di Pietrangelo Buttafuoco e Giuseppe Sottile
Scusami, direttore, carissimo Peppino, ma l’addio – l’adieu – ci fu? Rosario Crocetta lasciò, infine, il governatorato di Sicilia? “Nudo entro e nudo esco”, così disse: si svestì, dunque?
“Si svestì, sì: del ruolo e dei drappeggi. S’è mostrato adamitico – maestro di finzione qual è – sui tappeti orientali del salone delle feste di Palazzo d’Orleans e così, con questa immagine, la Buttanissima si conclama Strabuttanissima Sicilia che, come sai, caro Pietrangelo, è il titolo del tuo libro e dello spettacolo che andrà in scena a marzo prossimo, al Teatro Biondo di Palermo.”
A proposito di teatro, Crozza sarà bravo a fare l’imitazione ma come gli fa il verso il grande Salvo Piparo, a Crocetta, nessuno.
“E Crocetta stesso è ancora meglio di Crozza.”
Ho due domande da domandarti, trattasi di due argomenti da giornalismo con la schiena dritta, anzi, aggressivo.
“Aggredisca pure; io, a domanda, rispondo.”
Cosa ne sarà di Patrizia Monterosso, segretario generale della Regione, ma più precisamente la potentissima Richelieu di sempre?
“La fine che farà sarà il primo biglietto da visita di Nello Musumeci; braccio armato – burocraticamente parlando – del peggior crocettismo, ella è stata la suggeritrice occulta e fedele sia di Crocetta che di quell’altro campione di legalità e strapotere chiamato Raffaele Lombardo, un altro governatore del quale i siciliani hanno già disperso la memoria.”
Ma è vero che per togliere Musumeci dalle ambasce se la caricherà Gianfranco Micciché, pronto a prendersi la casella di presidente dell’Assemblea regionale?
“Molto antico e molto stretto è il legame politico tra i due. Ella, Patrizia Monterosso intendo, è il tipico personaggio che incarna gli immortali di Sicilia. Quella particolare schiatta di grand commis che hanno attraversato tutte le stagioni e che per i loro rapporti e le loro conoscenze stanno sempre in piedi.”
Ma non sarebbe più giusto, e forse anche più furbo, da parte di Musumeci, portare alla presidenza dell’Ars Giancarlo Cancelleri, il leader del M5S siciliano – oltretutto il primo partito nell’isola – e così far saltare il giochetto?
“Insegui sempre la fantasia.”
Niente fantasia, e va bene: Richelieu – seppure nell’affascinante effigie della Monterosso – resta inamovibile?
“Cosa vuoi che ti dica? Se la Sicilia non si libera di questi convitati di pietra non avrà speranza, non ci sarà rinnovamento della politica; se non verrà spazzata via un mandarinato burocratico complice e prevaricante sulla politica…”
Ogni successore fa rimpiangere il predecessore ma con Musumeci si spezzerà questo incantesimo?
“Ha tutte le carte in regola per farci ipotizzare un governo serio e responsabile, ma la politica è l’arte dell’imprevisto e dell’impossibile; se guardiamo i nomi che già credono di avere il laticlavio assessoriale il mio ottimismo comincia a vacillare. Prendiamo Vittorio Sgarbi, un intellettuale di altissimo livello, un uomo straordinario, che difficilmente potrebbe far conciliare il silenzioso lavoro in assessorato con la sua idea della politica, un totem che lui ama sempre e comunque sacrificare sull’altare di quelle polemiche che alla resa dei conti finiscono per assegnargli sempre maggiore visibilità.”
Ma degli innamorati pazzi della Sicilia – com’è Sgarbi, innamorato pazzo di questo pozzo infinito di bellezza – ce ne vogliono, altro che. Me lo dici sempre che Sgarbi è il numero uno…
“Altro che, è il numero uno. Ma se ne tornerà a Roma per fare il ministro dei Beni Culturali tra pochi mesi e io non posso che tremare solo al pensiero che la giunta di Musumeci cominci la propria avventura con una nuova giostra delle nomine. Sarebbe la sciagurata riproposizione del crocettismo.”
