di Giacinto Pipitone— 28 Dicembre 2017
PALERMO. Primo, timido, passo per provare a evitare la reintroduzione dei maxi stipendi per i burocrati dell’Ars. Il Consiglio di presidenza del Parlamento ha dato mandato al collegio dei questori di avviare la trattativa con i sindacati per determinare un nuovo tetto. Lo ha annunciato il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, nel corso di Cronache Siciliane, la trasmissione di approfondimento di Tgs.
Dal primo gennaio scade l’accordo firmato a fine 2014 per limitare gli stipendi a un massimo di 240 mila euro. Dunque automaticamente le buste paga di gennaio lieviteranno e, se non verranno introdotti nuovi limiti, le retribuzioni annuali arriveranno fino anche a 350 mila euro. Da qui una polemica che ha segnato il solco fra il Palazzo e l’opinione pubblica.
Miccichè, dopo aver difeso nei giorni scorsi gli aumenti, oggi ha tenuto una linea diversa. «Il Consiglio di presidenza dell’Ars - ha detto - considerata l’impossibilità di interventi non concertati con le organizzazioni sindacali, all’unanimità, ha dato mandato a Giorgio Assenza, come membro anziano del collegio dei questori, all’immediato avvio delle trattative sindacali al fine di arrivare entro 60 giorni ad un accordo che possa ripristinare il tetto attuale dei 240 mila euro o, quantomeno, introdurre dei limiti alle indennità stipendiali previste prima della riduzione».
Dunque le buste paga cresceranno ma si proverà a riportarle sotto i 240 mila euro in due mesi. Stamani era stato il presidente della Regione, Nello Musumeci, a schierarsi contro gli aumenti: «Stipendi già dignitosi non possono essere aumentati. Le istituzioni siano da esempio in momenti di grave crisi economica».
Fonte: gds.it
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