Politica – Il vicepresidente designato attacca il suo candidato governatore: «La scelta di escludermi dal listino è sua, sua è la responsabilità politica, giuridica e istituzionale. Non ci si può lamentare che più del 50 per cento dei siciliani diserti le urne disgustato». Parole dure a cui però non segue il ritiro della candidatura
«La scelta di escludermi dal listino è di Musumeci, sua è la responsabilità politica, giuridica e istituzionale. Il resto, se siano stati i partiti o chissà cosa a incidere e non lo so, è alchimia». Gaetano Armao non l’ha presa bene. L’esclusione del suo nome dal listino regionale di Musumeci è stata terreno di scontro per settimane, la conferma giunta soltanto ieri è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. O quasi.
La rabbia, infatti, non comporta un ritiro di candidatura, al momento c’è solo un mal di pancia a mezzo stampa. In ogni caso Armao difende la presenza di Micciché nel listino regionale: «Ha un ruolo guida in Forza Italia - sottolinea - non vedo perché non dovesse stare nel listino». Il punto, insomma, sono gli altri nomi. «In questo listino - è il j’accuse di Armao - troviamo saltafossi che hanno votato e sostenuto il governo di Rosario Crocetta per cinque anni e poi pochi giorni prima delle elezioni cambiano idea. Questi sono i comportamenti che allontanano le persone dalla politica».
Il riferimento (e la rabbia) sembrano indirizzati a Mimmo Turano, fino a qualche mese fa capogruppo dei Centristi di Gianpiero D’Alia, poi transitato all’Udc di Lorenzo Cesa: «Chi ha militato in liste di sinistra, o ha sostenuto questo governo - aggiunge - non può mettersi in prima linea, nella lista del candidato presidente». «Solo gli stolti - evidenzia ancora il vicepresidente designato da Musumeci - non cambiano idea ed è più che legittimo che parlamentari concorrano nella coalizione opposta alle elezioni successive ad un disastro come quello del governo uscente. Altra cosa è che questi vengano indicati agli elettori nella lista del presidente. C’è un supplemento di etica politica, di rigore appunto, da rispettare senza la quale non ci si può lamentare che più del 50 per cento dei siciliani diserti le urne disgustato, meglio indignato da quella che sembra un'opera dei pupi».
Dal canto suo, Micciché non manca di sottolineare la sua vicinanza ad Armao (e mandare dunque una frecciatina a Musumeci): «Ringrazio il professor Gaetano Armao per il suo senso di responsabilità. Il mio augurio è che la coalizione di centrodestra, Musumeci in testa, possa lavorare compatta e unita in questo ultimo mese di campagna elettorale, senza che cattivi consiglieri provochino ulteriori deragliamenti».
Fonte: meridionews.it
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