E comunque non è un gran vacillare, il tuo…
“Prendiamo Gaetano Armao…”
…garantisce la presenza di Silvio Berlusconi, secondo la narrazione di Miccichè, nella giunta di governo di Musumeci.
“Se la Monterosso, come l’hai definita tu, è una Richelieu, l’Armao – più che di Silvio – è il cardinal Mazzarino di Micciché; ecco, sì, è un Mazzarino in salsa sicula”
Ma tanto il Mazzarino della storia era siciliano d’origine, il pomodoro è lo stesso.
“Non discuto, intendo dire che il Mazzarino di Micciché s’è iscritto fin da ragazzo alla Casta con le sarde e non l’ha lasciata mai più.”
A proposito, il sondaggio ad ampio spettro lanciato da Livesicilia con i propri lettori per individuare gli assessori graditi ai siciliani, con l’attento lavoro di Accursio Sabella…
“…un grande successo editoriale, indubbiamente, anche se resta il sospetto che molti patriarchi delle clientele abbiano mobilitato le proprie truppe cammellate…”
Peggio delle primarie del Pd!
“Sì e no. Comunque basterebbe che Musumeci si guardasse attorno per cogliere nomi e personalità che sanno costruire il benessere della Sicilia.”
Chi?
“Potremmo fare centinaia di esempi, decine di nomi. Limitiamoci a qualche esempio. Giovanni Occhipinti per esempio, bravissimo imprenditore di Ragusa, presidente del distretto turistico degli Iblei e uno dei protagonisti assoluti del risveglio economico di quelle terre. Penso anche a Paolo Inglese, prorettore di Palermo, un grande esperto di agricoltura; penso a Nino Caleca, un professionista che non ha bisogno di presentazioni, o a Raffaele Bonsignore di Fondazione Sicilia, che ogni giorno con serietà e competenza dona slancio e concretezza alla nostra cultura. E in politica, infine, perché non premiare Giusi Savarino, la donna che ha saputo costruire il progetto di #diventerà bellissima?, la vedrei perfetta per un assessorato di peso e di orgoglio: sarebbe un segnale forte per dire ai siciliani che Musumeci non è solo l’uomo di Fratelli d’Italia ma di tutti i moderati di centrodestra.”
Un elencone, questo.
“Che potrebbe ancora continuare. Per esempio, citando Gianni Bocchieri uno di quei siciliani, non di scoglio ma di alto mare, che è partito per Milano e, da direttore generale, ha preso in mano l’assessorato alla Formazione della Regione Lombardia e l’ha trasformata in una eccellenza europea. Mentre qui, come sai, è una fogna a cielo aperto. No, non voglio fare liste ma non ci dicano che mancano donne e uomini onesti, capaci e preparati con i quali sarebbe possibile costruire quella svolta salutare senza la quale la Sicilia sarà sempre stretta da una tenaglia: le orrende forze clientelari da un lato, i callidi e inamovibili super burocrati dall’altro, diventati con gli anni i veri pupari dei fatti e dei misfatti della Sicilia”.
Ma come, i pupari loro sono, non i mafiosi?
“La bestia mafiosa non ha più gli artigli che aveva fino a pochi anni fa; i mafiosi di oggi, più che offrire protezione, la cercano…”
A proposito, stavo dimenticando la seconda domanda aggressiva.
“A domanda, rispondo; aggredisci pure.”
Ma Beppe Lumia, il senatore della porta accanto, super professionista del professionismo antimafia, che ruolo avrà in questa nuova stagione?
“Ruzzolò. Con Crocetta e con tute le imposture che il suo ologramma – tutto di legalità e rivoluzione – ha contrabbandato in questo nefasto e slabbrato quinquennio.”
22 Novembre 2017
Fonte: livesicilia.it
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