di Serena Giovanna Grasso
Secondo i dati del Conto economico della Ragioneria dello Stato, più di un terzo del personale in servizio è impiegato nella scuola (100.658); seguono a grande distanza il comparto di enti locali e Regione (54.834 unità complessive) e il servizio sanitario (44.895)
PALERMO – In Sicilia il personale in servizio presso il comparto pubblico supera le 250 mila unità: si parla esattamente di 273.398 impiegati, di questi 134.375 sono donne (49,1%), mentre 139.023 sono gli uomini (50,9%). Questi sono alcuni dei dati che emergono dal Conto economico della Ragioneria generale dello Stato. Rappresentano l’8,42% dei 3.246.894 dipendenti impiegati in ambito pubblico complessivamente osservati a livello nazionale nel 2016.
Scuola, regioni e autonomie locali, servizio sanitario nazionale, contratto Regione Sicilia e Corpi di Polizia costituiscono le cinque forme contrattuali che nell’Isola contano il maggior numero di dipendenti. In particolare, all’interno del comparto della scuola è impiegato oltre un terzo dei dipendenti pubblici complessivi (100.658), composti per i tre quarti da donne (73.891) e per il restante quarto da uomini (26.767).
Un’importante presenza femminile si osserva anche nel comparto “Regione e autonomie locali”, in cui le donne sono 22.880, ma 9.000 unità in meno rispetto ai 31.954 uomini. Al contrario, si ha un’inversione di tendenza nei corpi di Polizia, in cui le donne costituiscono a malapena il 6,3% del totale (su 28.678 dipendenti solo 1.706 sono donne) e le Forze armate, in cui si osserva un’incidenza pari al 4,8% (542 donne su 11.253 dipendenti totali).
Quote residuali ed inferiori alle cento unità riguardano l’impiego presso la carriera prefettizia (82), carriera penitenziaria (35), presidenze del Consiglio dei ministri (19) e gli enti designati dagli articoli 60 e 70 del decreto legislativo 165/2001 (si contano rispettivamente 51 e 48 dipendenti).
Naturalmente il comparto della scuola è quello in cui si rileva la maggiore incidenza, calcolata ogni 10 mila abitanti: infatti, è possibile contare 198,13 dipendenti ogni 10 mila abitanti; seguono le regioni e le autonomie locali (con 137,42 dipendenti ogni 10 mila abitanti).
Il numero maggiormente elevato di dipendenti comunali si osserva a Palermo (7.253), seguono Catania (3.034) e Messina (1.444). Mentre Sclafani Bagni (Pa) e Roccafiorita (Me) sono i due Comuni in cui è maggiormente elevato il numero di dipendenti in rapporto alla popolazione: infatti, si contano rispettivamente 18 e 9 dipendenti, corrispondenti in ordine a 40,6 e 40 dipendenti calcolati ogni mille abitanti. Al contrario, Joppolo Giancaxio (Ag), Terme Vigliatore (Me) e Santa Flavia (Pa) sono i tre Comuni siciliani in cui il numero di dipendenti in rapporto alla popolazione è maggiormente contenuto: infatti, si contano rispettivamente 3, 19 e 30 dipendenti, pari in ordine a 2,409, 2,565 e 2,707 dipendenti calcolati ogni mille abitanti.
Relativamente ai costi, in media ciascun cittadino italiano spende per il lavoro pubblico 2.181 euro. La metà del costi è destinata a coprire il lavoro nel comparto della scuola e del servizio sanitario nazionale: infatti, si parla rispettivamente di 589,09 euro e 542,08 euro per cittadino, corrispondenti in ordine al 26,32% e al 24,22% del totale. Per le regioni e per le autonomie locali ciascun cittadino spende in media 279,06 euro (corrispondenti al 12,47% del totale), mentre per i Carabinieri e per le università si spendono rispettivamente 92,50 euro e 85,03 euro (in ordine pari al 4,13% e al 3,80% del totale).
16 Febbraio 2018 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: www.qds.it
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