Il messaggio lanciato durante gli auguri di fine anno con la stampa a Catania. «C'è un grande clima di attesa. Con il tempo produrremo fatti concreti»
CATANIA - «Lavorare e tacere dico alla mia squadra di assessori. C'è un clima di grande attesa per le incompiute e per l’inconsistenza di buona parte del fatturato governativo della precedente coalizione e in un momento così drammatico c'è la necessità di aggrapparsi alla speranza». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci incontrando i giornalisti a Catania per uno scambio auguri di fine anno organizzato dall’Assostampa. «Per la Regione Siciliana - ha affermato - è un fine anno denso di attese, di aspettative. Un profilo basso, niente interviste settimanali, niente grandi propositi per non alimentare attese che poi potrebbero tradursi in cocenti delusioni. Ci sarà tempo anche per questo». «Io desidero accostarmi a questo mondo - ha concluso - con grande rispetto non perché io sia pubblicista da 40 anni, ma perché ritengo fondamentale il ruolo dei giornalisti».
«Ai siciliani rivolgo un messaggio di speranza che non si regge sul vuoto, ma su fatti concreti. Noi con il tempo produrremo fatti concreti», ha aggiunto il presidente. «Ci vorrà qualche anno per rimuovere le macerie e credo che al terzo anno riusciremo a costruire una nuova Regione Siciliana, ma in questo processo difficile e in questa strada tutta in salita ho bisogno di sentire accanto a me il conforto, il sostegno, la condivisione dei siciliani al di là dell’appartenenza o del voto espresso il 5 novembre il diritto al pane, al futuro non conosce barriere né tessere di partito. Io voglio essere davvero il presidente di tutti che debbono ritrovare l’orgoglio dell’appartenenza».
«Dobbiamo dimostrare di essere discontinui con il passato e mantenere un alto profilo istituzionale. Come avete notato, il Presidente non ha partecipato alle trattative per gli equilibri d’Aula legati all’elezione dell’ufficio di presidenza, mentre in passato il presidente era anche il capo della coalizione. Io per primo dico che i partiti devono stare un passo indietro, tornare alla loro funzione: quella di essere cerniera tra la piazza e il Palazzo. L'invadente presenza dei partiti ha, infatti, caratterizzato gli ultimi 30 anni della storia politica e non solo siciliana». «Noi riteniamo che le istituzioni debbano essere liberi dalla pressione dei partiti - ha aggiunto - perché troppo spesso gli stessi partiti hanno improntato la loro azione sull'egoismo e non sui bisogni reali della gente».
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Fonte: www.lasicilia.it
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