CATANIA - Via Etnea tinta di rosso per la protesta della Flai Cgil. Anche Catania ha preso parte alla manifestazione organizzata dal sindacato per chiedere un sistema pensionistico equo che tuteli i lavoratori del settore agroalimentare, molti dei quali stagionali. Tantissimi i partecipati - secondo le stime sono scese in piazza circa 5 mila persone - che hanno animato il corteo che si è snodato da Villa Bellini a piazza Manganelli, alla presenza dei segretari generale, Alfio Mannino, regionale, Michele Pagliaro e nazionale, Ivana Galli.
Oggetto della protesta, l'età pensionabile e i sacrifici che il Governo vorrebbe richiedere ai lavoratori forestali, del settore agricolo, della pesca, come se questi non fossero pesanti e usuranti. Dito puntato anche contro il lavoro discontinuo, che in Sicilia riguarda circa 120 mila persone, tra agricoltura, forestale e industria agroalimentare. “Partiamo dalla Sicilia - dice Ivana Galli- per il peso che ha in questa regione il lavoro bracciatile. Ma non ci fermeremo: venerdì terremo infatti un presidio davanti a Montecitorio chiedendo di essere ricevuti dalla Commissione Bilancio, dove sono in discussione gli emendamenti alla legge di Bilancio che riguardano il nostro settore e andremo avanti anche dopo la conclusione del mandato di questo governo”.
La Flai chiede che l’emendamento che blocca per due anni l’innalzamento dell’età pensionistica in rapporto all’aspettativa di vita venga modificato in modo da potere realmente comprendere i lavoratori agricoli a tempo determinato e quelli della pesca. “Devono essere fatti riferimenti specifici- afferma Alfio Mannino - parlando chiaramente di Otd (operai a tempo determinato) e prevedendo per i lavoratori della pesca 9 mesi di continuità lavorativa, che sono quelli effettivamente svolti in un anno. La norma attuale – osserva- pur citando questi lavoratori parla di 6 anni di continuità nel lavoro, irraggiungibili per gli stagionali”. ù
La Flai chiede anche al Governo di inserire il lavoro agricolo tra quelli gravosi, garantendo l’accesso all’Ape sociale agli stagionali a partire dai 63 anni con l’abbassamento da 36 a 30 della contribuzione necessaria. “Sarebbe questo già un segnale- prosegue la Galli- nel senso dell’equità, peraltro parliamo di una platea di soggetti potenzialmente interessati di appena 10 mila persone. Se non si modifica la legge Fornero inoltre – aggiunge la segretaria Flai- i nostri stagionali rischiano di andare in pensione dopo i 70 anni e questo è impensabile da tutti i punti di vista, quello umano, quello sociale, vista la gravosità dei lavori svolti”.
Ma le richieste sono indirizzate anche al governo regionale e al presidente Musumeci: “Chiediamo attenzione alla qualità del lavoro nell’agroalimentare- conclude Mannino - procedendo al più presto al riordino delle norme che riguardano il mercato del lavoro e degli Enti al servizio dell’agricoltura, cioè Esa e Consorzi di bonifica”.
13 Dicembre 2017
Fonte: catania.livesicilia.it
Ma in questi 5 anni dove sono stati
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