19 ottobre 2017 di Chiara Giarrusso
PALERMO - All’inizio del suo mandato in Sicilia
si era definito «più grillino dei grillini». E a due settimane dal voto
per le regionali nell’Isola, mentre si appresta a lasciare il suo
ufficio dopo cinque anni a palazzo d’Orleans, sembra quasi rimarcarlo.
Rosario Crocetta, che è rimasto fuori dall’agone elettorale (perché la
lista dell’unico collegio a Messina, dove si era candidato è stata
ricusata), condivide i timori di Luigi Di Maio e Giancarlo Cancelleri
sul «rischio di un inquinamento del voto» in Sicilia «per pratiche
clientelari di scambio elettorale» e «impresentabili» nelle liste.Così, all’indomani del "no" del governo Gentiloni alla richiesta del M5S di inviare gli osservatori dell’Osce a garanzia del regolare svolgimento delle consultazioni, ha deciso di scrivere al capo del Viminale Marco Minniti. «Occorre fare qualcosa per impedire che le elezioni del 2017 sanciscano la legittimazione politica della Mafia», mette nero su bianco il governatore, mentre circola un sondaggio che dà un testa a testa tra il candidato del M5s e quello del centro destra.
Ieri Minniti nel declinare la richiesta si era "appellato" alla specialità della Regione siciliana in materia elettorale, sottolineando che «le missioni dell’Osce non vengono predisposte per elezioni locali». In Sicilia a «"vigilare" saranno i Prefetti», aveva detto il ministro. Ma il Governatore rilancia: «Certamente - scrive Crocetta - dopo la presentazione delle liste in Sicilia e i gravi fatti che hanno riguardato l’arresto di alcuni candidati, l'opinione pubblica siciliana si domanda se oggettivamente sia possibile fare qualcosa per impedire che le prossime elezioni siano caratterizzate da un massiccio voto di scambio».
E «in forza dell’autonomia speciale» fa notare che «sta valutando se la Regione siciliana abbia competenza a chiedere l’intervento dell’Osce». «D’altra parte - ricorda il governatore - anche la Commissione Antimafia ha accertato la candidatura di "impresentabili" nelle liste, che è poca cosa rispetto a diversi condannati per mafia che intervengono, in divieto di legge, a comporre le liste e a sostenere candidati».
E tra chi decide di andare a carte bollate c'è anche il M5S che ha presentato un esposto alle Procure dell’Isola per chiedere verifiche sulla raccolta firme per il listino dei candidati governatore. L’hanno sottoscritto tre deputati uscenti all’Ars Sergio Tancredi, Salvatore Siragusa e Angela Foti. «Nelle fila del M5s c'è nervosismo - dice il candidato governatore del centrosinistra Fabrizio Micari - La raccolta firme si è svolta in modo regolare non abbiamo nulla da temere». Gli fa eco Dore Misuraca di Ap, che insieme al Pd sostiene la corsa del rettore alla carica più alta in Sicilia che bolla la vicenda come una «barzelletta» citando l’affaire firme false alle amministrative a Palermo del 2012.
Intanto, un sondaggio realizzato da Keix per «Marketing in politica» fotografa un testa a testa tra i due candidati favoriti, con un leggero vantaggio di Giancarlo Cancelleri (M5S) con il 33,2% di preferenze su Nello Musumeci del centrodestra che lo segue con il 33,0%. A seguire con un po' di distacco c'è Fabrizio Micari (24,2%), mentre sotto la doppia cifra resta Claudio Fava, candidato della Sinistra che raccoglie il 7,4 di preferenze. «Anche i sondaggi non riescono più a nascondere quello che sta succedendo» dice Cancelleri via social. «Oggi ne è uscito uno che ci dà in testa, per la prima volta. Ce la possiamo fare», scrive su Facebook.
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Fonte: www.lasicilia.it
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