Franco Busalacchi - 06 Gennaio 2018
Il TAR Sicilia ha applicato alla mia lista un principio rigoroso che non potrà che essere applicato anche a chi ha commesso – e sono veramente tanti – irregolarità molto più gravi delle irregolarità formali contestate a noi. Ci sono addirittura fatti rilevanti sotto il profilo penale (falso ideologico e documentale) che saranno denunciati alle competenti Procure della Repubblica
Il vero siciliano non conosce la rassegnazione. Lotta, quando non si arrabatta, tutti i santi giorni, fossero alti i suoi obbiettivi o fosse solo per metter insieme pranzo e cena tutti giorni. Può essere sconfitto (è successo spesso), ma mai vinto; combatterà sempre, “anche contro la morte del giorno”. Mi sento uno di loro, sono con loro, sono uno di oro, pochi o molti che siano.
Con un atto che è politico e nello stesso tempo è il segno di un’azione civile, ho sentito il dovere di rappresentarli, di interpretare i loro sentimenti, di dare voce al loro sdegno, di indirizzare la loro giusta ira.
La legislatura regionale che è appena partita è il frutto di una partita truccata. Non mi riferisco soltanto ai voti comprati e venduti tra ladri e cocainomani da una parte e disperati e disonesti di ogni genere dall’altra parte, né ai figli che hanno messo a frutto i i milioni rubati ai siciliani dai loro padri, e nemmeno ai voti scambiati a 25 euro ciascuno, né alle pastette che si sono consumate nei seggi, e nelle alte e segrete stanze occupate da chi disonora la sua funzione di controllore per metterci del suo.
Tutte queste miserie sono difficilmente dimostrabili e quindi restano voci di popolo. La loro verità grida lo stesso quando vediamo il frutto di questa miseria. Dal frutto si riconosce l’albero. Lo squallore che ci circonda nasce da questo mercimonio e tale resta.
No, io parlo di falsi documentali, di tutta una sere di irregolarità formali che hanno costellato il “tempo delle elezioni”.
Come molti dei nostri lettori sapranno, la nostra lista regionale di NOISICILIANICONBUSALACCHI è stata esclusa dalla competizione elettorale per mancanza di alcuni timbri di congiunzione tra alcuni fogli. La decisione fu assunta dalla Corte d’Appello di Palermo. Opposta decisione, cioè di ammissione, è stata assunta dal Tribunale di Palermo per la lista provinciale che presentava gli stessi difetti formali.
Chi dei due organi ha sbagliato? Ce lo dice il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia, decidendo il ricorso avverso l’esclusione. Ha sbagliato chi ha ammesso la lista e non chi la esclusa: i timbri non sono un fatto solo formale, ma sostanziale perché la legge regionale che li prevede è più restrittiva di quella nazionale e l’assenza dei timbri è causa di nullità dell’atto e degli atti che su quello si fondano.
Insomma, argomenta il giudice amministrativo, il favor partecipationis, cioè l’indulgenza verso chi ha fatto errori procedurali veniali, in Sicilia non può trovare luogo.
Se è così, e noi abbiamo accettato il verdetto, gli errori, le mancanze di originali, le mancanze di firme, le viziature, le abrasioni. le cancellature, il cd ‘bianchetto’ le fotocopie in luogo di originali, la mancanza di autenticazione di firme, la accettazione della candidatura avvenuta da parte del candidato successivamente all’acquisizione delle firme a sostegno dello stesso candidato (che non c’era ancora), sono sicuramente vizi ben più gravi di una mera assenza di timbri, ovviamente, e alcuni sono rilevanti sotto il profilo penale (falso ideologico e documentale e saranno denunciati alle competenti Procure della Repubblica).
E poiché è principio di diritto che “quod nullun est nullum producit effectum” (un atto nullo rende nulli gli atti che su di esso si basano), ecco che la dichiarazione (inevitabile) di nullità di talune candidature fa cadere in alcuni casi addirittura la lista, i cui voti relativi quindi non si possono conteggiare, facendo venire meno il quorum necessario e tutti se ne tornano a casa.
Anche l’onesto Nello Musumeci tornerà a casa (e vista la tempesta che si addensa sul suo capino, chissà che non ci stia pregando). Una sua “bellissima” candidata ha commesso gravissime irregolarità e andava esclusa dalla lista provinciale. E poiché è presente nel listino del presidente, la stessa decade dallo stesso listino: listino che pertanto che non era presentabile.
Un effetto domino devastante (per loro), ma, diceva Aristotele: “amicus Plato, magis amica veritas”.
In tanti mi hanno chiesto e mi chiedono: ma sei sicuro che il TAR Sicilia annullerà le elezioni? Sei sicuro che esaminerà il ricorso, oppure troverà mille intoppi e mille cavilli per fare passare indenne la legislatura? Sei sicuro che non emetterà una sentenza “politica”?
Il che è come chiedersi:
siamo ancora in uno Stato di diritto?
La Costituzione è ancora il nostro presidio di cittadini?
Siamo in democrazia, dove i poteri sono separati e la magistratura è indipendente?
Di due cose sono sicuro, anzi, di tre.
Il TAR sarà sottoposto a pressioni indicibili, e questa è la prima.
Il TAR farà esattamente quello per cui i suoi giudici hanno giurato. E questa è la seconda.
Vi dico la terza: lasciamoli lavorare, ma facciamo quadrato e stiamo loro vicini, perché la loro sentenza cambierà per sempre la Sicilia.
Fonte: www.inuovivespri.it
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