06 Dicembre 2017
La ‘trappola’, chiamiamola così, era stata preparata per i grillini, nel caso in cui avessero vinto le elezioni. Ma va bene anche per il nuovo presidente della Regione, Nello Musumeci, e per la sua Giunta. Del resto, il centrosinistra siciliano non aveva alcuna speranza di vincere le recenti elezioni regionali. Così, con grande ‘senso delle istituzioni’ ha ‘avvelenato tutti i pozzi’, lasciando al nuovo Governo il caos in quasi tutti i settori della vita pubblica siciliana.
Il caos del caos è negli uffici dell’assessorato all’Economia. Qui lo scenario è drammatico. Non mancano solo le risorse finanziarie: mancano alcuni adempimenti legati alla mancata applicazione del Decreto nazionale n. 118 del 2011. Attenzione: tutto è stato fatto scientemente dall’ex assessore commissario (di Renzi) in Sicilia, Alessandro Baccei.
Ricordate la scorsa estate? Baccei che presentava lo schema di Bilancio e Finanziaria 2018 e i dirigenti del PD siciliano di riempivano la Sicilia di manifesti con la scritta: “Bilancio regionale risanato? Fatto!”.
Fatto una mazza! Questo blog ha denunciato subito che si trattava di un grande imbroglio. Ma la politica era troppo impegnata in campagna elettorale. Oggi arrivano i risultati.
Niente bilancio consolidato, che è uno strumento che dovrebbe rappresentare – nel caso della Regione siciliana – il quadro economico e finanziario della stessa Regione e di tutte le sue società collegate (dovrebbe essere così anche per i Comuni, che in Sicilia sono quasi tutti al verde e non hanno nemmeno approvato il bilancio di previsione di quest’anno!).
“L’adozione dei principi applicati concernenti la contabilità economico-patrimoniale e il bilancio consolidato, può essere rinviata all’anno 2016, con l’esclusione degli enti che nel 2014 hanno partecipato alla sperimentazione prevista dal decreto legislativo n. 118 del 2011”, recita la normativa.
Da quello che conosciamo, l’unica parte del Decreto 118 che la Regione ha applicato è stato il pagamento dei debiti fuori bilancio, previsione di legge che in Sicilia, a tutti i livelli, viene piegata a interessi clientelari.
In questo momento, causa la mancata applicazione della nuova legge di contabilità pubblica, la spesa regionale è bloccata. E dubitiamo che Roma aiuterà il Governo Musumeci. Anche perché questa ‘trappola’ il passato Governo di centrosinistra l’ha organizzata e messa a punto con Roma, dove opera un Governo dello stesso colore politico del passato Governo regionale.
Tra l’altro, Roma ha tutto da guadagnare dal blocco della spesa in Sicilia, dove ogni euro bloccato è un euro in più da spendere in altre Regioni italiane dove il centrosinistra, alle prossime elezioni politiche non parte battuto come nella nostra Isola.
Il caos rischia di provocare effetti negativi su tutta la spesa regionale. E’ il caso degli operai forestali, ai quali il passato Governo regionale, negli ultimi giorni di campagna elettorale, aveva promesso 80 euro in busta paga (promettere 80 euro a tutti, a pochi giorni dal voto, in Italia, a quanto pare, non si configura come voto di scambio: se si tratta di soldi pubblici si può fare…).
Ora si scopre che questi 80 euro dovrebbero essere pagati dal nuovo Governo che, causa la mancata applicazione di alcuni passaggi nodali del Decreto 118, rischia di non potere accedere ai fondi nazionali per pagare gli operai forestali.
In questo modo il centrosinistra spera di mettere in cattiva luce il nuovo Governo regionale di centrodestra, nella speranza di guadagnare voti alle ormai imminenti elezioni politiche nazionali, previste per marzo.
Di fatto, il centrosinistra che ha governato la Sicilia e che governa ancora l’Italia sta facendo pagare un prezzo elevatissimo a cinque milioni di siciliani. Dimostrando di avere, lo ribadiamo, un senso delle istituzioni molto approssimativo.
Il caos totale è nella gestione dei rifiuti. Più tardi pubblicheremo un approfondimento illustrando quello che sta succedendo e quello che succederà nei prossimi mesi. Quello che possiamo anticiparvi adesso è che il nuovo Governo regionale sembra nel pallone.
Dire che si opterà per piccoli inceneritori, ad esempio, è una bufala. Un inceneritore, per essere realizzato ed entrare in funzione, vuole almeno cinque anni di tempo. Mentre la Sicilia è in emergenza perché il passato Governo di centrosinistra, dal 2008 ad oggi, ha puntato tutto sulle discariche.
Lo stesso discorso vale per altri settori: per esempio, nel mondo dei trasporti, tra strade e autostrade sfasciate, trasporti aerei costosi e privi di continuità e trasporti marittimi nelle mani di un gruppo di monopolisti mai censurati dalle autorità nazionali.
Ci hanno accusato di essere troppo pessimisti. Ma i fatti cominciano a darci ragione. Anche perché il nuovo Governo regionale annaspa.
Fonte: www.inuovivespri.it
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