25 Novembre 2017
di EMANUELE LAURIA
Le mire dei segretari dei partiti, le polemiche sugli impresentabili: il nuovo inquilino di Palazzo d’Orleans ha bisogno di più tempo per completare il complicato puzzle della sua squadra di governo. Doveva chiudere entro oggi, invece bisognerà attendere la prossima settimana. Lui, si badi, nega di sentirsi sotto assedio.
Però da Milano, quando si chiude la giornata di lavoro degli stati generali della lotta alle mafie, dice la sua su questo turbolento avvio di mandato. E non risparmia qualche frecciata.
Un’indagine dopo l’altra, arresti e maxi-sequestri. È preoccupato per quest’impennata di azioni giudiziarie dopo il voto?
«E perché dovrei? Sono
indignato, anzi, per il fatto che negli ultimi 70 anni nessuno abbia fatto caso agli impresentabili: in Sicilia ci sono sempre stati. E stavolta i casi sono anche meno del passato. Io ho lanciato per tempo l’allarme, già ad agosto. Altri candidati l’hanno fatto durante le precedenti elezioni? E ho ribadito quel che penso, poco fa, al ministro Andrea Orlando e a Rosy Bindi».
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Fonte: palermo.repubblica.it
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