di Michele Giuliano
Nei giorni scorsi l’Assessorato
regionale al Lavoro ha pubblicato le modalità operative per la
procedura. In Sicilia 6.000 Asu, simbolo di una politica clientelare
fatta di raccomandazioni
PALERMO - Il processo per la stabilizzazione dei cosiddetti Asu,
lavoratori impiegati in attività socialmente utili, all’interno della
Pubblica amministrazione continua. Dopo l’istituzione presso i Centri
per l’Impiego degli sportelli periferici per fornire informazioni
sull’argomento, l’assessorato regionale al Lavoro ha pubblicato alcune
direttive per regolare le modalità operative e le procedure di raccolta
dei dati dei lavoratori raccolti e della loro posizione all’interno
degli Enti in cui lavorano. Sono stati quindi forniti agli uffici i
modelli da utilizzare: il primo, modello ‘A’, per programmare la
fuoriuscita dal bacino dei lavori socialmente utili; il secondo, il
modello ‘B’, per fare la richiesta per essere inseriti nella sezione
esuberi all’interno dell’elenco unico regionale a cui questa categoria è
iscritta.
Gli Enti che utilizzano tali lavoratori proprio in questi giorni
hanno depositato la documentazione presso il Centro per l’Impiego di
competenza, che si occuperà a sua volta di controllare gli elenchi,
unificandoli, in un ulteriore modello anch’esso fornito
dall’amministrazione. Alla fine del procedimento, il servizio regionale
delle Politiche del precariato del dipartimento Lavoro predisporrà
l’elenco generale della sezione esuberi.
Terminata tale fase, saranno impartite ulteriori direttive per
avviare i piani di utilizzo e di fuoriuscita dei precari Asu, in base ai
numeri individuati e alle professionalità evidenziate. A supervisionare
il tutto, vigilando sulla correttezza della procedura e della
trasparenza delle operazioni, che dovranno essere il più possibili
accessibili, ci saranno gli ispettorati del Lavoro per zona. Un
procedimento che sembra essere lineare e semplice, che dovrebbe
finalmente avviare la stabilizzazione di tanti lavoratori che, una
ventina di anni fa, avrebbero dovuto lavorare per un solo anno e che
poi, seppur nella loro precarietà, hanno trovato “stabilità” in Regione,
Comuni, Province, sanità e altre strutture pubbliche e parapubbliche.
Gli Asu sono in 6 mila in tutta l’Isola e vivono letteralmente in
un limbo: non hanno un contratto, non godono di ferie e malattie,
praticamente continuano a essere lavoratori in nero legalizzati dalle
istituzioni. Hanno avuto accesso alle Pa siciliane senza uno straccio di
concorso, quindi anche in contrasto con la Costituzione. Il loro
stipendio è interamente a carico della Regione. Sono nati, e continuano
ancora ad avere questo profilo professionale, come supporto agli
impiegati. Non avendo un contratto infatti non possono svolgere alcune
mansioni perché per loro non sono previste indennità accessorie come, ad
esempio, il “rischio” o il “disagio”. Una vera contraddizione, quella
loro, che li vede protagonisti di una situazione molto imbarazzante.
Il caso simbolo in Sicilia è ad Alcamo, Comune che addirittura con
all’incirca 200 Asu in servizio, un terzo dell’intera pianta organica.
In pratica questi lavoratori gestiscono servizi essenziali.
L’amministrazione vorrebbe internalizzare alcune servizi, come la
pulizia delle spiagge e degli spazi a verde: impossibile però
utilizzarli proprio perché non godono di indennità per effettuare
servizi esterni. Ma non ci sono soltanto loro: il bacino dei precari è
costituito da 18 mila lsu, lavoratori socialmente utili, collocati negli
Enti locali, 700 contrattisti della Regione, 3 mila Pip (Piani di
Inserimento Professionale), mille operai dei Consorzi di Bonifica, per
non parlare degli oltre 8.000 operatori della formazione professionale. A
questi occorre aggiungere 28 mila forestali che lavorano, però, solo
sei mesi per anno.
Pubblicato il 18 novembre 2017 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: www.qds.it
Nessun commento:
Posta un commento
Ogni commento anonimo sarà cestinato, verranno pubblicati tutti tranne quelli offensivi e/o volgari, si ricorda che commentare significa anche assumersi la responsabilità di ciò che si dice. Qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. Quelli con profilo Anonimo DEVONO essere firmati alla fine del commento altrimenti saranno cancellati. Il titolare del blog declina ogni responsabilità per i commenti rilasciati da terzi. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro rimozione.