Alla paralisi i finanziamenti dell’assessorato alle Attività produttive destinati alle imprese che innovano
di CLAUDIO REALE
di CLAUDIO REALE
14 Novembre 2017
Nella Regione con 16mila dipendenti ci sono 260 milioni per le imprese che innovano, ma non i soldi per sbloccare i progetti. E il rischio, con il ritmo attuale, è che per i bandi già pubblicati la graduatoria arrivi anche fra un anno e mezzo: all’assessorato alle Attività produttive, infatti, i dipendenti che si occupano di sei programmi europei per i quali sono state presentate complessivamente quasi 3.500 domande sono solo undici, e per analizzarle si viaggia al ritmo di sei pratiche al giorno. La soluzione? Al momento non c’è, visto che i dipendenti del dipartimento sono in tutto 134, più 20 distaccati a Catania, e ovviamente ci sono altri compiti di cui occuparsi: «Le risorse umane – allarga le braccia il dirigente generale, Alessandro Ferrara – sono quelle che sono. Se le spostassi da altri servizi rischierei di provocare un danno erariale».
Così, al momento, si naviga a vista. Su un fronte, i fondi europei, che il presidente eletto Nello Musumeci ha da sempre indicato come uno dei settori chiave su cui agire dall’insediamento. Alle Attività produttive, un dipartimento che in estate ha subito anche il taglio degli straordinari e quindi può rimanere in ufficio fuori orario soltanto gratis, i bandi aperti sono sei: uno riguarda le imprese appena nate e ha una dotazione di 30 milioni, ma in una regione nel baratro della crisi le domande inviate sono 1.169 e l’investimento che sbloccherebbero se fossero accolte tutte ammonterebbe a poco meno di 750 milioni. Per analizzarle ci sono solo due funzionari, che però devono dividersi fra questo e un altro bando, che invece riguarda le piccole e medie imprese: in questo caso i fondi messi a disposizione da Bruxelles sono 70 milioni, le domande inviate 500 e gli investimenti progettati dalle aziende superano i 660 milioni. Poche porte più in là, nello stesso dipartimento, c’è invece l’ufficio che si occupa del bando da 20 milioni per le imprese artigiane: anche in questo caso i funzionari sono sulla carta due, ma uno ha problemi di salute. L’unico dipendente rimasto, dunque, deve affrontare una pila di 985 domande, per un investimento complessivo di oltre 150 milioni.
Più fortunati, se così si può dire, sono gli uffici che si occupano dei bandi per l’innovazione. La squadra, in questo caso, è composta da 8 persone, ma deve fronteggiare tre programmi europei: quello da 28 milioni per i servizi innovativi alle imprese, con 470 domande, quello da 56 milioni per la ricerca tecnologica, con 43 progetti depositati, e quello per la collaborazione fra aziende, università e Cnr, che ha una dotazione finanziaria di 56 milioni. Progetti che in queste tre categorie sono stati presentati anche dai big dell’imprenditoria siciliana: da Dolphin, l’azienda dei “Polaretti”, a Etna Hi-tech, una delle punte di diamante del polo tecnologico catanese. Tutti con una buona idea per creare posti di lavoro. Ma in attesa di un via libera perché nella Regione con 16mila dipendenti non ci sono uomini sufficienti per occuparsene.
Fonte: palermo.repubblica.it
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