10 gennaio 2018

PRECARI REGIONALI, LA PACCHIA CONTINUA. CI SONO ANCHE I “FAMOSI” FORESTALI, PERSONE ASSUNTE COME OPERAI STAGIONALI. SI È ARRIVATI PER EFFETTO DI UNA POLITICA CLIENTELARE CHE HA INSERITO PERSONALE SENZA PENSARE ALL’EFFETTO BOOMERANG CHE SI SAREBBE POTUTO CREARE CON IL PASSARE DEL TEMPO



di Michele Giuliano
La Regione ha stabilito le proroghe: per i contrattisti il rinnovo per un anno, per gli Asu sino a tutto il 2019. Le delibere di prosecuzione dovranno essere trasmesse dagli enti ai Cpi e alle sedi Inps territoriali

PALERMO - Di anno in anno, prima si grida al dramma, poi arriva la proroga, e tutti contenti, un copione che si ripete, quello che riguarda Asu e contrattisti che lavorano all’interno degli uffici pubblici siciliani. Da poco è stata resa nota la proroga al 31 dicembre 2019 per gli Asu (articolo 4 comma 1 L.R. 27/2016, per gli Asu appartenenti però al bacino dell’ex fondo sociale occupazione la legge che li stabilizza è l’art.11 comma 3 L.R. 8/2017), e al 31 dicembre 2018 per i contrattisti (art.3 comma 9 L.R. 27/2016).

L’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro ha anche ricordato agli enti utilizzatori che non avessero già provveduto, che sono tenuti ad adottare i provvedimenti deliberativi di prosecuzione delle attività, corredati dall’elenco dei soggetti utilizzati. Le delibere di prosecuzione dovranno essere trasmesse al centro per l’impiego e alle sedi Inps competenti per territorio e al Dipartimento regionale del Lavoro, dell’Impiego, dell’Orientamento, dei Servizi e delle Attività Formative-Servizio I che si occupa di Coordinamento attività del collocamento obbligatorio-Politiche Precariato, all’indirizzo di posta elettronica dedicato.

Ancora proroghe per quello che è un fenomeno ormai fuori controllo. Sono troppi i precari in Sicilia. In tutti gli enti locali, negli enti di formazione, nei Comuni. Un mondo variegato e allo stesso tempo frutto di un unico denominatore, quello del clientelismo della politica che ha portato a formare quest’enorme bacino divenuto un pozzo senza fondo. L’ultima fotografia è stata scattata dalla Regione stessa che, attraverso il Dipartimento regionale del Lavoro-Servizio I, ha aggiornato l’elenco regionale dei lavoratori appartenenti al regime transitorio dei lavori socialmente utili, regolato dalla Legge regionale del 28 gennaio 2014, la numero 5. Qui sono contenuti il numero di precari degli enti locali, Asu, Lpu ed Lsu, risultati complessivamente 21.285. Si tratta di lavoratori che alla data del 31 dicembre 2013 risultano essere ancora titolari di contratto a tempo determinato o utilizzati in attività socialmente utili.

Poi ci sono tanti altri precari, che nulla comunque hanno a che fare con gli enti locali ma che comunque sono sempre sul groppone del contribuente. Ad esempio i lavoratori degli oramai ex sportelli, e quelli sono 1.922 come riportato nell’albo regionale che è stato varato dall’assessorato regionale alla Formazione professionale. La schiera dei precari continua ancora con i “famosi” forestali che sono stati in questo caso riconosciuti direttamente dalla Regione e lavorano come operai stagionali, a 71, 101 o 151 giornate, a seconda anche qui della tipologia di contratto, e sono 23.690.

A questo numero spropositato di persone assunte come operai stagionali si è arrivati per effetto di una politica clientelare che ha inserito personale senza pensare all’effetto boomerang che si sarebbe potuto creare con il passare del tempo. Ragionamento che in realtà si può fare per tutti i precari così come quindi anche per gli ex Pip, un bacino che prima era a carico del Comune di Palermo e che poi, per le note vicissitudini finanziarie negative di Palazzo delle aquile, sono passati da qualche anno sotto la guida della Regione, che però non finisce qui di alimentare la sua infinita schiera di precari: ci sono anche gli enti di Formazione professionale e sono all’incirca 1.800 consolidati nel tempo al di fuori delle piante organiche degli enti che hanno orbitato in questo settore pur non essendo assunti ma venendo foraggiati con contratti a tempo.

Infine ci sono gli 11 Consorzi di bonifica, strutture sorte per la gestione delle acque degli invasi per uso agricolo. Leggendo le piante organiche pubblicate dagli stessi Consorzi a tutto il 2016 il personale con contratto a tempo determinato ammontava a 934 unità.

10 gennaio 2018 - © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte: www.qds.it





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