Emanuel Butticè 9 Ottobre 2017
Cronaca – Rocco da otto anni conduce una vita appartata in una zona di campagna a Castellammare del Golfo. Ad agosto ha rischiato di morire in uno dei tanti incendi dolosi che hanno colpito la zona. «Ho perso tutto: la casa, i documenti, la protesi dentaria, e tanti cuccioli che per me sono come figli». Il Comune lo ha aiutato e lui resiste
«Non mi sono accorto di niente, ero in casa con la tv accesa e non ho sentito proprio niente. Nessuno è venuto a chiamarmi, nessuno ha avuto il minimo pensiero di venirmi ad avvisare». Rocco Di Liberti è un uomo solitario che da circa otto anni vive a Fraginesi, in contrada Aqualavite a Castellammare del Golfo. «I soccorsi - racconta a MeridioNews - sono arrivati molto tardi, purtroppo quel giorno c’era fuoco ovunque, mi rendo conto che erano forse pochi, ma nessuno nei dintorni mi ha avvisato, quando mi sono accorto delle altissime fiamme che venivano dalla valle sotto casa era già troppo tardi». L’incendio è quello dello scorso 9 agosto che ha colpito la periferia di Castellammare, la contrada Fraginesi. Un incendio che ha causato parecchi danni: diversi soggetti intossicati dal fumo, una bombola del gas esplosa, animali domestici morti e almeno tre edifici distrutti dalle fiamme, tra questi la casa di Rocco. Oggi vive in un container donato dall'amministrazione comunale.
Quel giorno il fuoco in poco tempo ha raggiunto il giardino e il tetto della piccola casa di Rocco che condivideva con i suoi tanti cani e gatti. Un amore profondo quello tra Rocco e gli amici a quattro zampe: «Nell’incendio ho perso tutto: la casa, i documenti, la protesi dentaria, e tanti cuccioli che per me sono come figli: sono morti carbonizzati quattro cani, le mie galline e tanti gatti. Ho tentato di salvarli in tutti i modi, ho rischiati di morire anche io bruciato». A Castellammare è molto conosciuto per l'impegno nella lotta al randagismo. Ogni giorno, da anni, prima di raggiungere la sua casa in periferia gira per la città per portare da mangiare ai cani: «Lo faccio ogni giorno, non posso vederli soffrire, se non ci fossi io probabilmente morirebbero».
Rocco fortunatamente è riuscito a salvarsi, anche se è rimasto intossicato. Soccorso dai sanitari del 118 e portato in ospedale, il suo pensiero è stato sempre lo stesso: salvare i suo amati cani. Anche dal letto dell’ospedale ha continuato a chiedere notizie sulle condizioni degli animali. «Ho tentato di tirare fuori uno dei mie cani, la pelle era quasi totalmente sciolta, è stato terribile. Ma c’è ancora speranza, guarda qui - racconta, mostrando quel che resta della sua casa - è rimasto solo il Cristo appeso al muro, per il resto non c'è più niente. In questo posto ho perso tutto, ma voglio continuare a vivere qui, non voglio darla vinta a questi piromani criminali, loro vogliono far andare via tutti, chissà quali interessi ci sono dietro. Ma un giorno saranno giudicati da Dio e pagheranno per il male che hanno fatto. Non hanno solo ucciso gli animali, la natura, hanno ucciso la vita e seminato morte. Potevo morire io, poteva morire qualcun altro, qui la zona è molto abitata soprattutto nel periodo estivo, ci sono anche parecchi bambini. Sono dei vigliacchi che devono pagare».
Nei giorni successivi all’incendio Rocco ha sporto regolare denuncia contro ignoti per l’incendio che ha distrutto la sua proprietà e chiesto aiuto alle istituzioni, al sindaco e al prefetto di Trapani Darco Pellos. In questi giorni ha vissuto dalla sorella e da alcuni concittadini che si sono offerti di ospitarlo e di dargli assistenza. «Devo ringraziare davvero tante persone di cuore che mi sono state vicino e mi hanno aiutato. Ringrazio anche il sindaco che mi ha sempre mostrato vicinanza; oggi è riuscito ad ottenere un container in cui andrò dormire presto, un tetto provvisorio che mi permetterà di ritornare a casa mia, soprattutto per accudire gli animali che sono si sono salvati dalle fiamme. Un giorno, piano piano, ricostruirò casa, qui c’è tutta la mia vita, c’è il mio amore: perché gli animali sono amore e con loro bisogna entrare in simbiosi».
Il sindaco Nicolò Coppola fin da subito si è attivato per aiutare Rocco. «Grazie alla protezione civile - spiega il primo cittadino - sono riuscito a reperire un container abbastanza confortevole per ridare una degna abitazione al nostro concittadino nel luogo di residenza distrutto dall'incendio. Occorre prevedere azioni concrete in favore di chi ha difficoltà ad andare avanti dopo un incendio. Essenziale predisporre il coordinamento degli interventi ed i piani di protezione civile, ma occorre anche normare il dopo incendi, quando c’è da supportare concretamente chi ha subito danni gravi. Sono vere e proprie emergenze da fronteggiare senza risorse finanziarie: danni ambientali gravissimi, urgenti messa in sicurezza e necessità quotidiane come quelle di chi rimane senza un tetto». Il sindaco lancia quindi un appello: «Serve ancora molto per il nostro concittadino: dalla protesi, per la quale stiamo parzialmente provvedendo, agli allacci idrici, elettrici e tanto altro. Chi vuole intervenire a supporto può farsi avanti e mi auguro scatti una vera e propria gara di solidarietà in favore del nostro concittadino».
Fonte: meridionews.it
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