28 Ottobre 2017 Serena Guzzone
Oggi a Messina la mobilitazione dei lavoratori contro il precariato e sfruttamento, Barresi: “l’agroalimentare
può rappresentare un’occasione di sviluppo e lavoro, ma viene frenato
dalla mancanza di infrastrutture e dalla mano lunga delle organizzazioni
criminali”
“Il settore agroalimentare e ambientale sono colonne essenziali del nostro sistema produttivo, lo hanno dimostrato negli anni più duri della crisi. Adesso è il momento di pensare al futuro e realizzare un Patto generazionale che favorisca l’ingresso dei giovani nel circuito produttivo“. Sabina Barresi, segretaria generale della Fai Cisl Messina, spiega i motivi del sit-in tenutosi questa mattina anche a Messina, sotto la sede della Prefettura, nell’ambito della mobilitazione nazionale che la Federazione dell’Agroalimentare della Cisl ha avviato in tutta Italia. ”Il Patto generazionale – continua Barresi – serve per valorizzare i giovani e garantire una pensione dignitosa ai lavoratori impegnati in comparti che devono essere riconosciuti come usuranti. Occorrono meno tasse sul lavoro e buste paga più pesanti”. ”Nella nostra provincia, dove registriamo un migliaio di aziende agroindustriali di piccola, media e grande portata – aggiunge – l’agroalimentare può rappresentare un’occasione di sviluppo e lavoro ma viene frenato dalla mancanza di infrastrutture e dalla mano lunga delle organizzazioni criminali“. Da qui nasce anche l’appello anche contro il precariato e lo sfruttamento.
“Chiediamo di elevare la retribuzione
minima dei contratti di prestazione occasionale e far partire una guerra
senza sconti contro il caporalato attraverso un’aspra lotta
all’evasione e una redistribuzione delle risorse. Occorre una cabina di
regia tra tutte le Istituzioni, a cominciare dal ruolo della Guardia di
Finanza, dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps. Serve un piano
straordinario per il contrasto al dissesto idrogeologico e la messa in
sicurezza del territorio che faccia leva sul lavoro forestale e della
bonifica. Serve puntare sul rilancio e sullo sviluppo del patrimonio
ambientale“. Attenzione anche ai contratti e al mercato del lavoro. “Servono
ammortizzatori sociali rafforzati, anche nelle aziende sotto i 15
dipendenti. Bisogna prevedere una copertura attraverso la disoccupazione
agricola per i lavoratori a tempo indeterminato e per i dipendenti di
cooperative di trasformazione. Restituire il diritto di contrattazione
ai lavoratori idraulico-forestali sbloccando il contratto nazionale
negato da cinque anni. Chiediamo anche di abbassare l’età pensionabile
dei lavoratori dei settori agroalimentare, forestali, bonifica e pesca,
riconoscendo loro lo status di lavoro usurante. Infatti, i lavoratori
agricoli e della pesca effettuano lavori manualmente gravosi e soggetti a
intemperie nei campi e in acqua. Occorre, quindi, consentire loro di
andare in pensione con 35 anni di contributi, in deroga alla legge
Fornero”. Al termine della manifestazione, il segretario generale
della Cisl Messina, Tonino Genovese e la segretaria generale della Fai
Cisl Messina Sabina Barresi e una delegazione dei lavoratori hanno
consegnato in Prefettura un documento con la piattaforma rivendicativa
alla base della mobilitazione.
Fonte: www.strettoweb.com
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