a restare al suo posto, nulla mutava, con buona pace di dei tanti che non volevano cambiare le cose. Quando finalmente siamo stati in condizione di poter nominare il consiglio di amministrazione, e' scattato l'attacco al presidente nominato dalla regione, Il dottor Sami Abdallahali. Per contrastare la nomina si mobilitò mezzo mondo: non ha i  titoli, non è italiano, non è laureato, e' tunisino! Solo che il dottor Sami, non solo e' italiano e tunisino, non solo è laureato, non  solo ha i  titoli, ma ha dimostrato che in pochi mesi si può fare un gran lavoro, quello della riattivazione del credito alle imprese, ma anche quello della trasparenza, scoperchiando ammanchi

 per 400 milioni di fondi che sono stati sottratti alle imprese siciliane. Nel frattempo, io mi sono fatto le idee molto chiare sul motivo perché non si  poteva nominare un Cda all'IRCAC. Tutto doveva continuare come prima! Voglio ringraziare pubblicamente il Dottor Sami, ma voglio sinceramente fare il mio elogio a Repubblica Palermo, la testata giornalistica che avuto il coraggio di mettere a nudo queste vicende  ignobili di una Sicilia che deve cambiare"

Fonte: palermo.repubblica.it



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